Blue Flower

Il mio approccio alla fotografia digitale (2002 - 2009)

 

Intorno agli anni 2000 attraversavo una “fase di stanca” per quanto riguardava la fotografia: oramai gli impegni di famiglia mi impedivano di andare in giro da solo con la borsa e gli obiettivi, incompatibili (per tempi, luoghi e modalità di utilizzo) con la compagnia dei figli, ed anche l’entusiasmo di ritrarre i bambini cominciava a diminuire, man mano che questi crescevano perdendo la spontaneità dei piccoli.

Risultato inevitabile, il corredo reflex, seppur giunto al momento della sua massima evoluzione, riposava sempre più frequentemente in un angolo.

IXUS shot
I miei figli giocano in cucina (Maggio 2002)

Uno dei primissimi scatti con la Ixus ed i suoi 2MP (ora anacronistici, ma vent'anni fa no!)

Sentivo parlare del “digitale”, ma da un lato mi pareva poco più di un giocattolo (e a quel tempo probabilmente lo era), dall’altro sia per la pigrizia di non voler sperimentare che per “non sprecare” il mio discreto corredo, non volevo avvicinarmici. Poi, non ricordo perché, cedetti alla curiosità ed acquistai un “gioiellino” di design, la Canon IXUS V2. Il nome Ixus era stato ripreso da una sua fortunata antenata analogica, anch’essa una “compatta” di qualità (un po’ come fece anni dopo l’Olympus con la raffinata serie delle compatte digitali di qualità PEN-D, che riprendeva la tradizione delle tascabili PEN di quasi sessant’anni prima).

Esteticamente era totalmente diversa da una qualunque reflex: un piccolo parallelepipedo di acciaio spazzolato, con un compatto zoom motorizzato che fuorusciva dal corpo della macchina alla sua accensione, un microscopico mirino ed un altrettanto piccolo flash, più (mai visto prima) un display a colori ed un’interfaccia a bottoncini, anch’essi metallici. Il tutto con novità totali, per me: le foto che non costano più nulla, che si ammassano a centinaia sulla schedina di memoria, si stampano sempre meno e si spostano verso il computer. Però i giudizi rimanevano sempre uguali: “...ah, ma la qualità della pellicola… i colori della Kodachrome 25”. Tutte chiacchiere: era solo questione di tempo, come è tipico di tutti i settori in cui il digitale ha fatto dapprima una timida comparsa, per poi diventare in poco tempo un’irruzione e finire per spazzare via la tecnologia precedente.

La Ixus era piacevole da usare, con la sua finitura metallica ben diversa dall’oramai onnipresente plastica, ma non posso dire di averci scattato delle belle foto. Diciamo che è stata un’utile introduzione al mondo del digitale. Poi, improvvisamente, ha iniziato a non salvare più correttamente i file: spesso le immagini si vedevano solo più a metà, con il resto grigio o –peggio ancora- con l’ombra di un’altra immagine, effetti dovuti sicuramente a problemi di gestione della memoria... irreparabili, come in tutti i gadget digitali. Risultato: da allora la bella macchinetta è esposta in una vetrinetta in soggiorno.

Canon Digital IXUS V2 (2002)
Vista
frontale

IXUS front

L'elegante rifinitura
in acciaio satinato
sembra attuale
ancora oggi

Vista
posteriore
IxusBack Il microscopico
display tradisce i
vent'anni del
progetto della
fotocamera

Essendo però oramai palese il fatto che prima non volevo ammettere, cioé che l’era delle reflex a pellicola era finita, era ovvio che dovessi sostituirla con un’altra digitale: certamente non sarei tornato a girare con un borsone pieno di obiettivi e ad andare avanti e indietro dal negozio di fotografia con pellicole da sviluppare e scatolette di scomode (ammettiamolo...) e delicate diapositive.

Il rimpiazzo fu un’altra Canon, la più anonima di tutte le mie fotocamere, una Powershot A700 (talmente anonima che non ne ho mai scattato nemmeno una foto!).

Più performante della Ixus, ma solo perché lo sviluppo del digitale corre velocissimo, era in realtà ben più economica, con tutto lo chassis ed il barilotto dello zoom in plastica grigia. Non molto più che un giocattolo carino, andava anche con due normali batterie a stilo AA, proprio come i giocattoli (la Ixus aveva un più raffinato “zuccherino” ai Li-Ion).

Di questa "macchinetta" (qui è proprio il caso di dirlo) ricordo solamente il display LCD molto più grande e comodo da vedere, con il vetro lucidato a specchio, bellissimo rispetto alla primitiva e semiopaca “finestrella” della Ixus di soli 4 anni prima.

Non so nemmeno dire che fine abbia fatto (in casa non c’è più), forse l’ho passata a qualche nipote.

Timeline delle mie macchine digitali   
Fotocamera dal  al  MPixel  
Canon IXUS V2  05/2002  2006   2
Canon Powershot A700     2006  2009   6
Panasonic Lumix DMC-TZ6 29/11/2009   ora  12
Panasonic Lumix DMC-GH1 24/01/2012   ora 12
Olympus OM-D E-M5 Mk. II 20/05/2020   ora 16


Poi ci deve essere stato un breve periodo in cui ho provato ad usare come fotocamera il mio cellulare di allora, un Nokia 6233, ma la sua qualità, nonostante il suo sensore da 2MP, era davvero poca roba, per cui devo essermi stufato ed ho provato a rientrare nella fotografia “vera” con qualcosa di meglio, anche se continuavo a sperare che una macchina “piccola” fosse sufficiente… stavolta cambiai completamente marca, attirato dal corpo metallico, i 12 MP del sensore e soprattutto da quel “Leica Vario-Elmar” scritto su un potente zoom equivalente ad un 24-300 mm, e passai alla Lumix TZ-6 che ho tuttora, sebbene sia schiacciata da sopra dalla potenza della reflex, ed insidiata da sotto dalla flessibilità dell’iPhone…

 

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