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       Storia della Olympus(*)

 

        L'attuale Olympus Corporation è una società giapponese fondata a Tokyo più di cento anni fa, presente sui mercati di tutto il mondo ed all'avanguardia, oltre che nel settore fotografico, in quello della microscopia ed in campo medicale.

 

Prima delle fotocamere

La società fu fondata a Tokyo da Yamashita Takeshi nel 1919 come "Takachiho Works", ed i suoi primi prodotti furono microscopi e termometri. A quel tempo, il Giappone importava tutti i suoi microscopi (ed altri strumenti), principalmente dalla Germania: la nuova società aveva la chiara ambizione di competere e persino superare questi prodotti di alta precisione importati dall’estero (ancora oggi l’Olympus è nota per i suoi prodotti nel campo delle apparecchiature medicali).

Il primo microscopio fu prodotto all'inizio del 1920 e venduto da Tokiwa Shōkai con il proprio marchio Tokiwa. I diritti per il nome commerciale Olympus furono richiesti nello stesso anno 1920 e concessi all'inizio del 1921. La società fornì microscopi alla Marina giapponese e alla fine del 1933 divenne una "fabbrica approvata dalla Marina". Offriva un'apparecchiatura per scattare foto al microscopio composta da un prisma, un otturatore semplificato ed una camera oscura che permetteva di impressionare un vetro smerigliato o lastre di vetro 56×93mm.

 

I primi obiettivi per fotocamera

Per diversificare i suoi prodotti, la società intraprese ricerche sugli obiettivi per fotocamera a partire dal 1934 circa. Queste attività furono trasferite in un nuovo stabilimento a Shibuya, Tagoto-chō nel 1936. Inizialmente la società cercò di vendere i soli obiettivi per fotocamera: i prototipi di un 105mm f/4.5, un 75mm f/4.5 e forse un 75mm f/3.5 furono assemblati a metà del 1936. Il loro progetto fu copiato da quello del famoso obiettivo Carl Zeiss Tessar, con quattro elementi in tre gruppi. Il nome "Zuikō", adottato dopo un concorso aperto ai dipendenti dell'azienda, è una contrazione dei primi caratteri di "Mizuho Kōgaku", la prima divisione della società ad occuparsi di ottiche fotografiche.

 

Le prime fotocamere

Non trovando alcun cliente per i suoi obiettivi, la società decise di creargli attorno una fotocamera, mettendola in vendita con il proprio marchio "Olympus". Si dice che ciò sia stato suggerito ai funzionari della Takachiho da Miyazaki Shizuma, fondatore della Proud-sha, che si  offrì di fornire i corpi delle macchine fotografiche. Fu così che la Takachiho lanciò la sua prima macchina fotografica, una modello pieghevole 4.5×6 chiamata Semi Olympus, che sarebbe stata presentata nel settembre del 1936. Il corpo era lo stesso del Semi Proud e l'obiettivo era l'unica parte prodotta dalla Takachiho.

La società iniziò presto a realizzare il proprio otturatore Koho e i propri corpi macchina. I corpi erano realizzati negli stessi impianti di Shibuya degli obiettivi Zuiko e gli otturatori negli impianti di Hatagaya. L'Olympus Standard e la Semi Olympus II furono le prime macchine fotografiche interamente realizzate dalla Takachiho, i cui prototipi erano raffigurati nelle pubblicità del 1937. Il primo, un ambizioso progetto guidato da Sakurai Eiichi, fu abbandonato dopo che ne furono realizzati dieci prototipi; il secondo, progettato da Kitakawa, fu venduto fino al 1940.

Sembra che il fondatore, Yamashita Takeshi, volesse emulare la società tedesca Carl Zeiss, che realizzava i migliori microscopi e obiettivi per fotocamere del tempo ed aveva iniziato la produzione di fotocamere con la creazione della Zeiss Ikon. Il Tessar fu scelto come modello per l'obiettivo Zuiko, e Semi Olympus II e Olympus Standard si posizionarono come rivali di Ikonta e Contax. Tuttavia, a differenza della maggior parte delle altre aziende giapponesi dell'epoca. la società scelse di sviluppare in proprio i suoi progetti di fotocamere invece di copiare i modelli tedeschi. Nelle stesse parole di Sakurai, "fare fotocamere uguali alle altre non era interessante".

 

Obiettivi ad elevata luminosità

Nell'autunno del 1936, la Takachiho ricevette un sussidio di 9.000 yen per sviluppare obiettivi per fotocamere ad alta luminosità utilizzando vetro ottico giapponese. Questo denaro fu investito nell'acquisto di strumenti ottici, tra cui un banco ottico Askania installato nel 1937. Da questa ricerca nacquero tre progetti di obiettivi: lo Zuiko 65mm f/2.7 e il Falcon 65mm f/2 pubblicizzati nel 1937 per l'Olympus Standard e l'Olympar 50mm f/1.5, che sarebbe stato prodotto come Zuiko 50mm f/1.5 e venduto intorno al 1940 alla Shimazu Seisakusho per le sue fotocamere a raggi X.

 

Il periodo bellico (1940-1945)

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Olympus Chrome Six

Nel 1940 fu lanciata l'Olympus Six in formato 6x6. Fu la prima di una linea di fotocamere pieghevoli 6×6 che sarebbe durata fino al 1957 circa con la serie Olympus Chrome Six. Alcune di queste fotocamere furono equipaggiate con un obiettivo a cinque elementi chiamato S Zuiko.

Nel 1939 la Takachiho cambiò proprietà ed i suoi manager si dimisero. Nel 1942, il nome dell'azienda divenne Takachiho Optical Industries Co., Ltd. A causa della guerra furono aperti impianti remoti a Suwa (1943) ed Ina (1944), entrambi nel Giappone centrale. Lo stabilimento di Shibuya fu evacuato a Suwa, in un'antica fabbrica tessile. Gli impianti di Hatagaya non furono evacuati e la fabbrica fu distrutta da un bombardamento aereo il 25 maggio 1945, con tutti gli archivi e la linea di produzione del microscopio. Anche la linea di produzione dell'otturatore Koho si trovava a Hatagaya e fu distrutta; questo è il motivo per cui l’Olympus dovette interrompere la produzione di otturatori per diversi anni.

 

Il dopoguerra

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Olympus 35 (1948)

La produzione della fotocamera Olympus Six fu ripresa all'inizio del 1946 nello stabilimento di Suwa. Pare che i funzionari della Mamiya abbiano visitato quello stabilimento nello stesso anno, per firmare contratti sulla fornitura di obiettivi Zuiko per i corpi della Mamiya Six. Nel 1948 furono lanciate la Olympus 35, una fotocamera da 35 mm soprannominata "pickpocket" (borseggiatore) per la rapidità con cui si riusciva a scattare, e la Olympus Chrome Six, un'evoluzione della Olympus Six con un corpo pressofuso. La sede dell'azienda all'epoca era nello stabilimento di Shibuya e il logo era lo stesso OLYMPUS TOKYO del periodo prebellico, ma il 1° gennaio 1949 la società adottò il nome Olympus Optical Industrial Co., Ltd. All'inizio degli anni '50 il quartier generale tornò a Hatagaya e il dipartimento commerciale si stabilì a Ginza.

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Olympus Pen (1959)
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Olympus Pen F (1963)

Negli anni '50 in Giappone erano di moda le TLR (biottiche) e Olympus seguì la tendenza dal 1952 al 1956 con la 6×6 Olympus Flex. Nel 1959, dopo che la Rolleiflex aveva avviato un breve rilancio del formato 4x4 con il modello Baby Grey, la società annunciò la biottica Eye 44 ad esposizione automatica, che rimase però a livello di prototipo. Nello stesso 1959, Olympus lanciò la fotocamera a mezzo formato Pen progettata da Maitani Yoshihisa, la prima di una lunga serie ancora oggi popolare tra gli appassionati. La sua compattezza e le linee slanciate erano all'epoca rivoluzionarie; inoltre poteva fare 72 scatti senza ricaricare la pellicola usando un caricatore standard da 35mm. Questa volta fu Olympus a dettare la tendenza: dopo l’uscita della Pen, molte altre aziende fotografiche iniziarono a produrre fotocamere a mezzo formato. L’Olympus è stata però l'unica a realizzare un sistema reflex a mezzo formato: la Pen F, presentata nel 1963.
 

 

Fotocamere Trip, OM ed XA
  

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Olympus Trip (1967)

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Olympus OM-1 (1972)

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Olympus XA (1978)
  • Nel 1967 Olympus lancia la serie Trip, fotocamere a telemetro da 35 mm ad esposizione automatica, realizzata tramite un sensore al selenio che circondava l'obiettivo: ne furono venduti 10 milioni fino al 1984.

  • Con la OM-1 del 1972, seguita dalla OM-2 del 1976, si vide il lancio del Sistema OM per SLR 35mm: in un'epoca in cui la grande e relativamente pesante Nikon F era ancora il cavallo di battaglia dei fotografi professionisti, l’estremamente compatto Sistema OM era nuovamente rivoluzionario. Il sistema incorporava una serie di accorgimenti per ridurre le dimensioni, il peso e la rumorosità dei corpi macchina, mantenendo però un’altissima affidabilità. Offriva inoltre una vasta gamma di obiettivi Zuiko molto apprezzati, schermi di messa a fuoco intercambiabili, winder e motori e, in seguito, unità flash avanzate. Pur non avendo mai sfidato Nikon e Canon come la principale scelta per i fotografi professionisti, per il Sistema OM Olympus aveva un seguito fedele e dedicato di professionisti, tra cui i famosi fotografi David Bailey e Lord Lichfield. Il Sistema OM ha anche ottenuto una buona reputazione tra astronomi, macro e micro-fotografi, a causa della presenza dell'azienda nel campo delle apparecchiature mediche e di ricerca. Il Sistema OM continuò ad evolversi con l’uscita della OM-4Ti (1986), una reflex professionale dal corpo in titanio e la sincronizzazione del flash su tutti i tempi di esposizione.

  • Nel 1978 Olympus lanciò la sua linea di fotocamere compatte XA a guscio apribile, che eliminava la necessità di una borsa. La XA è probabilmente la più piccola vera fotocamera a telemetro mai venduta ed è stata molto popolare tra i fotografi come fotocamera tascabile da portare sempre con sé.
     


Fino al presente

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Olympus IS-1000 (1990)

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Olympus µ [mju:] (1991)

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Olympus Camedia C-350 (2003)

Durante la metà degli anni '80, quando l'autofocus prese piede, la Olympus perse terreno rispetto ai suoi concorrenti nel campo della reflex (sebbene alla fine la società abbia rilasciato un sistema SLR con autofocus, questo non riuscì ad essere una seria sfida per Minolta, Nikon o Canon). L’Olympus cambiò quindi orientamento e le spese per ricerca e sviluppo furono incentrate sulle fotocamere compatte di alto livello: con la sua serie IS aprì la strada al concetto di fotocamera "bridge" (una reflex automatica con un potente obiettivo zoom fisso). All'inizio degli anni '90, Olympus ebbe un notevole successo con la linea compatta autofocus µ [mju:] (la campagna pubblicitaria la definiva "fatta per stare in una mano"), che ripetè alla fine del secolo anche in campo digitale, quando nel 2005 la produzione di pellicole terminò. Quando il mercato digitale decollò, con il lancio di fotocamere compatte da 2,3 megapixel dal prezzo ragionevolmente conveniente per i consumatori, c'erano solo due reali opzioni per i fotografi: le gamme Nikon Coolpix o Olympus Camedia.

Prima della disponibilità di reflex digitali economiche (inferiori a 5.000 $), la serie E di reflex digitali a obiettivo fisso Olympus, evoluta dalle precedenti fotocamere bridge analogiche, era molto popolare tra i fotoamatori di alto livello. Il lancio di modelli molto più economici ha visto Olympus perdere di nuovo terreno tra i fotoamatori evoluti, ma nel 2003 la serie E è stata trasformata in un innovativo sistema SLR ad obiettivo intercambiabile.

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Olympus E-1 (2003)

Senza la necessità di garantire l’utilizzo dell'enorme catalogo di obiettivi autofocus di Nikon e Canon, Olympus era libera di costruire il suo sistema, libero da vincoli di compatibilità con i vecchi elementi basati sui 35 mm. L’Olympus è stata quindi il principale produttore del sistema di attacco dell'obiettivo Four-Thirds, con un sensore di dimensioni minori di quelle degli APS che Konica Minolta, Canon e Nikon inserivano nei loro corpi DSLR derivati da fotocamere a pellicola da 35 mm. Ciò ha permesso all'Olympus di progettare i suoi corpi macchina ed i suoi obiettivi appositamente per l'uso digitale. Il primo modello della sua serie E di DSLR a 4:3 fu l'Olympus E-1, il primo modello professionale delle moderne reflex digitali compatte per obiettivi intercambiabili. In generale, l’Olympus è lenta nel far evolvere la sua linea DSLR professionale ma è veloce nella consegna di nuove DSLR di largo consumo della sua E-line.

 

Nasce il sistema micro 4:3

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Una Pen-D digitale
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Una E-M1X professionale

Successivamente Olympus ha anche creato il sistema di fotocamere compatte micro Four-Thirds (MFT), standard a cui aderisce anche Panasonic, che ha la metà della distanza della flangia focale delle Four-Thirds e dimensioni dell’imboccatura degli obiettivi inferiori di 6 mm, il che consente fotocamere compatte ma con qualità di immagine DSLR, nonché di montare, tramite anelli adattatori, gran parte dei vecchi obiettivi analogici di molte marche. Pertanto ha riportato in vita il suo famoso marchio Olympus Pen: le nuove Pen-D sono fotocamere digitali compatte senza mirino compatibili con gli obiettivi micro 4:3, con una slitta per accessori in cui è possibile montare un telemetro elettronico anziché un flash.

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Evoluzione del logo Olympus

In seguito ha creato la OM-D, un'intera linea di DSLR (fotocamere digitali reflex mirrorless ad obiettivo intercambiabile) sia professionali che prosumer, basata su questo standard, capace di insidiare i sistemi professionali full-frame ogni volta che vengono richiesti ingombro e peso ridotti.

Nel 2003 la società ha assunto l’attuale denominazione di Olympus Corporation e continua ad innovare e a sfidare altri produttori a farlo incorporando funzionalità come "Live-View", schermi LCD inclinabili ed orientabili e controllo completo dell'utente sul filtro antirumore sulla gamma di DLSR "E-System".

 

 

(*) Testo tratto da camerapedia.fandom.com e dalla sezione storica del sito Olympus

 

IvanEditor

 

      (Ivan – 13/08/2020)


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