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La tecnica del Bounce Flash

 

       Quando si fotografa con il flash, uno dei fenomeni esteticamente meno accettabili, specialmente se il soggetto è costituito da una o più persone, è quello di "sparargli" la luce del flash direttamente in faccia (tutte le macchine fotografiche "compatte", e buona parte delle reflex, se non si acquistano accessori, hanno solo questa possibilità), con la conseguenza di creare un'atmosfera gelida (da "foto segnaletica" della polizia) ed innaturale, nonché di accentuare particolarmente il fenomeno degli "occhi rossi", ancora più sgradevole, soprattutto nei ritratti ravvicinati.

1970Thumb
Mia figlia con i suoi cugini mentre giocano durante una vacanza, molti anni fa

Il colpo di flash frontale ha trasformato i tre vivaci bambini in altrettanti piccoli alieni con gli occhi color del sangue.

Evitare gli occhi rossi


Per eliminare gli "occhi rossi" (fenomeno dovuto alla forte luce del flash, parallela agli occhi, che va ad illuminarne il fondo, particolarmente vascolarizzato e quindi rosso sangue, dando al soggetto ritratto un aspetto "vampiresco" decisamente sgradevole) esistono parecchi metodi:

  • ritoccare le stampe a mano con un pennarello indelebile nero: sembra l'800, quando i fotografi dovevano essere anche un po' pittori ed era normale ritoccare le immagini con un pennello, ma l'ho fatto personalmente anch'io, anni fa. Per stampe non enormi, magari con più persone, per cui gli "occhi rossi" sono poco più che puntini, funziona accettabilmente, ed è comunque molto meglio che non fare nulla.

  • ritoccare le immagini in digitale usando un programma di fotoritocco, che magari ha una funzione apposta per questo. Di fatto, anche se molto più elaborata, è la trasposizione su computer del metodo precedente. Funziona benissimo per le persone con occhi scuri ed un po' meno per quelle con occhi azzurri, tranne (per mia esperienza personale) quando la persona non è di fronte all'obiettivo ed è ripresa "di taglio": è un caso poco frequente, ma la cui correzione è molto più problematica.

  • prevenire il fenomeno: è quello che fanno le fotocamere che hanno la funzione "riduzione occhi rossi". Non è altro che l'emissione di piccoli colpi di flash immediatamente prima di quello necessario alla ripresa: a questo modo gli occhi delle persone si "stringono" un po' per reazione di fronte alla luce emessa dalla fotocamera, ed il flash "forte" li immortala ancora in quella posizione, che riduce (appunto, "riduce" solamente) il problema, visto che attraverso gli occhi un po' contratti passa meno luce e si vede quindi meno rosso. Questa funzionalità, anche ammesso che faccia bene ciò per cui è progettata, non fa comunque nulla per evitare l'aspetto "gelido" del colpo di flash frontale.

  • evitare completamente il fenomeno: è ovviamente la soluzione migliore. Si può chiedere al soggetto ritratto di non guardare direttamente la macchina, ma così si perde il fascino degli occhi (la prima cosa che viene notatain un ritratto), e anche la spontaneità è compromessa. Ma per risolvere la cosa in modo definitivo bisogna fare una cosa: non indirizzare il flash in faccia al soggetto. Cosa piuttosto difficile, se si usa una macchinetta compatta: il flash è proprio lì, coassiale all'obiettivo (quindi nella posizione peggiore per generare gli occhi rossi), e spostarlo è un bel problema...

 

Evitare il flash diretto

Tutto converge nello... spostare il flash da quella posizione, comoda dal punto di vista realizzativo ma pessima da quello fotografico: già lo facevano i reporter degli anni '30, che giravano con pesanti supporti appesi al collo in cui il flash (enorme) era staccato dalla fotocamera. Ma qui forse il vero motivo era tecnologico: non esistevano macchine più piccole, e nessuna integrava il flash... il bello è che con il B/N gli "occhi rossi" non si notano quasi.

Naturalmente, questo esclude subito tutte le "compattine": non so neppure se ne esistano, con la possibilità di collegare un flash esterno... rimangono solo le reflex, che invece il connettore di collegamento di un flash aggiuntivo lo hanno eccome. Ma come montare il flash? Per non generare occhi rossi, bisogna che il flash sia parecchio disassato rispetto all'obiettivo, il che vuol dire o tenere il flash ben lontano reggendolo con una mano (altra cosa che facevano i fotografi di un tempo, ma che non è certo comoda!) o montarlo su un qualche braccio meccanico (come una staffa di alluminio dove avvitare flash e fotocamera, ad esempio), che però sicuramente non sarà né pratico né ingombrante. E comunque, tutto questo non risolve il problema della luce diretta: il problema è che quella a cui siamo abituati scende dall'alto (tramonti a parte...), e non è mai orizzontale. E con un trespolo attaccato alla macchina, per quanto grande (e scomodo...) lo sarebbe ancora, invece.

E allora? Allora si può vedere cosa fanno i fotografi professionisti e i cineasti, che per mestiere devono ricostruire ambienti (i set di posa) che devono sembrare naturali. Come fanno? Semplice (concettualmente, almeno...): diffondono la luce e la fanno provenire dall'alto, usando diffusori ("banks"), schermi ed "ombrelli" riflettenti. Quindi si possono fare due cose:

  • rendere più "morbida" la luce diretta del flash: questo è facile, basta mettere davanti alla parabola dell'illuminatore un filtro opalino (alcuni flash lo hanno in dotazione, è un coperchietto di plastica semitrasparente). Io ne ho usato uno fatto con una strisciolina di carta per lucidi, fissata con il nastro adesivo, dal costo... nullo. L'effetto migliora, ma non poi così tanto.

  • usare le pareti come diffusori: questa è l'idea vincente: quasi tutti i soffitti sono bianchi (dove non lo sono, purtroppo questa tecnica non funziona) e possono essere usati come enormi diffusori. Inoltre, la luce lì direttta "rimbalza" ...verso il basso, proprio come la luce naturale che vorremmo riprodurre. Perfetto!

Allora basta rivolgere la parabola del flash verso l'alto, cosa possibile con molti flash di buona qualità? Ni... certo, questo è indispensabile, ma ci sono due problemi:

  • misurare la luce riflessa: la maggioranza dei flash hanno un sensore che misura la luce riflessa dal soggetto che stanno illuminando e, quando ritengono sia sufficiente, spengono la lampada. Questo nell'ipotesi che il sensore sia praticamente nello stesso punto dove si trova l'obiettivo, quindi questo metodo non è più valido. Allora, o si fanno prove empiriche e si ricava una tabella di valori sperimentali, o si usa un flash TTL, in cui la fotocamera (solitamente dello stesso produttore del flash) usa i suoi stessi sensori per pilotare il flash (paradossalmente, rivolgendo il flash contro l'obiettivo, allo scatto il flash non dovrebbe quasi accendersi).

  • avere potenza a sufficienza: qui non c'è scampo. La potenza elettromagnetica diminuisce con il quadrato della distanza. Per fare un esempio, nella mia fotografia qui sotto, mio figlio stava a circa un metro dall'obiettivo, mentre la luce, diretta sul soffitto, ha percorso quasi cinque volte questa distanza per illuminarlo: si è perso molto! In più, il muro non è uno specchio, ed assorbe altra potenza, che si perde senza riflettersi.

 

Bounce FlashThumbRaccomandazione pratica

Il flash deve essere TTL ed abbastanza potente, cioé avere un Numero Guida (NG) alto, ed anche così si perderà tanta luce, rendendo probabile dover aprire molto il diaframma. Il flash che usavo allora, un Olympus OM T32 (NG 32 e TTL) accoppiato alla OM-2, pur essendo potente, mi costringeva in pratica ad usarlo sempre a tutta apertura.

 

Risultati

I risultati, però, sono impressionanti: la foto qui a fianco è stata scattata in casa, senza alcun dispositivo per regolare la luce, con la sola tecnica del Bounce Flash. Si può notare che la luce risulta perfettamente naturale, come nella realtà, scendendo morbidamente dall'alto senza provocare ombre nette, e gli occhi sono totalmente privi dell'effetto "occhi rossi". 

 

 

Altre possibilità e... qualche limite

Il Bounce Flash non necessita per forza di un soffitto: si può dirigere il flash anche verso una parete laterale (sempre che sia bianca, altrimenti il colore del muro darà inevitabilmente una dominante alla fotografia). La luce in questo caso non "scenderà" verso il soggetto ma arriverà di lato, creando un effetto magari meno naturale ma più appariscente.
C'è però anche qualche limite: in tutti questi casi il Bounce Flash non si può usare:

  • Il soffitto (o la parete scelta come diffusore) non è bianco: a meno di non fotografare in B/N, ci si ritroverà una forte dominante del colore del muro (questo è proprio il caso della foto precedente, con i  bambini con gli occhi rossi. In quella casa, che è una mansarda, il soffitto è rivestito di legno: lì il flash "non rimbalza" perché la luce si disperde quasi completamente, e quella poca che viene riflessa avrebbe una dominante giallorossa dovuta alla tinta del rivestimento).

  • Il soffitto è troppo alto: a questo modo si disperde troppa luce e, a meno di non disporre di un flash potentissimo, non ce ne sarà abbastanza per esporre correttamente la fotografia

  • Si fotografa all'aperto: qui non c'è nulla che faccia da riflettore! Tutta la luce si disperderebbe verso l'alto ed il soggetto resterà completamente buio.

 

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