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Back to the roots ("ritorno alle radici")

     Perché questo titolo? Intanto, perché suona bene (sembra quello di un film…), ma soprattutto perché quest'estate sono (fotograficamente) tornato a quel che facevo (o meglio, a quello che avrei voluto fare) al tempo dei miei primi approcci alla fotografia: le macro.


Da allora (fine anni '70)...

SpeakingCricket

SpeakingCricket-Disney

Anche se il suo vero nome è "Chortippus parallelus", questo verde animaletto in posizione eretta e saputella non ricorda proprio... il Grillo Parlante di Pinocchio, nella celebre versione della Disney?

     A dire il vero, allora (intorno ai 16-17 anni) macrofotografie… non ne facevo affatto: non avendo l'attrezzatura necessaria mi limitavo a desiderare di poterne scattare, ma i risultati ottenuti da questo genere fotografico sono proprio quelli che mi hanno colpitoe poi attratto verso quel mondo di fotocamere, obiettivi e pellicole che da allora continua ad interessarmi(1). Per quei miei primi approcci avevo anche sfruttato le lenti addizionali prestatemi da un amico, un po' più esperto ed attrezzato di me, e già mi avevano affascinato i risultati, con colori e dettagli che allora mi parevano eccellenti ed inaspettati

     Quando poi, arrivato intorno ai 18 anni, ho comprato la mia prima reflex, l'Olympus OM-1(2), oltre all'obiettivo standard con cui veniva venduta (lo Zuiko OM-System 50mm f/1.8 che saltuariamente uso ancora), mi ero subito dotato, anziché di una seconda ottica, di un set di 3 tubi di prolunga (che ho ancora adesso, tuttora funzionanti, e che generano macro di qualità ben superiore agli accrocchi delle tre lenti addizionali), proprio perché non vedevo l'ora di mettermi alla prova con le foto ravvicinate

     In realtà, considerando le difficoltà tecniche di realizzazione delle macro(3) ed il costo delle pellicole, non posso certo dire di averne scattate tante, di quelle foto, ma la soddisfazione c'era… e mi è rimasta negli anni a venire 

(1)  mi fermo alla parte delle riprese perché quella che segue, lo sviluppo, mi è sempre parsa troppo vicina alla chimica (o meglio, troppo simile all'alchimia, con tutti quei liquidi misteriosi e puzzolenti, maneggiabili solo al buio!) e non mi ha mai interessato; infatti facevo solo diapositive (sviluppate dei laboratori specializzati), tranne qualche raro rullino in B/N sviluppato per me da amici pazienti…

(2)  naturalmente mi riferisco a quella originale degli anni '70, un capolavoro di meccanica miniaturizzata totalmente manuale, di certo non alla sua omonima ed avanzatissima riedizione digitale di 50 anni dopo!

(3) allora non esistevano flash TTL, per cui si utilizzavano tabelle poco più che empiriche per l'esposizione, con risultati non molto affidabili; inoltre, la scarsissima profondità di campo era -e lo è tuttora, purtroppo- sempre in agguato e pronta a rovinare un soggetto interessante, lasciandone a fuoco solo una parte, o peggio

 

Ad oggi... (più di 45 anni dopo)

      Ecco perché, dovendo passare un po' di giorni di riposo (un pensionato non può più parlare di "ferie", no?) nella casa dei miei suoceri al confine fra Liguria e Piemonte, e senza poter fare qualche giro lì intorno per il troppo caldo (ancora pochi giorni fa, il termometro dell'auto segnava un incredibile +39° a Ceva, nei pressi delle Langhe!), approfittando del verde rigoglioso del Colle di Nava, con fiori e, ovviamente, insetti, mi sono rimesso all'opera con lo M.Zuiko 60mm f/2.8 macro fatto apposta per questo scopo (ma anche lo M.Zuiko 12-40mm f/2.8 PRO non scherza!).

 

     Questa volta, per mia pigrizia, non mi sono portato dietro né il flash (TTL) né il supporto articolato dove fissarlo, né alcun tipo di schermo riflettente (anche perché le foto a sfondo quasi nero, tipiche di questa tecnica, non mi entusiasmano granché). Tutte le foto sono quindi scattate in luce naturale, alzando gli ISO per quelle in ombra (magari anche troppo, ma comunque ho dovuto gettare molte foto perché mosse), ma almeno così lo sfondo, seppure confuso e sfocato, non ha nulla di artificiale.

    Naturalmente, con un'attrezzatura digitale semi-professionale, stavolta qualche risultato piacevole l'ho ottenuto, anche se forse non così soddisfacente come avrei voluto.

     Pubblico la galleria delle foto migliori in questo album di Google Foto. Oltre agli insetti, sicuramente protagonisti, ho aggiunto anche altro: licheni, foglie, fiori e germogli, perché, come pensavo già allora, vedere il "piccolo" da vicino è sempre interessante.


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L'ALBUM FOTOGRAFICO                



 

Uno splendido esemplare di Ninfa minore (Pamphila) ripreso mentre si nutre aspirando il nettare da un fiore di campo, mantenendosi delicatamente in equilibrio sulla sua corolla

Ninfa minore (Pamphilus)

 

  

 Dalle esperienze di questi scatti effettuati (letteralmente…) "sul campo" ho anche imparato qualcosa di utile:

  • dopo aver letto: "si consiglia di fotografare gli insetti nelle prime ore del mattino, quando sono meno attivi" ci ho provato, ma alcuni sembravano assatanati già con il primo sole! Piuttosto, penso sia meglio provarci quando il sole è basso, almeno la luce è più suggestiva che quella del primo pomeriggio

  • avendo inutilmente cercato farfalle per un paio di giorni, ho scoperto che si trovano molto più facilmente all'ombra che non in pieno sole, e si comportano in modo bizzarro: dopo aver volato a lungo vorticosamente in modo apparentemente casuale, quando si fermano su un fiore (ma anche al suolo) possono restarci per molti secondi, lasciandosi fotografare con tutta calma. Spesso, però, tengono le ali richiuse, obbligando il fotografo a riprenderle solo di fianco

  • sempre le farfalle sembrano estremamente sensibili ai movimenti bruschi del fotografo, che le allarmano e le fanno implacabilmente fuggire. Avvicinandosi lentamente, invece, le probabilità di non perdere lo scatto fortunatamente aumentano di molto. Lo stesso (o forse ancora di più) vale per le lucertole, mentre in generale tutti gli altri insetti (mosche, vespe, api e grilli) sono molto meno sensibili

  • alcuni grossi insetti (ad esempio i bombi) sono praticamente imprendibili, dato che in media rimangono su ogni fiore per meno di un secondo (impossibile focheggiare con precisione in così poco tempo!). In questi casi bisogna attendere con pazienza che, forse per stanchezza, interrompano i loro voli eccitati, fermandosi molto più a lungo su un fiore

  • molti insetti… non sono fotogenici: per succhiare il nettare da un fiore quasi tutti vi  sprofondano la testa, di fatto nascondendola e rendendo ben difficile ritrarli in modo che questa sia visibile. È invece facile che offrano… il didietro, ma questa posa non genera sicuramente "belle foto"...

  • più che il colore, ad attirare gli insetti penso sia l'odore: anche fiori apparentemente ben poco appariscenti sono molto "visitati". La lavanda, poi, di cui esistono cespugli veramente grandi (piantati a scopo ornamentale), li fa letteralmente impazzire: intorno ai ciuffi violetti c'è sempre un turbinìo di api, vespe, bombi ed altri piccoli insetti. Si muovono, sì, ma sono talmente tanti che le occasioni di riuscire a scattare una buona foto non mancano certo. 

 

Bombus take off
Un grosso e (a suo modo...) pesante bombo (Bombus Lucorum) ripreso mentre si solleva verticalmente da un fiore di lavanda, proprio come un elicottero da carico! 

 

 

New entry: le foto a raffica

 

      Fra le tecniche di cui ho fatto esperienza in questi giorni ci sono le foto a raffica, opzione che di fatto non avevo mai provato fino ad ora(4), anche perché il tipo di fotografia che pratico non richiede quasi mai simili prestazioni

      Dato che, diversamente dai tempi della pellicola, la raffica non si "mangia" in pochi attimi un intero caricatore di costosa pellicola, ho potuto testare questa prestazione, e almeno un risultato interessante l'ho agguantato: il "decollo" di un grosso bombo, ripreso proprio mentre si stacca da un fiore di lavanda! 
 

  OM 2 Winder 2 La mia Olympus OM-2, qui equipaggiata (solo più per  esposizione, purtroppo...) con lo Zuiko OM System 35mm f/2.8 e montata sul Winder 2

Da notare che il tutto pesa ben 1,1 Kg, ed il 35mm non è certo un grosso obiettivo. Ed allora era considerata una fotocamera "miniaturizzata"!

(4) mai provate nonostante anni fa, quando già la fotografia iniziava a rivoluzionarsi con il digitale e si intuiva che l'analogico stesse per "andare in pensione", avessi acquistato un Winder 2 dell'Olympus seminuovo a poco prezzo.
Questo accessorio era un avvolgitore a motore elettrico che permetteva raffiche di scatti (seppure a velocità non troppo elevate), compatibile sia con l'OM-1 che con l'OM-2, le mie fotocamere di allora.
Di fatto, però, non avendo particolari occasioni per sfruttarlo, mi sono sempre limitato ad usarlo come... riarmo automatico dell'otturatore: in presenza del Winder-2, dopo ogni scatto la fotocamera veniva ricaricata immediatamente, risultando quindi sempre pronta "a cogliere l'attimo".
Dato che allora i miei figli erano piccoli e molto spontanei, questo sistema mi veniva utile per non perdere attimi unici, rendendo così molto più interessanti quelle istantanee!

 

 


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                               (Ivan – 03/09/2023)
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