Sigma DP1 quattro heading

{jcomments on}La SIGMA dp1 quattro


     Ho comprato solo da poco la fotocamera qui sopra (vedere qui come e perché ho deciso di acquistarla, e le prime prove), estremamente diversa dalle "normali" mirrorless a cui sono abituato e (purtroppo, ma -per altri motivi- anche... per fortuna!) completamente incompatibile con queste: azzarderei quasi a dire che bisogna usarla in un'ottica totalmente diversa (e, per me, del tutto nuova). Le impressioni che ne ho avuto finora sono però ancora incomplete ed immagino che varieranno man mano che acquisterò esperienza usando l'apparecchio.

     Le due fotocamere digitali che ho usato finora, l'Olympus OM-D E-M5 Mk.II e la Panasonic Lumix DMC-GH1, pur avendo diversità principalmente dovute all'essere state progettate a quasi 10 anni di distanza (tecnologica) una dall'altra, non differiscono però come filosofia di utilizzo: hanno entrambe lo stesso standard ottico (il formato micro4:3), la possibilità di cambiare obiettivo, il look tradizionale delle reflex "serie" ed un consistente numero di prestazioni di alto livello che le rendono adatte a soddisfare, anche se magari non in maniera professionale, un po' tutti i generi fotografici.

    Questa, invece, ha l'ottica fissa, un design particolarissimo e squadrato che può facilmente non piacere, è molto rumorosa in condizioni di alta sensibilità, ha l'autofocus lento, è piuttosto ingombrante, è già un po' datata (2015), costa cara... e allora, perché andare a scegliersi questa strana cosa? Beh, ovviamente un ottimo motivo c'è, e penso che l'immagine di esempio qui sotto lo possa spiegare molto meglio di tante parole: 

sigma dp1 quattro sample
Una delle prime immagini scattate(*) con la Sigma dp1 quattro: da notare la definizione ed i colori!

(*)
senza alcuna post-elaborazione

 

     Credo si sia capito: questa fotocamera ha una definizione ed una qualità fotografica realmente eccezionali, tanto da compensarne ampiamente le scomodità ed i limiti. Perché? Il motivo sta tutto nel suo eccellente sensore di immagine, il Foveon, diverso da tutti gli altri in commercio (cosa che gli ha causato una vita travagliata, almeno finora) perché realizzato con criteri del tutto differenti.
 

 

Il Foveon, questo sconosciuto...

sigma quattro foveon sensor vs bayer
Confronto fra le architetture dei sensori Foveon X3 (a Sx) e Bayer (a Dx)

    Anni fa mi trovai per caso a discutere di fotografia con un collega di un altro reparto, che conoscevo molto poco. Oltre a varie opinioni ed argomenti che ho dimenticato, rimasi colpito da una sua frase: "Per comprarmi una fotocamera aspetto il giorno in cui verrà messa in commercio una digitale con il sensore Foveon". Sensore Foveon? Mai sentito prima!

    La cosa mi incuriosì molto, e scoprii che era il nome di una piccola società che deteneva il brevetto dell'omonimo sensore fotografico digitale, totalmente diverso da tutti gli altri sul mercato, che sono tutti basati sulla stessa architettura (cioè quella, nota come sistema Bayer, in cui ogni pixel è costituito da tre microcelle affiancate, ognuna sensibile soltanto ad uno dei tre colori fondamentali: Red, Green, Blue)(1). Il Foveon, invece, ha ogni pixel costituito da tre microcelle sovrapposte, anch'esse sensibili ognuna ad un solo colore (riproducendo così in digitale la struttura delle pellicole a colori, che avevano le emulsioni fotosensibili disposte proprio a strati sovrapposti). Questa diversa struttura, sulla carta, permette prestazioni di qualità (definizione e fedeltà dei colori) molto maggiore del Bayer.

     Poi, per anni, non ne ho più sentito parlare (ma la curiosità è rimasta...), finché non ho visto citare il Foveon in un video di YouTube, in cui si confrontavano due fotocamere Sigma equipaggiate proprio con un sensore di questo tipo, e se ne parlava molto bene. Una breve ricerca in rete mi ha aggiornato sulle novità: nel frattempo la piccola Foveon Inc. è stata acquisita da Sigma, un produttore giapponese di ottima qualità noto per i suoi obiettivi universali, che è così diventato l'unico a produrre e vendere fotocamere con questo sensore "diverso". Poi, proseguendo la mia ricerca, ho scoperto parecchie altre cosette molto interessanti:

  • il Foveon, almeno a vedere le foto che produce (ecco un esempio della sua definizione, impressionante!), è realmente straordinario quanto a dettagli e colori

  • molti appassionati perfezionisti attendono da anni l'arrivo sul mercato di un sensore Foveon in formato full-frame (quelli in commercio sono a standard APS-C, con una superficie pari alla metà di quella del F.F.)(2)

(1) in realtà esiste anche un terzo tipo di sensore, l'X-Trans utilizzato soltanto nelle fotocamere Fujifilm Serie X, che però non è altro che un sensore Bayer "ottimizzato" disponendo i fotositi in modo pseudo-casuale per evitare l'indesiderato effetto moiré che può risultare fotografando soggetti ad elevata ripetitività spaziale (tipicamente, l'erba)

(2) questi appassionati… attendono ancora: la Sigma, che aveva già annunciato l'arrivo di una fotocamera dotata di un Foveon full-frame, ha fatto marcia indietro pochi mesi fa, a causa di gravi problemi di riproducibilità in serie del sensore, dichiarando di aver azzerato l'intero progetto ed essere ripartita da zero!

 

 

Spunta una "ipotesi Foveon" fattibile!

    Ma la scoperta più stuzzicante è stata quella pratica, cioé che ora esistono fotocamere basate sul Foveon: ovviamente sono della Sigma, la società che attualmente ne detiene il brevetto, che produce due linee principali di fotocamere con questo sensore:

  • la costosa mirrorless SD quattro(3) ad ottiche intercambiabili

  • la più abbordabile serie di "compatte" dp quattro (dp0, 1, 2, 3): sostanzialmente sempre la stessa macchina ma equipaggiata con 4 diverse ottiche fisse:
     
fotocamera ottica (fissa) focale equivalente
in formato 35mm
dp0 quattro Sigma 14mm f/4.0 21mm
dp1 quattro Sigma 19mm f/2.8 28mm
dp2 quattro Sigma 30mm f/2.8 45mm
dp3 quattro Sigma 50mm f/2.8 75mm

 

Tutte le fotocamere hanno lo stesso sensore(4), che ha le seguenti caratteristiche:

sensore Foveon X3 quattro direct image sensor
tecnologia CMOS
standard APS-C
dimensioni 23.5 x 15.7mm
risoluzione 20MP
risol. equivalente
(sistema Bayer)
39MP

 

(3) "quattro" (in italiano anche nell'originale) sta ad indicare che tutte queste fotocamere sono equipaggiate con la versione più recente ed avanzata del Foveon, la X3 quattro, che differisce dalle precedenti in quanto lo strato superiore (blu) ha un numero di fotorecettori quattro volte superiore a quelli sottostanti. Questa nuova distribuzione, secondo Sigma, dovrebbe dare una maggior risoluzione, mentre il mantenere gli strati verde e rosso alla (relativamente) minore densità già disponibile in precedenza dovrebbe velocizzare l’elaborazione dell’immagine, e soprattutto migliorare le prestazioni del Foveon relativamente al rumore ad alti valori di sensibilità (high ISO), noto punto debole di questo sensore.

(4) in realtà esiste anche il modello SD quattro H, con il sensore in formato APS-H, con dimensioni lievemente maggiori dell'APS-C (26.7x17.9mm contro 23.4x15.5mm, con una superficie di circa il 30% superiore ma la stessa densità di pixel) 

 

Quale modello scegliere

    Esclusa immediatamente la SD quattro, sia per il prezzo che per essere di fatto un doppione delle mie mirrorless, per di più incompatibile con loro, inizio ad interessarmi alla serie delle "compatte" dp quattro. Una fotocamera ben strana, però, decisamente "fuori dal coro" per vari motivi:

  • la curiosa scelta di vendere 4 macchine diverse anziché un unico corpo con ottiche intercambiabili (classificate come "compatte", anche se di tascabile hanno poco a causa dell'ottica, ingombrante e non retrattile né rimovibile)

  • l'eccellente qualità dell'immagine (equivalente a 39 MP!), che è stata paragonata a quella delle ormai rare fotocamere medio formato, che solitamente costano… a partire da cinque volte tanto! Comunque, anche i quattro modelli della serie dp quattro sono piuttosto cari  (dai 750 ai 1.000 €, a seconda del modello e del venditore), anche se 2-3 volte meno della SD quattro

  • la curiosa la forma del corpo macchina, con una presa "rovesciata" che è praticamente unica, dal design "essenziale" (tutto nero, senza mirino, con pochi tasti e l'aspetto squadrato, quasi spartano) 

  • infine, ho anche notato ed apprezzato che le dp quattro hanno una modalità di funzionamento dedicata al B/N, un genere che non ho mai potuto praticare ai tempi della pellicola, ma che mi attira parecchio per le sue potenzialità espressive (ecco alcuni esempi eccellenti, scattati con la "sorella" dp2 quattro).

     In generale, questi apparecchi sono considerati un po' obsoleti (sono usciti intorno al 2015), un po' scomodi (si impugnano bene solo con due mani), con un'interfaccia grafica non al passo con i tempi, un autofocus lento... ma con un fenomenale asso nella manica, costituito dal sensore Foveon che fornisce una stupefacente qualità d'immagine. In una recensione risalente al momento della sua uscita sul mercato, la dp1 quattro è stata definita così:
 

    Potremmo definirla, in poche parole, un’eccellente fotocamera per fotografi paesaggisti che vogliono scattare foto di ottima qualità alla minima sensibilità, magari usando la fotocamera sul cavalletto, meditando sullo scatto, non avendo alcuna urgenza di scattare in sequenza e che, ovviamente, si facciano bastare l’unica focale disponibile.

     Dato che in questa definizione mi ci ritrovo parecchio, pensando che saprò apprezzarla ho deciso di acquistarla. Volendone però (ovviamente) comprare una sola, non volevo sbagliare ottica, dato che in tutte è fissa e non smontabile. Ho così scartato immediatamente la dp3 con l'equivalente 75mm, che non mi pare una focale adatta a valorizzare fotografie ultradefinite, né così ideale per i tipi di foto che faccio abitualmente io; la stessa sorte è poi toccata alla dp0 (21mm eq.): anche se immagino che a volte un supergrandangolare possa dare risultati strabilianti, la focale è così estrema che, dovendone scegliere una sola, non sono sicuro possa essere sempre la più adatta.

     Restavano quindi dp1 (28mm) e dp2 (45mm), e per sceglierne una con un criterio che non fosse né emotivo né improvvisato ho organizzato diversi tipi di prove (simulandone i risultati scattando allo stesso soggetto foto con le due focali in esame, simulandone l'uso equipaggiando con un 28 ed un 50mm le mie Olympus OM analogiche e provando ad inquadrare soggetti diversi; infine, simulando una fotocomposizione in postprocessing partendo da serie di fotogrammi con l'una o l'altra ottica): il risultato ha favorito il 28mm equivalente, forse più stimolante e creativo del "normale" e comunque "fotomontabile"). Quindi ho scelto la dp1 quattro, eccola:

  

Sigma dp1 quattro
Sigma DP1 quattro Sigma DP1 quattro   side Sigma DP1 quattro   backside
Vista frontale: design super essenziale Viste laterali: spicca l'originalità (o la bizzarria?) della forma

 

    In realtà non ho acquistato la sola fotocamera: ho approfittato di un'offerta (il "dp1 quattro – LCD view finder kit") che, per pochi euro in più comprendeva anche il viewfinder LVF-01l’addizionale ottico che trasforma l’LCD in un mirino (che, comprato separatamente, costa non meno di 240 €), da usarsi in condizioni di forte luminosità. Probabilmente non l'avrei mai comprato, ma a questo prezzo bassissimo non mi dispiace averlo a disposizione. 

 

Caratteristiche principali della Sigma dp1 quattro(5)

 

sensore Foveon X3 quattro APS-C CMOS - (dimensioni 23,5×15,7mm, pari a 370 mm2)(6)
risoluzione 29,8 Mp (equivalente ad un sensore convenzionale Bayer da a 39 Mp)
ottica
  • obiettivo fisso Sigma 19mm f/2.8 (equivalente a 28mm in formato 35)
  • messa a fuoco: autofocus/manuale - range massimo limitabile
  • distanza minima di messa a fuoco: 20cm
display LCD da 3", 921K punti
mirino non presente - l'accessorio LVF-01 (compreso nel prezzo dell'offerta) converte l'LCD in mirino ottico
modalità di scatto P/A/S/M (programma, priorità di diaframmi, priorità di tempi, manuale) 
formato immagini  RAW (con compressione lossless a 14 bit) - DNG (12 bit) - JPEG
sensibilità 100 - 6400 ISO
supporto di memoria scheda SD, SDXC
costruzione corpo in lega di magnesio (peso circa 450g) 
particolarità livella elettronica a doppio asse, svariati modi colore, modalità speciale per il B/N
RAW postprocessing solo mediante il tool (gratuito) Sigma Photo Pro

 

(5) per le specifiche di dettaglio rimando al sito della Sigma

(6) per un confronto puramente dimensionale, il sensore del sistema micro 4:3 (usato dalle mie
     Lumix ed Olympus) misura invece 17,3x13mm (pari a 225 mm2, solo il 60% del Foveon)

 

 

Il "cuore" della dp1: il sensore Foveon X3 quattro

quattro solution image new
La nuova architettura introdotta con il sensore Foveon X3 quattro (rapporto celle R,G,B = 1:1:4) rispetto a quella della generazione precedente

     La Sigma dp1 quattro ha il suo "asso nella manica" del sensore Foveon, la cui variante quattro indica un’evoluzione del precedente Foveon X3 ed è contraddistinta dal rapporto 1:1:4 nel numero di pixel per i canali rispettivamente del Rosso, Verde e Blu. Lo strato superiore cattura luminosità ed informazioni sul colore Blu, mentre gli ultimi due strati acquisiscono solo le informazioni sui colori Rosso e Verde. Rispetto al precedente, questo schema asimmetrico migliora i problemi relativi alle basse luci e restituisce una fedeltà cromatica più alta del precedente sensore "non quattro". I suoi punti di forza sono:

  • resa dei colori: grazie all'allineamento dei fotositi per ogni pixel, che non rendono necessari i sistemi di interpolazione e gli altri accorgimenti necessari sui sistemi Bayer, il contributo dei relativi errori di calcolo viene eliminato, e con essi gli artefatti indesiderati

  • risoluzione: anche se il sensore ha un numero di pixel pari a 29,8Mp, dati da 20Mp (strato blu + luminosità) + 2 x 4,9Mp (strati rosso e verde), è paragonabile ad un sensore Bayer da ben 39Mp (i precedenti Foveon erano invece da 15Mp, equivalenti a 30Mp Bayer)

 

Prime impressioni d'uso

    Ho la macchina fra le mani da così poco tempo che posso solo dare qualche giudizio del tutto provvisorio (magari poi per qualcuno cambierò opinione, non so):
 

sigma dp1 quattro sample2
Una spettacolare immagine prodotta dalla Sigma dp1 quattro
  • configurabilità e flessibilità d'uso: rispetto ad esempio all'Olympus, la dp1 quattro è più primitiva: pochi menu con meno parametri, senza stabilizzatore, quasi nessuna funzionalità "speciale" (se non l'SFD, il "Super Fine Detail" che richiama quel "hi-res mode" caratteristico delle Olympus più sofisticate). Non mi pare una fotocamera versatile o tutto fare, quanto piuttosto il contrario, cioé dedicata a fare (benissimo) solo certi compiti, come le foto panoramiche, ad esempio.

  • portabilità e maneggevolezza: la dp1 quattro viene venduta come "compatta" (forse in contrapposizione a "mirrorless", forse per l'ottica fissa e la forma squadrata ed apparentemente semplificata), ma non lo è affatto! Una volta presa in mano il peso si fa notare, infatti lo chassis è in metallo (lega di magnesio) e si sente! Inoltre, non è affatto "piccola": in una recensione avevo letto "grande come un iPhone6" …per niente! Affiancandole il mio iPhone8 (che ha le stesse dimensioni del 6), il corpo della fotocamera è effettivamente molto simile (ma quasi 3 volte più spesso), ma poi “avanzano” ancora sia il corposo blocco dell’impugnatura sia soprattutto il barilotto dell’ottica, che non ha proprio nulla di "compatto": è grande come un obiettivo per reflex! Decisamente, in una tasca non ci starà mai! Se proprio devo definirla, più che una "compatta" la classificherei come "diversa" (dalle normali mirrorless) o come "specialistica" per gli utilizzi...

  • post-processing: perché lo inserisco fra i giudizi sulla fotocamera? Perché i comuni tool di fotoritocco non gestiscono il formato X3F (il RAW della Sigma), ed è necessario utilizzare Sigma Photo Pro, il tool fornito (gratuitamente) da Sigma per poter eseguire all'incirca le tarature tipiche ad esempio di CameraRAW di Adobe. E il giudizio? A parte i risultati sulla qualità dell'iimmagine davvero notevoli (importantissimi, certo), tutto il resto lascia un po' a desiderare: è lento (ma ogni file X3F pesa mediamente 50MB!), macchinoso e dall'interfaccia ostica. E non permette nemmeno di raddrizzare o tagliare il fotogramma! Di fatto saranno necessarie due fasi: la prima con questo tool (in sostituzione di CameraRAW), poi con Photoshop, per tutto il resto. 

  • risultati: basta un solo aggettivo, eccellenti.

 

 

Il viewfinder

     Raramente ho visto un accessorio così brutto (montato, rende parecchio sgraziata la già "particolare" linea della dp1) ma così ben fatto! Una volta fissato al corpo macchina tramite l'attacco per il cavalletto, quasi tutto il solido blocco di plastica rigida di cui è formato si può rapidamente mettere e togliere facendolo scivolare su una rotaia. Resta solo il telaio che incornicia il display avvitato, che quasi non si vede (nero e sottile su nero spesso…).

visore dia
Un vecchio visore per diapositive, la cosa più vicina alla Sigma dp1 quattro con il viewfinder montato!

     Il materiale con cui è costruito è una plastica solidissima, ma quello che mi colpisce di più è l'oculare, che ruota per regolarne l'ingrandimento in modo perfetto, scorrendo senza intoppi e con la giusta resistenza come quello di un binocolo di ottima marca, con le tacche di regolazione incise in modo ineccepibile ed il coperchio di chiusura assicurato con un laccetto!

dp1 vs OM-D
La mirrorless "tradizionale" Olympus E-M5 Mk.II (a destra) a confronto con la Sigma dp1 quattro (a sinistra), un vero alieno!

     Sostanzialmente è un semplice sistema di proiezione che, attraverso una lente regolabile puntata sullo schermo LCD, lo trasforma in un mirino elettronico da usarsi in condizioni di forte luminosità ambientale. Solo che questo…. è un mirinone, mai visto uno così grande se non nelle medio formato! E anche l'oculare in gomma e lente diottrica sono enormi, rispetto a quelle delle SLR o mirrorless, forse più del doppio!

    Il display è luminoso, anche se ne ho visti di più dettagliati(7), e le sue generosissime dimensioni fanno sì che, anche regolando bene l'ingrandimento della lente dell'oculare, non tutte le icone risultino perfettamente a fuoco (ma questo potrebbe anche essere dovuto al mio astigmatismo). Capisco comunque chi ha detto che le queste fotocamere sono fatte per chi non ha fretta: con il viewfinder montato, la dp1 è decisamente voluminosa ed ingombrante, o quantomeno ben diversa dal look di ogni altra fotocamera che io abbia mai preso in mano! Mi pare di avere in mano un visore per diapositive (un aggeggio oramai "fossile" di cui non esiste un equivalente digitale), solo molto più grande!

(7) l'uscita sul mercato della serie dp quattro risale al 2015, all'incirca, e probabilmente era equipaggiata con un display LCD più o meno allineato allo "stato dell'arte" di questi componenti in quel periodo. Negli ultimi anni, invece, la risoluzione di questi display ha fatto un balzo in avanti, rendendo "vecchi" tutti quelli precedenti: il viewfinder della mia Lumix GH1 del 2009, ad esempio, sembra un giocattolo rispetto a quello del'E-M5 Mk.II del 2015!

 

Sigma dp1 quattro con il viewfinder LVF-01 montato
front top
vista frontale vista superiore


    La curiosa forma della fotocamera, già del tutto diversa dalle normali mirrorless, risulta ancor più particolare montando il viewfinder, e ricorda al più qualche fotocamera medio formato.

 

 


IvanEditor

 

      (Ivan – 02/09/2021)


.   

 

 

Commenti offerti da CComment

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva