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La Panasonic Lumix DMC-GH1... e me

 

Premessa: perché questa scelta?

     Mentre questa domanda, posta a proposito dell'Olympus E-M5 Mk.II, ha una risposta facile (la Lumix, mostrando una crepa nel display LCD, mi ha ricordato di avere già almeno 8/9 anni...), se riguarda invece la Lumix stessa ha una risposta meno banale: come ho già scritto qui, la macchin(ett)a che usavo in quel momento era seminuova e perfettamente funzionante. La domanda vera, quindi, è questa:

"Perchè sono passato, anzi: sono ritornato ad usare una reflex, con tutto quello che questo comporta: obiettivi intercambiabili, ingombro,
peso... ed in generale, molto maggior impegno che limitarmi ad usare una compattina tascabile?
"



 

La ripresa di una vecchia passione 

 

Nostalgia delle reflex

     Non sono del tutto certo che la risposta che sto per dare sia totalmente precisa: sono passati 8 anni, potrei aver dimenticato o sottovalutato qualcosa... il fatto è che, dopo aver mollato per un bel po' di anni la Fotografia con la maiuscola (nel senso di hobby impegnativo, teso a "risultati esteticamente interessanti", non solo a documentare gitarelle, Natali e compleanni) a causa di impegni familiari e di lavoro da un lato, e dall'altro della consapevolezza, anche se non del tutto conscia, che il sistema analogico stava finendo, avevo sì gradatamente abbandonato in un cassetto le due reflex (OM-1N e OM-2SP), ma con molto dispiacere, e l'idea che il mio discreto corredo di apparecchi ed obiettivi venisse svenduto, regalato o addirittura buttato via proprio non mi andava.

     D'altra parte, se avevo smesso per passare ad usare "solo" una compattina, non me la sentivo di ripartire da zero con una reflex digitale: la reflex dà soddisfazione (a me) solo se posso usare più di un solo obiettivo, altrimenti è solo una... compattona, più ingombrante e più cara, anzi, pure peggio: la mia Lumix TZ6 ha uno zoom equivalente ad un 24-300mm, non così semplice da avere con una reflex del 2010, e sicuramente ben più ingombrante e caro.

OM 1&OM 2
La mia coppia di reflex analogiche Olympus: OM-1N e OM-2SP

Inoltre, pur non seguendo da vicino il trend tecnologico, mi rendevo conto che, se le reflex analogiche erano durate trent'anni, con il digitale l'invecchiamento era esasperato: i 2 MPx della mia prima fotocamera digitale, la Canon Ixus V2 (un "gioiellino" al momento dell'acquisto), già 4/5 anni dopo la classificavano come poco più di un giocattolo... altro motivo che mi tratteneva dal rientrare fra quelli con la reflex al collo!

     poi, in breve, è cambiato tutto... ecco perché: proprio in quegli anni mi è capitato, a causa della grande crisi delle società manifatturiere occidentali del settore delle telecomunicazioni, cadute ad una ad una a seguito dell'autentico terremoto dovuto alla "comparsa" sul mercato dei cinesi, di rimanere per non poco (parecchi mesi consecutivi) senza alcun lavoro, costretto a casa a vagliare le offerte di lavoro (tantissime, di cui però ben poche realisticamente adatte a me). Naturalmente, non facevo solo quello tutto il giorno: oltre che essere un'attività impegnativa, in cui vanno pesate le singole parole che si scrivono nel curriculum, gli scarsissimi risultati di quelle ricerche erano anche piuttosto deprimenti. Per passare il tempo e distrarmi un po' mi è quindi capitato di visitare non pochi siti internet che trattavano i temi più svariati, finché non sono capitato (e non ricordo perché) sul sito di un professore veneziano, con l'hobby della fotografia e dell'ottica (sul sito c'erano varie spiegazioni, forse è proprio una di queste che mi ha fatto arrivare lì - fra l'altro, il mondo è davvero piccolo: poco dopo ho scoperto che lo sconosciuto "professore veneziano" è... il fratello di un mio collega, di Milano!).

     Lì ho letto dell'esistenza di un recente standard fotografico digitale, il sistema micro 4:3, che fra le sue caratteristiche aveva anche quella di permettere di riciclare le vecchie ottiche "analogiche" mediante un semplice adattatore meccanico. Naturalmente non erano autofocus (né lo erano mai state...), ed avevano la caratteristica, a causa delle minori dimensioni del sensore rispetto ai 24x36mm della pellicola, di "raddoppiare la focale" (terminologia che farà rabbrividire i puristi dell'ottica, ma che rende bene l'effetto: un 50mm Zuiko, montato su una fotocamera micro 4:3, produce immagini come se fossero scattate con un obiettivo 100mm, passando quindi da "normale" a "medio tele"). Questo voleva dire che c'era la possibilità di recuperare quasi tutto il parco ottiche precedente, e quindi di... non dover ripartire da zero! La cosa diventava interessante, ed il dispiacere represso di non utilizzare più nulla del mio vecchio corredo si risvegliava e tornava a farsi risentire!  

 


 

 

 

 

 

Si riparte!

     Ecco, qui non ricordo più granché: sicuramente avevo oramai deciso di riprovare con il "mondo reflex" dato che con il micro 4:3 potevo ripescare dal mio corredo, ma perché sia finito con il prendere una Lumix piuttosto che un'Olympus, ad esempio, o perché proprio la GH1 proprio non lo so più. Butto lì un'ipotesi molto plausibile, però: nel 2012, molto vicino a casa mia, era ancora aperto e molto attivo il Centro Foto Cine, un grosso negozio qui a Milano (oramai chiuso da anni, a causa della concorrenza insostenibile dei cellulari, che hanno praticamente azzerato la vendita delle "compatte", della drastica riduzione delle stampe fotografiche, dei grandi centri commerciali che potevano vendere a prezzi minori, e poi della vendita online). Quel negozio non era solo una grande rivendita, ma anche un centro di riferimento per appassionati, una fonte di consigli (magari un po' interessati...) da parte dei commessi, un'esposizione a rotazione dei lavori dei soci del circolo fotografico che in parte sponsorizzava, ed infine un piccolo mercatino dell'usato.

OM MFT adapter
L'adattatore OM-M4/3, qui con lo
Zuiko OM-SYSTEM 50mm f/1.8

     Io ci passavo spesso davanti, e ogni tanto entravo per dare un'occhiata alla vetrinetta delle occasioni (l'OM-2 l'ho comprata così, come il 24 ed il 35 mm Zuiko...). Molto probabilmente, in uno di questi "sopralluoghi" devo aver visto in vendita il "kit" della GH1, e mi devo essere buttato. Solo dopo un bel po' mi sono accorto che in realtà il "vero" kit avrebbe dovuto essere un altro, ed il mio obiettivo era solo la versione "povera" di quello giusto... ma allora, per me, c'era già così tanta carne al fuoco da provare ed imparare, che non ne ho poi sofferto così tanto.

     Dopo l'acquisto devo aver passato un po' di giorni a prendere confidenza con il "giocattolo", ed a ri-prenderla con la fotografia. Poi, con un po' di timore, mi sono deciso ad ordinare l'adattatore OM-MFT (era uno dei primi acquisti online che facevo, e mi fidavo poco a comprare qualcosa ad Hong Kong.. che tempi! e sono solo 8 anni fa!), e quando è arrivato ho potuto nuovamente ripartire con il vecchio hobby abbandonato da tempo: macro, tele, wid... eh, no: grandangolare niente! Dato che un obiettivo nato per il formato 24x36, montato sull'adattatore per micro 4:3, di fatto raddoppia la focale... vai con i tele! Già il 50mm diventa un 100, il mio 135mm si trasforma in un potente 270mm, un po' difficile da utilizzare senza stabilizzazione (la Lumix, essendo "vecchiotta", non ha uno stabilizzatore interno al corpo macchina, può soltanto controllare gli obiettivi compatibili che ne sono dotati: in pratica, solo i Lumix, gli Olympus non sono gestiti). Ed il catadriottico 500mm, senza cavalletto, in MFT è come un 1.000mm, impossibile da tenere fermo in mano (già è difficile da usare sul treppiede....). Dalla parte opposta, invece, le cosa vanno molto peggio, anzi: non vanno proprio. io avevo ben 3 grandangolari: 24, 28 e 35mm, che raddoppiando diventano però 48, 56 e 70mm. Tutte focali "normali" o addirittura oltre, già "tele da ritratto". Per avere un po' di effetto grandangolare potevo solo usare l'obiettivo "standard zoom" 14-42mm comprato con la macchina, che al limite inferiore del suo range di zoom corrisponde ad un 28mm. 

 


 

 

Avanti, ma piano...

     Quindi sono ripartito, sì, ma... piano piano. In pratica, per molto tempo non ho avuto una grande attrazione per la rinnovata disponibilità di una reflex, probabilmente per varie ragioni:

  • avevo un solo obiettivo disponibile, per di più uno zoom con un range di ingrandimento limitato. Per me il bello delle reflex è la possibilità di cambiare ottiche, ed avendone una sola, alla fine, voleva dire mettere la reflex, ben più grossa e pesante, in concorrenza con la mia supercompatta Lumix DMC-TZ6, che aveva uno zoom ben più potente (12x rispetto a soli 3x!), qualche prestazione particolare come l'aiuto per la costruzione delle foto panoramiche che la GH1 non offriva, e la possibilità di fare foto con poca luce (seppure con una spiacevole dominante rossiccia) in condizioni dove la GH1 era inutilizzabile; infine era molto più leggera e tascabile, un oggetto che ci si poteva portare dietro senza quasi accorgersene, ben diverso dalla classica ed ingombrante borsa fotografica a tracolla (anche se la mia è relativamente piccola)

  • in quel periodo ero anche un po' freddino riguardo all'hobby della fotografia, e la GH1 non era propriamente una "point&shoot" (mira-e-scatta, un termine che indica un apparecchio dove non c'è nulla di complicato da fare, basta inquadrare e scattare): qui c'era da... studiare, ed io, non vedendo evidenti miglioramenti rispetto alle foto ottenute con la compatta, tendevo a continuare ad usare l'altra fotocamera

  • le fotografie che facevo allora erano praticamente solo ricordi di famiglia o di qualche gita, tutti temi per cui la compatta (per di più di buona qualità) bastava ed avanzava

  • contrariamente alle OM-D Olympus, che hanno tutte, dalla più semplice E-M10 alla professionale E-M1X, l'interfaccia utente in comune (a meno, ovviamente, delle caratteristiche mancanti da una parte ma presenti nell'altra), in casa Panasonic le cose sono più complicate: pur chiamandosi entrambi "Lumix", le due fotocamere si usano in modi molto differenti: diversi comandi, diversi menu, diversi risultati. Dato che usavo molto di più la compatta, le poche volte che mi riproponevo di adoperare la GH1 mi trovavo in mano un apparecchio di cui mi ero puntualmente dimenticato come selezionare la funzionalità che avrei voluto usare, ed anche questo frustrante risultato contribuiva a lasciarla nel cassetto...

     Poi, finalmente, mi sono deciso a comprare l'adattatore dal formato dei miei "vecchi" obiettivi analogici OM-System al micro 4:3: un pezzo puramente meccanico, seppure ben fatto, del costo di poche decine di euro. Ho aspettato un po' a farlo, perché nel 2012 l'idea di comprare qualcosa online, dall'altra parte del mondo (mi pare arrivasse da Hong-Kong) era ancora veramente inusuale, e temevo un bidone. Invece dopo un bel po' l'adattatore è arrivato davvero, perfettamente funzionante, e di colpo mi si è riaperto il "parco ottiche" fino a quel momento in disarmo, anche se con il noto fenomeno(*) del "raddoppio della focale" (equivalente...) a causa delle ridotte dimensioni del sensore MFT rispetto alla pellicola per cui era nato (la diagonale dell'area utile del MFT è quasi esattamente la metà dello standard Full-Frame).

(*) l'ho chiamato genericamente "fenomeno" per non dargli connotazioni, né positive né negative: di fatto le aveva entrambe, avevo "gratis" dei teleobiettivi di tutto rispetto (il 135mm Zuiko diventato un 270mm!), ma non avevo più nessun grandangolare (a parte la focale minima dell'unico obiettivo "digitale", che però era limitata all'equivalente di un 28mm)

     Anche con l'adattatore, però, l'entusiasmo non si è ridestato granché. Infatti, questo è un accessorio utilissimo, che però bisogna saper sfruttare, perché non tutto è semplice:

  • Problemi: anche se la GH1 è una macchina digitale, che solo fino a pochi anni fa era considerata "al top", qualcosa non è così immediato:

    • mettere a fuoco può non essere così banale (e per chi si è già abituato all'autofocus, le cose peggiorano...). La GH1 ha un sistema che aiuta: premendo un pulsantino (che le prime volte dimenticavo quale fosse) si ingrandisce fortemente l'immagine, e focheggiare diventa più semplice, ma comunque mai veloce (e... niente più "microprismi", né "vetrino di messa a fuoco": questi sistemi sono legati allo specchio reflex, ed in una mirrorless è inutile andare a cercarli!);

    • la GH1 non ha uno stabilizzatore nel corpo macchina: può solo controllare quello dell'obiettivo, se questo ne è provvisto (e... solo se è un Lumix, come ho scoperto da poco!). Figuriamoci gli Zuiko degli anni '80, per non parlare del 500mm catadiottrico, quasi impossibile da usare a mano libera, e comunque difficile anche con il treppiede!

  • Vantaggi: ci sono anche quelli, ma... li ho scoperti da poco!

    FisheyeLens
    Il fisheye Samyang 7,5mm f/3.5
    • Uno dei problemi del sistema micro 4:3 è dato dalle ridotte dimensioni del suo sensore, che rendono più complicato ottenere l'effetto di sfocatura dello sfondo tipico dei diaframmi molto aperti (il famoso Bokeh, perfetto per isolare il soggetto e farlo risaltare nella fotografia). Con l'unico obiettivo digitale che avevo, anche alla massima apertura (f/3.5-5.6 a seconda dell'ingrandimento dello zoom) ottenere questo effetto è quasi impossibile. Ma con i vecchi Zuiko... sì! Il mio vecchio 50mm f/1.8, ad esempio, mantiene all'incirca la stessa capacità di sfocare lo sfondo che avevo utilizzandolo sulla OM-1. In più, diventando di fatto un 100mm equivalente, è pure un tipico tele da ritratto! E così ho potuto riutilizzare anche i due grandangolari Zuiko, un 24mm ed un 35mm, che diventando un "normale" ed un piccolo tele da 70mm offrono in tutto 3 diversi obiettivi da ritratto! Certo, manuali, ma ho notato che anche adesso vengono ancora prodotti obiettivi a grande apertura (e anche grandissima: esistono obiettivi con f/0.98!) e non autofocus.

    • Inoltre, con l'adattatore ho potuto riprendere ad utilizzare i tubi di prolunga, e quindi a fare qualche macro. Considerando che i soggetti che riprendo tipicamente sono piccoli oggetti, non animali vivi, la messa a fuoco manuale non è un problema, richiedendo solo più tempo. Con questa configurazione, e la tecnica del Focus Stacking imparata pochi mesi fa, sono riuscito ad effettuare quasi tutte le macro visibili qui, direi un risultato interessante considerando che gli obiettivi hanno all'incirca 40 anni!

Fisheye
Il Vodafone Village di Milano (dove lavoravo nel 2014) visto con il fisheye

     Poi, nel 2014, visitando distrattamente il sito di Amazon, scopro che esiste un obiettivo fisheye per il sistema micro 4:3 che, a patto di accettare il fatto che sia completamente manuale (difetto veniale in un ultra-grandangolare), costa davvero poco rispetto alle cifre folli che ricordavo ai tempi della pellicola. Senza chiedermi troppo cosa ne avrei fatto di preciso, essendo una focale così estrema, mi butto e lo compro. Arriva così il coreano Samyang 7,5mm f/3.5, un vero gioiellino.

     Una vera soddisfazione poter adoperare quello che ritenevo fosse un sogno proibito! Soddisfazione, però, che è durata poco: le fotografie in cui un obiettivo così spinto serve davvero, oltre quelle esagerate, fatte per stupire chi le guarda, sono davvero rare. Una volta fatte quelle che avevo "in arretrato" da anni (fotografare un grattacielo dal basso, una gru facendola apparire esagerata, un'auto dandole un'impressione di aggressività...), il fisheye se n'è tornato silenziosamente nel cassetto.

 


 

 

 

 

L'accelerata: mi "butto" con la fotografia a 360°

     Questo "vivacchiare" è durato finché... non è arrivata la fotografia a 360°. Come ho già raccontato qui, inizialmente pensavo che fosse una cosa al di là delle mie possibilità, sia come conoscenze tecniche che come attrezzatura, ma poi ho iniziato ad informarmi in rete, ed ho capito che almeno un tentativo lo avrei potuto fare: le parti più costose dell'attrezzatura (reflex digitale e fisheye) le avevo già, come anche il cavalletto. Mancava la testa panoramica, che ho trovato online ad una cifra più che ragionevole. Quando ho scoperto di avere anche già caricato sul computer l'indispensabile software di stitching, passatomi chissà quando e chissà da chi (non ne conoscevo nemmeno lo scopo, figuriamoci l'utilizzo) non ho avuto più scuse, ed ho iniziato a fare tentativi... riusciti!

     questo punto le cose hanno preso l'accelerata che ho citato nel titolo di questo paragrafo: da un lato l'entusiasmo per gli incoraggianti risultati conseguiti da subito con una tecnica del tutto nuova, ancora più stimolanti per il fatto di riuscire a vederseli pubblicati su un sito internazionale (previa approvazione di un severo "comitato" del sito stesso) aumentavano la voglia di migliorare le conoscenze fotografiche che già possedevo; dall'altro, proprio la voglia di poter pubblicare i miei lavori mi ha portato, vista l'impossibilità di caricarli su un sito "già pronto", alla decisione di farmene uno mio, e da qui al rendermi conto di poter pubblicare non solo le fotografie panoramiche, ma un po' tutto quello che ho fatto in campo fotografico in tanti anni di pratica e passione, anche se altalenanti.

     In pratica, tutta la mia precedente passione fotografica si è ridestata, anche grazie al fatto di vivere un momento tranquillo senza grossi problemi personali, ed anche... all'epidemia ed al conseguente lockdown, che mi ha regalato moltissimo tempo da dedicare sia alla fotografia che allo sviluppo del sito, tempo necessario ma che altrimenti non avrei avuto.

 

Oggi: l'onorevole "tramonto" della GH1

     Da qui, l'acquisto di vari piccoli accessori utili, poi di un obiettivo specifico per il sistema micro 4:3 e per la GH1: un tele-zoom 45-200 stabilizzato (equivalente ad un 90-400mm) sempre Panasonic, che mi ha permesso di avere due obiettivi "moderni" (autofocus e stabilizzati, anche se entrambi usati). Qui la GH1 ha vissuto il suo momento migliore, mentre effettuavo prove di ogni tipo in casa e, quando possibile, interessanti sessioni di scatti anche fuori.

     Poi, come ho raccontato in dettaglio qui, ho scoperto una crepa nella cornice dell'LCD, e mi sono reso conto che una fotocamera attuale, seppure ben fatta, dopo non meno di 8 anni di vita non è detto che continui imperterrita a funzionare. Quindi ho iniziato a pensare ad un'alternativa, ma quella che ho scelto (l'Olympus OM-D E-M5 Mk.II), senza che me ne rendessi conto, si è ben presto rivelata molto più moderna e performante della precedente (se non altro, già il solo fatto di avere 5 anni di tecnologia in più fa davvero la differenza, in questo campo). Inoltre, essendo perfettamente compatibile con gli obiettivi che già avevo, più che un complemento si è trattato di una vera sostituzione. Non ho preso in considerazione l'idea di acquistare un'altra Lumix più moderna, perchè da più parti ho letto che la Panasonic si è specializzata nelle prestazioni video, che ora arrivano a riprese in 4K e oltre (la Lumix GH5 arriva a 6K!) ma che non mi interessano, mentre quelle fotografiche sono meglio curate dall'Olympus.

    E la GH1? Non è del tutto in pensione: prima di tutto rimane sempre pronta come backup della E-M5 Mk.II (tipicamente, in caso di batteria scarica...) ma poi, per comodità, continuo ad usarla per le foto panoramiche per via dei due modesti adattamenti che le ho apportato:

  • ho aggiunto due piccoli moschettoni allla tracolla, che all'occorrenza permettono di rimuoverla: questo torna comodo proprio per la fotografia con la testa panoramica, per evitare che la tracolla le si attorcigli intorno mentre la fotocamera ruota (cosa che prima succedeva spesso). Per garantire la presa ho invece aggiunto un piccolo ma robustissimo laccetto di nylon, preso probabilmente da qualche vecchio cellulare;

  • ho disattivato lo spegnimento automatico del display LCD quando il sensore di prossimità avverte la vicinanza dell'occhio (contrariamente all'Olympus, dove è sempre attivo): a questo modo, armeggiando intorno alla fotocamera montata sulla testa panoramica, non mi si spegne il display ogni volta che avvicino la mano al corpo macchina, né quando rivolgo l'obiettivo verso l'alto ed il sensore si avvicina sufficientemente alla base della testa da scattare all'improvviso.


 

 

 

Le mie impressioni, 8 anni dopo l'acquisto

    In realtà, come ho scritto precedentemente, l'utilizzo in questi 8 anni non è stato né intenso né continuativo, a parte quest'ultimo anno. Ma ora, sia usandola parecchio sia paragonandola ad una fotocamera di un'altra marca e di un'altra.. era tecnologica, qualche idea sulla GH1 me la sono fatta, ecco il mio personale giudizio:

Pro

  • tutto sommato, la mia GH1 ha non meno di 8/9 anni, e funziona ancora perfettamente. Si è quindi rivelata una fotocamera estremamente affidabile (a parte la crepa sulla cornice del display LCD, che però potrebbe anche essere stata causata da un urto)

  • allo stesso modo, la batteria continua a mantenere perfettamente la carica

  • tutti i tappi di plastica e le guarnizioni di gomma sembrano ancora come nuovi dopo tutto questo periodo (sembra così scontato? Ho visto il materiale di altri prodotti, apparentemente ottimo al momento dell'acquisto, squagliarsi letteralmente dopo pochi anni senza alcun apparente motivo che non fosse semplicemente... l'età!)
     
  • è possibile montarvi obiettivi "legacy": per me questo è stato un fattore di stimolo decisivo per tornare a fotografare "seriamente"

 

Contro

  • Il difetto più grave: tutte le fotografie sono affette da una leggera ma visibile dominante blu, come ho scoperto nelle prove comparate fra fotocamere, a parità di obiettivo, che ho fatto non molto tempo fa (anche se avevo già inconsciamente avuto il sentore che le foto della GH1 fossero un po' "fredde"...). Si può tentare di correggere la cosa con un'opportuna taratura personalizzata del bianco, ma trovo più comodo rimediare in fase di post-processing. Non so se questo difetto sia solo del mio esemplare, magari a causa dell'età, o proprio del modello (anche se mi sembrerebbe strano: con tutti i test, ben più sofisticati dei miei, che vengono fatti su siti e riviste specializzate all'apparire di una nuova fotocamera, la cosa sarebbe stata scoperta subito!)

  • La qualità dell'immagine vista attraverso il mirino elettronico (EVF) è piuttosto povera, soprattutto a confronto con quella nitidissima della E-M5 Mk.II. Ma questo può essere dovuto alla tecnologia degli LCD disponibile una decina di anni fa: sarei curioso di dare un'occhiata al mirino EVF di una GH5 odierna...)

  • ci sono ben pochi tasti programmabili (nella E-M5 Mk.II ce ne sono fin troppi...)

  • non c'è un menu di tipo "Super Control Panel" che permetta, come nelle OM-D, di avere sotto controllo tutti i principali parametri di ripresa

  • la piena compatibilità con altre ottiche a standard micro 4:3 c'è solamente per la parte ottico-meccanica (l'attacco degli obiettivi e la geometria ottica all'interno della fotocamera) e, dal lato dell'elettronica, per il sistema autofocus, ma non per la stabilizzazione di immagine o per altre più sofisticate caratteristiche (le OM-D, in funzione dell'obiettivo montato sulla macchina, applicano correzioni ottiche via software alle immagini prodotte; non penso che la GH1 abbia simili prestazioni evolute a bordo)


 

 

 

Storia e caratteristiche della Lumix GH1

 

2009: la GH1 compare sul mercato

(tratto liberamente da wikipedia.en)

     La Lumix DMC-GH1 è una fotocamera digitale mirrorless con obiettivo intercambiabile che rispetta lo standard di progettazione del sistema Micro Four Thirds (MFT, o M/4:3, o M4/3) sviluppato congiuntamente da Panasonic ed Olympus. Panasonic ha classificato la GH1 come un apparecchio ibrido per riprese foto/video, introducendola e commercializzandola come una fotocamera di fascia più alta rispetto alla sua prima MFT, la Lumix DMC-G1 (a prima vista, praticamente identica alla GH1), che aveva capacità soltanto fotografica e non era compatibile con riprese video. La Lumix GH1 è stata la seconda fotocamera introdotta secondo lo standard di progettazione MFT e la prima di questo standard ad includere capacità di registrazione video HD. Presentata nell'aprile 2009, è stata commercializzata come "Creative HD Hybrid", una nuova classe di fotocamera, nonché come fotocamera Micro Quattro Terzi "top di gamma" di Panasonic. Le sue caratteristiche l'hanno resa la prima fotocamera completamente conforme allo standard del sistema MFT, che include anche funzionalità video ad alta definizione (HD): è stata impostata fin dall’inizio della progettazione non solo per scattare foto ma, forse con ancor più attenzione, per generare video full HD, compresi controlli manuali su molte funzioni video. La fotocamera era disponibile in tre colori: nero (suffisso K), rosso (R) e oro (N).

GH1 gold
Un'estrosa GH1 color oro

     Quella che ne è derivata, la GH1, è quindi risultata una fotocamera con obiettivo intercambiabile più piccola e leggera rispetto alle tradizionali DSLR (Digital Single Lens Reflex). Come in una DSLR, il suo design segue la forma e la funzione delle reflex, invece che quelle delle più tradizionali videocamere portatili del mercato consumer. Ma, a differenza delle DSLR, nella GH1 sono stati eliminati due elementi ingombranti e retaggio del passato, l'ingombrante scatola dello specchio ed il gruppo pentaprisma, in favore di un mirino elettronico (EVF) ad alta risoluzione, consentendo minori pesi e dimensioni del corpo macchina e l'uso di obiettivi nuovi, più piccoli e leggeri. A prima vista, la GH1 sembrava essere solo una versione con l'aggiunta della capacità video della prima fotocamera MFT al mondo, la mirrorless con obiettivo intercambiabile Lumix DMC-G1 introdotta nel settembre 2008, ma in realtà c'erano molte caratteristiche distintive che hanno reso la GH1 un prodotto unico e forse anche innovativo. Alcune di queste, così come altre già apparse sulla DMC-G1, sono citate nel seguito, tra cui un nuovo sensore di rapporto immagine multi-aspetto, completa funzionalità video AVCHD HD, registrazione audio stereo, elaborazione delle immagini con doppia CPU e un obiettivo super zoom ottimizzato per il video.

 


 

 

 

 

 

Prestazioni innovative

A) Sensore con rapporto multi-aspetto

     Panasonic aveva già introdotto per la prima volta il concetto di un sensore di immagine multi-formato nella sua fotocamera compatta di fascia alta, la Lumix DMC-LX3 del 2008 che utilizzava un sensore con tecnologia CCD (Charge Coupled Device - dispositivo ad accoppiamento di carica) molto più piccolo. Basandosi sul concetto di sensore multi-formato, la GH1 con capacità video HD è stata invece progettata attorno a un sensore in formato MFT molto più grande (con area circa quattro volte maggiore), un esclusivo Live MOS da 14 MPx (12,1 effettivi). Ciò è stato pensato per coprire un cerchio di copertura leggermente più grande rispetto al rapporto di aspetto dell'immagine nativo di 4:3 del suo cugino da 12,1 MPx nella DMC-G1. Ciò significa che il sensore da 14 MPx della GH1 è in grado di registrare immagini in proporzioni native selezionabili dall'utente di 4:3, 3:2 e 16:9 senza ritagli e, cosa più importante, lo stesso angolo di visualizzazione e la massimizzazione del numero di pixel in qualsiasi formato(*)

(*) la maggior parte delle altre fotocamere digitali ottiene rapporti di aspetto dell'immagine diversi ritagliando l'immagine dal
     formato del sensore nativo.   Ad esempio, la maggior parte delle fotocamere digitali  con sensori di proporzioni immagine
     4:3 nativi ritaglia l'immagine nativa in alto e in basso per ottenere immagini 3:2 o 16:9.
     D'altra parte, la maggior parte delle reflex digitali usa lo stesso sistema.


GH1 red
La terza versione della GH1, di uno squillante rosso

     In effetti, il sensore GH1 non viene mai utilizzato al massimo della sua capacità per 14 megapixel, ma per nessuno dei tre formati viene utilizzata la maggior parte del sensore possibile e, cosa più importante, ogni immagine ha lo stesso punto di vista. Ad esempio, quando si ritagliano immagini da un formato nativo, come un'immagine 4:3, il punto di vista cambia leggermente e molti pixel vengono persi, quasi il 25% quando si ritaglia un'immagine 16: 9 da un 4: 3 immagine in formato nativo. Il sensore multi-formato riduce la perdita di pixel in modo che il numero di pixel per ogni rapporto d'aspetto sia il più vicino possibile a 12 megapixel. Il rapporto di formato multiplo consente anche un'immagine dell'obiettivo più utilizzabile a seconda del formato. Ad esempio, in un formato nativo 4: 3, la larghezza dell'immagine è di 4000 pixel, ma in un formato nativo 16: 9, la larghezza dell'immagine è di 4352 pixel o circa l'8% più ampia. Con un imager multi-aspetto, l'effetto netto è che ogni dato obiettivo ha un campo visivo leggermente più ampio in 3: 2 nativo o 16: 9 rispetto al formato immagine nativo 4:3. Il sensore multi-aspetto è anche in grado di produrre immagini in formato 1:1, ma questa è solo un'immagine ritagliata dal formato 4:3.

 

B) Registrazione video AVCHD in full HD

     La GH1 è stata progettata da zero per essere in grado di registrare video ad alta definizione in formato AVCHD (Advanced Video Codec High Definition) in full HD 1080p a 24 frame/sec o 720p a 60 frame/sec con autofocus continuo (AF) e registrazione audio stereo Dolby DigitalLa GH1 è stata anche la prima fotocamera con obiettivo intercambiabile di fascia consumer a offrire anche capacità di messa a fuoco automatica continua durante la ripresa di video HD. È da notare che, dopo la comparsa della GH1, tutte le altre fotocamere compatibili con il sistema MFT costruite sia da Panasonic che da Olympus sono state dotate di una qualche capacità video AVCHD HD, ma solo la GH1 ed i modelli seguenti hanno messo a disposizione un’ampia gamma di controlli manuali durante la registrazione di video HD, attirando così l’attenzione degli appassionati di video amatoriali di tutto il mondo.

     Il formato AVCHD è basato su file per la registrazione e la riproduzione di video HD, sviluppato congiuntamente da Sony e Panasonic nel 2006 per la registrazione HD. Tutte le registrazioni fisse o video/audio sono salvate su una scheda di memoria SD o SDHC. L'utente può anche selezionare manualmente la velocità dell'otturatore e le aperture di diaframma per un controllo più creativo sulla registrazione di video HD. L’audio stereo Dolby Digital viene registrato tramite un microfono stereo, con una funzione di blocco del vento per ridurre il rumore del vento di sottofondo, incorporata nella fotocamera, ma questa può anche essere dotata di microfoni stereo esterni opzionali più capaci. Pur offrendo le migliori prestazioni durante la registrazione in AVCHD, la GH1 può anche registrare nei formati MPEG più diffusi con una risoluzione massima di 720p a 30 frame/s.

 

C) Motore a doppia CPU

     La produzione dei video HD è un’attività che richiede un’elaborazione dati estremamente intensiva, per cui Panasonic ha progettato la GH1 attorno ad un sistema di elaborazione delle immagini a doppia CPU denominato "Venus Engine HD". Questa doppia CPU accelera notevolmente l'elaborazione delle immagini HD e offre una serie di altri vantaggi, tra cui il miglioramento delle prestazioni nella riduzione del rumore dell'immagine, la possibilità di visualizzare una vista dal vivo direttamente dal sensore per il display LCD completamente articolato sul retro della fotocamera o nel mirino elettronico ad alta risoluzione, un sistema di messa a fuoco automatica con rilevamento del contrasto molto rapido e persino la possibilità di riprodurre sia immagini che suoni tramite HDMI direttamente dalla fotocamera.

     Al momento dell'introduzione, il doppio processore Venus Engine HD consentiva anche quella che era considerata la più veloce capacità di autofocus a rilevamento del contrasto, oltre all'implementazione di un mirino elettronico live view con funzionalità simile a una DSLR, ma senza la penalità dovuta ad una scatola a specchio complessa e ingombrante ed al pentaprisma. Diverse modalità di messa a fuoco automatica sono migliorate dalla funzione del doppio processore, 23 aree di messa a fuoco, messa a fuoco a punto singolo selezionabile dall'utente, messa a fuoco con riconoscimento facciale, messa a fuoco con rilevamento del volto e tracking automatico della messa a fuoco. Inoltre, il doppio processore aiuta nell'elaborazione video AVCHD ad alta intensità di utilizzo del processore.

 

D) Tecnologie Autofocus

D.1) AF a rilevamento del contrasto

     Le tradizionali fotocamere reflex digitali a obiettivo sijngolo (DSLR), caratterizzate dalle offerte Canon EOS o Nikon FX o DX, utilizzano i sistemi PDAF (Phase Detect Auto Focus), che in genere sono sistemi molto veloci e reattivi. Quando vengono utilizzate in modalità Live view, in particolare per i video, le DSLR tradizionali devono fare affidamento sull'uscita diretta dal sensore di immagine principale per l'autofocus. Affidarsi strettamente all'uscita del sensore per l'autofocus si chiama Contrast Detect Auto Focus (CDAF). Il CDAF implementato nelle DSLR tradizionali e contemporanee era così lento da essere quasi inutilizzabile per tutti gli oggetti tranne che per gli oggetti in movimento.

     La GH1 non ha un sensore PDAF separato: si affida esclusivamente alle tecniche CDAF per l'autofocus. Progettata fin dall'inizio come fotocamera CDAF Live view, non come sistema di messa a fuoco automatica "aggiuntivo" per una telecamera centrata principalmente PDAF, il sistema CDAF della GH1 apre nuovi orizzonti per una fotocamera con obiettivo intercambiabile. In combinazione con altre funzionalità, tra cui un AF a 23 aree, un singolo punto AF selezionabile dall'utente in qualsiasi punto dell'inquadratura, AF con inseguimento del soggetto e AF con riconoscimento facciale, la GH1 dotata di doppia CPU offriva il sistema CDAF più veloce e completo disponibile al momento in una fotocamera consumer, alla pari nella maggior parte delle aree ad alte prestazioni con un livello di ingresso simile a DSLR contemporanee di prezzo medio. La modalità video HD utilizzava anche questo sistema AF a rilevamento del contrasto appositamente progettato, rendendo la GH1 l'unica fotocamera in stile DSLR al momento disponibile capace di offrire una messa a fuoco automatica continua durante le riprese video.

D.2) AF con riconoscimento e rilevamento dei volti

     La GH1 dispone di due prestazioni per la gestione automatica dei volti, dal nome simile ma differenti come principio di funzionamento:

  • Face Recognition (riconoscimento facciale) è una tecnologia di riconoscimento facciale di recente introduzione per le fotocamere MFT di Panasonic. La sua implementazione nella GH1 è un miglioramento del concetto introdotto per la prima volta nel 2007 sulla fotocamera DSLR Lumix DMC-L10 di fascia alta a standard Four Thirds (non Micro Four Thirds). La GH1 consente all'utente di memorizzare due diversi volti per una più facile definizione delle priorità. Ad esempio, se il viso di un bambino è memorizzato e la foto contiene molti volti, la GH1 tenterà di mettere a fuoco il viso memorizzato.

  • Face Detection (rilevamento del volto, a differenza di Face Recognition) è una tecnologia utilizzata in un'ampia varietà di fotocamere. Quando non si utilizza un viso memorizzato, la fotocamera assegnerà automaticamente la priorità a una forma simile a un viso che la fotocamera giudica potrebbe essere il soggetto principale della foto, tentando di impostare ulteriormente il punto di messa a fuoco, quando possibile sugli occhi, sia nelle immagini fotografiche che in modalità di registrazione video.

 

E) Mirino elettronico ad alta risoluzione (EVF)

     La GH1 utilizza un mirino elettronico (EVF - Electronic View Finder) ad alta risoluzione (1,44 milioni di punti), ed un sofisticato sistema di proiezione per ottenere una visualizzazione più chiara e fluida rispetto a quella degli EVF delle fotocamere compatte. Il mirino elettronico ad alta risoluzione utilizza una tecnologia nota come LCOS (Liquid crystal on silicon), la stessa tecnologia utilizzata nelle videocamere professionali di fascia alta di Panasonic, e dovrebbe essere in grado di fornire una risoluzione molto più elevata rispetto al display LCD o alla tecnologia al plasma. Come implementato nella GH1, l'effetto è una visualizzazione live a tempo pieno di 60 frame/s senza pixel visibili per un'immagine grande o più grande e più luminosa dei mirini ottici concorrenti che utilizzano una scatola a specchio e un pentaprisma rispetto alla maggior parte delle DSLR prosumer.

     L'EVF ha una visualizzazione ad alta risoluzione tale da rendere possibile la messa a fuoco manuale. A differenza dei mirini ottici tradizionali che possono utilizzare uno schermo di messa a fuoco in vetro smerigliato, l'EVF della GH1 prende una piccola parte della scena e la ingrandisce di 10 volte. Questa parte ingrandita può essere spostata in qualsiasi sezione della visualizzazione live. Nella modalità di messa a fuoco manuale, toccando l'anello di messa a fuoco dell'obiettivo si attiverà immediatamente l'ingrandimento per la messa a fuoco manuale.

     Lo standard del sistema MFT specifica la distanza tra la flangia di innesto dell'obiettivo e il piano del sensore di immagine (distanza focale della flangia) come 20 mm, che è meno della metà di quella delle DSLR tipiche. L'effetto è che il corpo della GH1 è più piccolo in ogni dimensione critica, in particolare la profondità, ed è anche più leggero rispetto a una tipica DSLR. Questa distanza tra la flangia di 20 mm e il sensore di immagine impedisce l'implementazione pratica della scatola dello specchio tradizionale e del mirino ottico a pentaprisma della tipica DSLR. Il mirino elettronico è la soluzione di Panasonic a questo problema di posizionamento dei dispositivi.

     Con un mirino elettronico, oltre a fornire una visione nitida e luminosa rispetto alla vista DSLR, l'utente può anche scegliere tra una varietà di proporzioni dell'immagine (4:3; 3:2; 16:9 e 1:1) con un'immagine al 100% area attraverso l'obiettivo in live view, qualcosa di impossibile con il tradizionale mirino ottico DSLR. L'EVF consente una maggiore flessibilità nelle informazioni e nella consapevolezza della situazione. L'utente può selezionare varie sovrapposizioni in modo che più di 20 informazioni aggiuntive siano immediatamente disponibili per l'utente senza rimuovere l'occhio dal mirino elettronico. Ad esempio, impostazione del flash, modalità di stabilizzazione ottica dell'immagine (ce ne sono 3), modalità drive (singola, raffica, bracketing, timer), proporzioni dell'immagine, qualità dell'immagine (RAWJPEG o entrambi), indicatore di esposizione, velocità ISO, velocità dell'otturatore, apertura, modalità di registrazione, bilanciamento del bianco, le linee della griglia della composizione e l'istogramma dell'esposizione sono solo alcune delle informazioni disponibili nell'EVF, il tutto senza mai dover spostare l'occhio dal mirino.

     La modalità Live view dell'EVF consente anche un'anteprima dell'esposizione effettiva in modalità manuale. L'utente può regolare la velocità dell'otturatore e l'apertura in modalità manuale e vedere l'effetto effettivo sull'esposizione registrata nell'EVF. Oltre alla consueta anteprima della profondità di campo, la GH1 consente un'anteprima dell'effetto della velocità dell'otturatore unica, offrendo all'utente un'anteprima abbastanza accurata della sfocatura dell'immagine finita quando si utilizza una velocità dell'otturatore ridotta. In condizioni di scarsa illuminazione, l'EVF ha un altro vantaggio, in quanto può illuminare la scena, consentendo all'utente di vedere più dettagli di quanto normalmente sarebbe possibile con un mirino ottico tradizionale, allo stesso modo in cui le trasmissioni TV di eventi sportivi al crepuscolo mostrano molto di più colori e dettagli che l'occhio umano può vedere.

GH1 LCD
Il display LCD orientabile della GH1

     L'EVF presenta tuttavia alcuni svantaggi. In condizioni di luce estremamente scarsa ai limiti del sensore, la qualità dell'immagine si degrada in un'immagine sgranata e spesso in ritardo. Di conseguenza, la GH1 non è forte in situazioni di luce estremamente scarsa. Sebbene l'EVF funzioni bene in condizioni di scarsa illuminazione e possa offrire una visione migliore rispetto ai mirini ottici, a livelli di luce estremamente bassi, i mirini ottici avranno il vantaggio. In modalità burst, quando il sensore di immagine principale deve eseguire la doppia operazione di registrazione dell'immagine e anche di fornire una visualizzazione live all'EVF, il ritardo dell'immagine potrebbe diventare evidente e può essere difficile seguire un oggetto in rapido movimento nel mirino. Di conseguenza, la GH1, come tutte le attuali fotocamere MFT incentrate sull'EVF, non è una potente fotocamera per sport d'azione. Essendo l'EVF un display elettronico, la GH1 utilizza molta più energia della batteria rispetto alla tradizionale DSLR, richiedendo cambi di batteria più frequenti.

VarioG 14-140 VarioG 14-42
a sinistra lo zoom 14-140 che avrei dovuto avere 
a destra il 14-42 che ho invece trovato con la GH1
 

F) Display orientabile LCD

     Praticamente tutte le funzionalità dell'EVF sono disponibili sul pannello del display LCD articolato da 3" (76 mm) sul retro della fotocamera. L'EVF ha anche un sensore per gli occhi, in modo che l'EVF si spenga quasi istantaneamente, accendendo il pannello LCD quando l'occhio viene sollevato dall'EVF (e viceversa).

 

G) Lo zoom originale 14-140mm

     Lo zoom 14-140 mm ottimizzato per il video è stato criticato come troppo costoso per essere un obiettivo “da kit”, costando tanto quanto il corpo della fotocamera o più. Quando è stata introdotta la successiva fotocamera DMC-GH2, Panasonic ha offerto, come opzione alternativa, un obiettivo da kit con zoom 3x da 14-42 mm molto meno costoso (e molto meno capace), oltre alla combinazione "pregiata" con lo zoom 10x da 14-140 mm.

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Caratteristiche e dati tecnici

 

 

 

 

(tratti dalle specifiche e dai manuali ufficiali Panasonic)

  

 


Costruttore

Panasonic
Famiglia di fotocamere Lumix G
Nome commerciale
del modello
DMC-GH1
Tipo fotocamera digitale DSLR mirrorless (reflex digitale mono-obiettivo, senza specchio)
Standard di innesto degli
obiettivi

Sistema micro 4:3 - anche noto come M4/3 o MFT (Micro Four Thirds), che specifica:

  • le dimensioni del sensore (17.3 x 13 mm - pari a 225 mm2)
  • la distanza sensore/obiettivo ("tiraggio")
  • il dimensionamento meccanico della baionetta di innesto delle ottiche
  • l'interfaccia digitale per l'interazione fra obiettivo e corpo macchina 
Sensore di immagine Tipo 4/3'' Sensore Live MOS 
Pixel effettivi 12,1 Megapixel 
Formato immagine   Formato file
di output
  • solo RAW (RW2 - (Panasonic Raw Format)
  • RAW + JPEG Fine
  • RAW + JPEG Standard
  • solo JPEG Fine
  • solo JPEG Standard
Qualità dei file JPEG 4 possibili combinazioni dei seguenti parametri a) e b)
a) dimensioni
dei file JPG
  • Large
  • Middle
b) modi e rapporti 
di compressione
per i file JPEG
  • Fine     
  • Standard   
Rapporto di immagine
(aspect ratio)
  •   [4:3]  (standard)
  • [16:9]  (panoramico)
  •   [3:2]  (TV)
  •   [1:1]  (quadrato)
Sensibilità Auto (personalizzabile, valore di default LOW - 1600 ISO)
Manual ISO LOW - 3.200
Stabilizzatore
di immagine
Tipo Spostamento del sensore
Modalità
  • [MODE1]  stabilizzazione continua (video)
  • [MODE2]  stabilizzazione premendo il pulsante di scatto (foto)
  • [MODE3]  stabilizzazione verticale (panning)
  • [OFF]       stabilizzazione disabilitata
Scatto Modi disponibili
  • Singolo
  • Raffica
  • Bracketing
  • Temporizzato
Processore Denominazione Panasonic Venus Engine HD
Tipo Sistema di processamento dell'immagine a doppia CPU
Mirino Tipo Mirino elettronico EVF (Electronic View finder)
Numero di pixel 1.440 mila punti 
Ingrandimento Max. 1,4
Campo
inquadrato
Circa 100 % 
Display posteriore Tipo di display Display LCD Vari-angle 
Dimensioni 7,6 cm / 3,0'' (3:2) 
Risoluzione 460 mila punti 
Esposizione Modalità
  • iA Automatica
  • P  Programma
  • M  Manuale
  • Priorità di tempi
  • Priorità di diaframmi
Misurazione
  • Multipla intelligente
  • Pesata a centro
  • Spot
Compensazione dell'esposizione Intervalli 1/3 EV  (da -3 EV a +3EV)
Bilanciamento del bianco
  • Bilanciamento automatico del bianco
  • Luce diurna
  • Tempo nuvoloso
  • Ombra
  • Luci a incandescenza
  • Flash
  • Impost. bianco 1 o 2
  • Impostazione K bilanciamento del bianco
AE Bracketing
  • 3, 5, 7 scatti
  • 1/3 o 2/3 , a passi di +/-2.0 EV
Messa a fuoco Modalità disponibili
  • Automatica
  • Manuale
  • Riconoscimento volti
  • Tracking AF
  • Messa a fuoco su 23 aree
  • Messa a fuoco su 1 area
Otturatore Tipo otturatore meccanico sul piano focale
Tempi disponibili Posa "B" (max. 4'), 60" – 1/4000"
Flash Tipo incorporato, a scomparsa nel corpo macchina
Numero guida 11 (ISO 100)
Funzionalità
  • AUTO
  • Riduzione occhi rossi
  • Attivazione forzata
  • Sinc. lenta
  • Disattivazione forzata
Tempo di sincronizzazione pari o inferiore a 1/160"
Scatto in sequenza Velocità (H - L) 3fps (high) - 2fps (Low) 
Numero max.
di fotogrammi
7 fotogrammi (RAW) 
Fino alla capacità della scheda (JPG)
Sistema di registrazione video AVCHD
  • Full HD 1920 x 1080 (16:9)
  • HD       1280 x 720   (16:9)
Motion JPEG
  • 1280 x 720  (30fps)
  •   848 x 480  (30fps)
  •   640 x 480  (30fps)
  •   320 x 240  (30fps)
Opzioni di personalizzazione My Menu 4 impostazioni memorizzabili
(possono essere impostate sulla ghiera delle modalità)
Dimensioni Larghezza 124 mm 
Altezza  90 mm 
Profondità  45 mm 
Peso 385 g (batteria e scheda di memoria incluse)
Unità di memoria Schede SD SD, SDHC
Batteria Tipo Panasonic DMW-BLB13E
Tensione 7.4 V
Capacità 1.250 mAh
Ingressi e uscite Connettori protetti da coperchio in gomma [HDMI]
  • HDMI Type C
[Digital AV / OUT]
  • USB 2.0 (Hi-Speed) - oppure, in alternativa:
  • Video output (PAL/ NTSC)
Connettore esterno mini-jack
  • microfono esterno DMW-MS1 - oppure, in alternativa:
  • telecomando a filo DMW-RSL1 (opzionale)
Esterno Finitura Gommata, antiscivolo
Colori disponibili
  • K   Black
  • R   Red
  • N   Gold
Firmware Versione caricata V. 0.0 (già presente al momento dell'acquisto)
Aggiornamento disponibile V. 1.3 1
Lancio sul mercato Marzo 2009  

  

Nota

  1. Questo FW è disponibile ma... non ci voglio provare: se qualcosa va male, rischio di mettere fuori uso la fotocamera! Per lo stesso motivo, non prendo in considerazione l'idea di montare un FW "piratato", cioé modificato (in modo assolutamente non garantito da Panasonic) da uno sconosciuto, evidentemente esperto nel disassemblare e modificare il linguaggio macchina contenuto nel file binario di aggiornamento (ho anche letto che le migliorie introdotte dovrebbero riguardare solamente la parte video, che non uso mai)

 

 

 

   manuale DMC-GH1

Manuale d'uso

Questa immediatamente a fianco è la copertina del manuale originale del mio esemplare, che come oramai accade per tutti i prodotti digitali, viene fornito solamente su supporti fisici (in questo caso era su un CD) o va scaricato direttamente dal sito del produttore.

(cliccare sulla figura per scaricare il documento) 

 

 

Immagini

In queste immagini ho ripreso la mia Lumix DMC-GH1, sia equipaggiata con l'obiettivo Lumix VarioG 14-42 con cui mi è stata venduta sia con il tele-zoom Lumix Vario G 45-200mm acquistato in seguito; infine, anche senza ottica montata, evidenziandone il sensore MFT. 

 

FrontWithLens RightSide
Vista frontale con lo zoom Vario G 14-42mm

Vista di tre quarti con lo zoom Vario G 14-42mm

BackLit LensBody
Il dorso con lo schermo LCD acceso 

Vista frontale con il bocchettone MFT aperto e lo zoom 14-42 mm
 
Top topLCD
Vista dall'alto con la comoda impugnatura a destra

Vista superiore con lo schermo LCD in posizione estesa

telecarry teleextd
Il grosso barilotto del tele 45-200mm in posizione chiusa

Il Lumix Vario G 45-200 mm in posizione estesa
(notare l'interruttore dello stabilizzatore d'immagine interno) 
FrontTele FrontOpened
Vista frontale del tele-zoom Lumix Vario G 45-200 mm 

La flangia d'innesto obiettivi ed il sensore m4:3 da 12 MPx

   


 

 

 

 

Sito ufficiale

     Essendo fuori produzione già da molti anni, oramai il sito ufficiale Panasonic non menziona più da tempo la mirrorless capostipite GH1 (nel frattempo, la serie "GH" di mirrorless di alta gamma ad obiettivi intercambiabili a standard micro 4:3 è già arrivata alla GH5...). Possono comunque essere di interesse i seguenti siti:

 

Le full-frame Lumix S

     Nel frattempo, in questi ultimi anni è anche nata una linea di fotocamere professionali Panasonic a pieno formato, le Lumix S con le relative ottiche dedicate. Inizialmente l'idea di provarne una mi aveva affascinato, ma quando ne ho visto una "dal vivo" in un negozio, abituato alle dimensioni ridotte e maneggevoli delle micro 4:3, mi è totalmente passata: le Lumix S sono grosse, squadrate, pesanti (e costosissime, specialmente le ottiche), e mi hanno dato l'idea di una tecnologia "mastodontica" e sorpassata (anche se probabilmente la qualità è realmente professionale).

Questo
 esempio può rendere l'idea della vera differenza fra l'utilizzare sistemi micro 4:3 e full-frame:

  • la mia GH1, nella sua configurazione più ingombrante (cioè con il tele-zoom 45-200mm) pesa 850g.

  • nella famiglia Lumix S un'accoppiata analoga non c'è nemmeno (non esiste un obiettivo da 400mm nel catalogo), ma quello più vicino, il 70-200mm (equivalente quindi, in formato MFT, "solo" ad un 35-100mm) pesa da solo 1,57 Kg, e con uno dei corpi macchina meno grossi (poco più di 1 Kg), ben 2,6 Kg in totale: più del triplo!(*)

(*) e la differenza di prezzo è ancora più marcata, a causa sia del molto maggior costo di produzione di un sensore grande quattro volte
     quello MFT, sia soprattutto delle lenti per obiettivi full-frame, molto più grandi di quelle in uso nello standard MFT)


...però, certo, al massimo i sensori MFT hanno circa 20 MPx, mentre le Lumix S vanno da... 24,2 fino a ben 47,3 MPx

 

 

Recensioni

Nota: quasi tutte risalenti all'uscita della fotocamera sul mercato

Sito Anno
DPreview 2009
c|net 2010
imagingResource 2009
PhotographyBlog 2009
DigitalCameraReview    2009
PhotoReview 2009
DXOMARK 2010
TrustedReviews 2020

 

 

Tutorial

Tutorial/Recensione (da YouTube) Anno
Panasonic G1/GH1: Image Quality and Resolution 2009
Panasonic Lumix DMC-GH1 2010
Panasonic Lumix GH1 tutorial 2010
11 Years Later - Panasonic Lumix GH1: Mini-Review 2020 2020
LUMIX GH1: Celebrating the Legacy of This Lovely Golden Camera 2020

 


IvanEditor

 

      (Ivan – 10/01/2021)

 


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