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Gli alieni

DALL E Dall e icon
"Venezia a colori nello stile di Van Gogh" ...e l'autoritratto
del suo "autore"

 

   L'immagine qui a fianco mi ha spaventato. Non sono impazzito, e l'immagine, che chiaramente rappresenta Venezia, è bella, colorata e molto ben fatta. 

   E allora, perché avrebbe dovuto "spaventarmi"? Semplice: perché… non è umana. Non l'ha dipinta, disegnata, fotografata o incisa nessuno, né è stata elaborata con un qualunque programma di fotoritocco o elaborazione digitale, come spesso provo a fare io stesso. È stata creata dal nulla, senza collage, fotoritocchi o altro, da un algoritmo di Intelligenza Artificiale (più brevemente nota come AI - Artificial Intelligence) derivato dal modello Dall-e-2 per la generazione di immagini a fronte di comandi testuali (in questo caso, miei)

   Per ottenere questa immagine ho semplicemente digitato il prompt (si chiama così la richiesta che si invia al sistema AI):

"draw Venice in colorful Van Gogh style"

(cioè "disegna Venezia con molti colori nello stile di Van Gogh"). Tutto qui: il sistema (disponibile sul motore di ricerca Bing e, per ora, solo a fronte di prompt in lingua inglese – ma aprirlo a tutte le lingue possibili è solo questione di tempo, poco più di un dettaglio) ha generato in pochi secondi ben quattro diversi "disegni" (non so nemmeno come chiamarli…) in cui si riconosce perfettamente sia che la città è Venezia, sia lo stile (basta vedere le nuvole a spirale), che ricorda proprio il pittore olandese. Ed è coloratissima, questo senz'altro. Questo è il disegno che a me piaceva di più (ma gli altri non erano da meno), ma se rifacessi la stessa richiesta, l'AI me ne farebbe altri, sempre diversi ma sempre rispondenti alle specifiche richieste dal prompt. In poche parole, sembra che io abbia dato quelle richieste ad un… vero pittore, che dopo aver capito cosa desidero, dà liberamente prova delle sue capacità.

 

MIDI Icon

   Cambiando campo di applicazione, ho voluto sentire un esempio dei risultati dell'AI applicata alla musica (ci sono vari modelli in via di sviluppo): ho provato il "transformer" di Magenta (un progetto open-source di Google), e quello a destra è un file audio (scaricabile) prodotto dal sistema: un pezzo di pianoforte, non particolarmente bello, ma che si potrebbe sicuramente attribuire ad un vero compositore umano.

 

   Il problema e la mia conseguente preoccupazione stanno proprio in questa parola, "vero" ("…un vero pittore…", "…un vero compositore…"): sì, perché il computer ha dato prova di poter sostituire l'uomo, almeno per questi casi "semplici" ("semplici" si fa per dire, ed è solo l'inizio!). Ecco il motivo del mio spavento: tenendo conto che:

  • così come il generatore di foto e disegni, in questi ultimi giorni stanno spuntando come funghi (velenosi?) generatori di musica, di testi, di poesie, correttori di elaborati umani (testuali, grafici, vocali)… in breve, molti e diversi campi finora esclusivamente basati sulle capacità dell'intelletto umano

  • sapendo cosa è già successo in altri settori dell'informatica e del digitale in generale, in cui ai loro inizi nessuno (nemmeno chi ci stava lavorando) prevedeva né la potenza latente di quei sistemi né soprattutto la velocità con cui si sono diffusi fino a dominarli totalmente (internet, ad esempio, che non esisteva in alcun romanzo di fantascienza… o la telefonia mobile, partita come un gadget solo per benestanti ed ora diffusa capillarmente ed indispensabile per chiunque. O ancora la fotografia digitale, nata come un giocattolo -e vista come tale persino dai professionisti- ed ora, pochi anni dopo, padrona totale del settore)

...prevedo guai. Grossi guai, e a breve… per noi umani. Sì, perché il disegno di Venezia è solo un simbolo del potenziale dirompente dell'AI. Un simbolo innocuo, in questo caso, ma che non fa prevedere nulla di buono, se lasciato "al mercato" senza controlli. Un primo esempio di cosa possa chiedere il "mercato", infatti, sono le "foto" del movimentato arresto di Donald Trump, circolate in questi giorni su tutti i media: ho scritto "foto" fra apici, perché… non sono fotografie, ma le "creazioni grafiche" di uno spettacolare realismo prodotte da un algoritmo di AI(1)
 

fake Trump AI 1 fake Trump AI 2 fake Trump AI 3
Gli sconcertanti (e potenzialmente pericolosi) "prodotti grafici" ottenuti con l'algoritmo di AI Midjourney

 

 

   Osservando quelle "foto", chi ha un po' di dimestichezza con la fotografia ed il fotoritocco nota subito che quelle immagini hanno una definizione ed un dettaglio non uniformi ed innaturalmente elevati (ma è roba da pochi esperti). Aggiungendo il fatto che, data l'importanza ed il potere di Trump (non dimentichiamo che è l'ex presidente USA), è estremamente improbabile che un simile arresto sia avvenuto con la forza, il sospetto che siano immagini falsificate diventa praticamente certezza. Ma… quanti hanno gli strumenti culturali per riconoscerle come tali? Una percentuale della popolazione minima. E gli altri? Sapendo che Trump ha costruito il suo consenso solleticando (o forse è meglio dire aizzando) proprio la parte più emotiva, repressa e di bassa cultura degli stati centrali degli USA, e che per istinto l'uomo è molto più colpito da un'immagine che da un testo, il quadro comincia a delinearsi:

 

Grazie alle tecnologie di AI è ora possibile creare a tavolino materiale falso, ma che in tanti prenderanno aprioristicamente per autentico, ed usarlo per fini sicuramente poco nobili(2)

  

    Il nostro vero "nemico" non sarà certo quell'ostile robot antropomorfo, metallico e ronzante descritto in molti (ed ingenui) racconti di fantascienza, ma molto più banalmente un... pacchetto software che, caricato in un qualche irraggiungibile server, ci farà credere ad una realtà solamente virtuale, o metterà in dubbio fatti reali, o -peggio ancora- ci lascerà a casa.

IronRobot OpenAI
Più che quello a sinistra, penso che il nostro vero nemico sarà piuttosto l'altro: la coloratissima schermata di un applicativo

  (1)  sono state infatti generate da Midjourney, un altro sistema di AI pensato per la produzione di grafica. E non devo essere stato l'unico a pensare che simili immagini, dal realismo praticamente fotografico, siano potenzialmente pericolose, infatti ho letto che l'utilizzo di Midjourney è stato bloccato, almeno per un certo periodo, per "eccesso di usi impropri"

(2)  un altro esempio, meno pericoloso ma comunque significativo, è una notizia che ho letto in Rete: anche se i risultati prodotti da ChatGPT (il sistema di AI di cui in questo periodo tutti parlano e che è possibile utilizzare gratuitamente) sono soltanto testuali, qualche "studente modello" ha già trovato il modo di usarli in modo fraudolento: si è fatto generare i temi scolastici! Aggiungiamo il fatto (tipico degli algoritmi di AI) che, ripetendo lo stesso prompt, il sistema genererà un altro tema, simile al primo e rispondente alle richieste dell'utente, ma diverso dal punto di vista puramente linguistico e grammaticale, e si capisce subito che smascherare i "furbetti" non sarà affatto semplice!

    Questi "blocchi" all'utilizzo dell'AI sono solamente reazioni di emergenza e soprattutto temporanei. In realtà, chi e come controlla? Purtroppo, se tecnicamente una cosa si può fare, anche se la si vieta prima o poi qualcuno la farà. Magari in posti remoti, dove non ci sono tutti i controlli e le verifiche del mondo occidentale, ma con la globalizzazione ed internet non c'è più alcun posto che sia realmente "remoto", quindi l'AI… implacabilmente arriverà. Non sarà bello, visto che insidierà i posti di lavoro "intellettuale", finora quasi sempre soltanto sfiorati dalle varie rivoluzioni industriali. E ne insidierà molti: ho già letto esempi che fanno rabbrividire:

  • il giorno stesso in cui un sistema AI si rivelerà sufficientemente "competente" per poter sostituire con successo gli addetti all'Help Desk, ai responsabili di quella società verrà immediatamente la tentazione di liberarsi di quegli addetti oramai "inutili". Qui in Italia magari si trovano forme di ammortizzazione sociale per cui, in qualche modo, quel personale viene spostato ad altre mansioni, ma in certi paesi si ritroveranno improvvisamente per strada. E comunque, quei posti di lavoro non esisteranno più

  • nel corso della sua vita lavorativa, un buon radiologo visiona qualche migliaio di radiografie, che costituiscono la base della sua esperienza. Ma se un sistema di AI viene "addestrato" con qualche milione di lastre ed i relativi referti (cosa fattibilissima nel campo dei computer, dove le dimensioni dei dati non sono più un problema), poi non sbaglierà più un colpo, o quantomeno non farà certo peggio del vero medico, che quindi… non servirà più

  • allo stesso modo, finora i giovani avvocati si sono "fatti le ossa" facendo i lavori ripetitivi negli studi legali (ricerche, consultazioni ecc.): fra una fotocopia e l'altra, un archivio ed il successivo, immersi in quell'ambiente, guardando ed ascoltando i titolari, imparavano il vero mestiere. Ma se un sistema AI opportunamente formato farà in pochi secondi quei lavori (naturalmente senza mai ammalarsi, protestare, pretendere aumenti eccetera…) non ci sarà più bisogno di giovani apprendisti, negli studi. E allora, come si farà per diventare un avvocato esperto in modo da poter sostituire il titolare dello studio, quando sarà il momento?

    Avevo già manifestato questi timori tempo fa, ed ero stato accusato di essere un "nuovo luddista"(3). Ma allora le macchine insidiavano soltanto il lavoro manuale e si poteva ragionevolmente pensare che, studiando, sarebbe stato possibile andare ad occupare i nuovi posti che si stavano creando (infatti, così è stato). Ma ora, il giovane avvocato di cui lo studio legale non avrà più bisogno, cosa andrà a fare? Certo, si apriranno nuovi posti di lavoro, ma non è certo pensabile che tutti siano in grado di fare i (pochi) programmatori esperti che saranno necessari per gestire l'AI, né che il numero di nuovi posti possa sostituire quelli persi (cosa di cui ho fortissimi dubbi)

(3)  il luddismo è stato un movimento di protesta operaia, sviluppatosi in Inghilterra all'inizio dell'800 e guidato da un certo Ned Ludd (forse mai realmente esistito), caratterizzato dal sabotaggio dei nuovi macchinari industriali come il telaio meccanico. Questi, introdotti durante la rivoluzione industriale, erano infatti considerati una minaccia dai lavoratori salariati, perché causavano bassi stipendi e disoccupazione. Oggi, per estensione, con questo termine viene indicato chiunque si opponga (magari inutilmente) al progresso.

 

    Abbiamo anche assistito alle tardive prese di posizione contro l'AI di vari industriali USA come Elon Musk, che chiedono una moratoria di qualche mese per ritardare l'avvento delle applicazioni di AI, molto probabilmente ben poco sincere ed in realtà mirate principalmente a far recuperare alle loro aziende il gap tecnologico nei confronti di chi invece è già pronto. Personalmente, non credo che verranno prese in considerazione, e se anche lo fossero, non funzioneranno nel lungo periodo

   Non sono d'accordo con l'affermazione che ho letto da qualche parte: "Il mondo ha bisogno dell'AI". Piuttosto, ad averne bisogno... è il business: c'erano, qualche anno fa, teorie fantasiose (ed ingenue) che sostenevano che "in futuro, le macchine lavoreranno per noi" o anche che "lavoreremo solamente poche ore alla settimana". Sarà, ma… chi verrà pagato per tutte le ore restanti? E da chi? Sicuramente, non dall'AI

     Gli alieni sono (già) fra di noi. Prepariamoci.

 


IvanEditor

 

      (Ivan – 01/05/2022)


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«Io non croppo…»

   «Il mondo è bello perché è vario» dice spesso mia suocera, che alla sua saggia età (92!) si esprime con proverbi efficaci, imparati (letteralmente) una vita fa. Questo, in particolare, non lo trovo certo sbagliato: l'uniformità annoia e non stimola. Ma a volte ci sono certe posizioni che proprio non riesco a capire… 

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Riflessioni & Simmetrie

 

     Una fotografia decisamente diversa da quanto sono solito fare. Anzi, non so neppure se chiamarla "fotografia"... la definirei piuttosto come una immagine grafica ottenuta a partire da una foto (un po' insignificante, fra l'altro), aggiungendo poi un bel po' di postproduzione procedendo per tentativi successivi (non voglio certo affermare di averla "progettata", diciamo che "è venuta da sola").

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Arriva il "Futuro della Fotografia", ma… sicuri che sia proprio questo?

vai a "dopo l'arrivo del futuro"...

 

    In questi giorni gli interessati alla fotografia digitale (tutti, sia gli appassionati che gli addetti al settore) stanno attendendo le novità annunciate da OM System, il nuovo marchio che ha preso in consegna a storica eredità di Olympus, recentemente ritiratasi dall'intero settore imaging a causa di scelte di marketing sbagliate che avevano creato un "buco" finanziario troppo profondo. Anche se ufficialmente sarà una sorpresa, è oramai chiaro che la novità è costituita da un'attesissima nuova fotocamera digitale, che non si sa ancora se sarà il "canto del cigno" di quella che fu un'innovativa compagnia negli scorsi decenni, o piuttosto ne segnerà il rilancio: le sue prestazioni sono ancora un mistero, anche se varie leakage ("fughe di notizie", non si sa mai quanto rubate o pilotate, né se vere o false) stanno iniziando a metterle a fuoco. Lo si saprà soltanto il prossimo 15 Febbraio, con una presentazione ufficiale che, a causa dell'epidemia, sarà obbligatoriamente solo online.

 

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