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Fotografia all'infrarosso

(autentica ...e simulata)

 

1980 circa - scopro l'infrarosso

 

IR example
Una tipica fotografia a colori all'infrarosso, dopo la fase di post processing (indispensabile)

     Ricordo che quando, tanti anni fa, iniziai ad interessarmi di fotografia, comprandomi una reflex e facendo pratica sul campo principalmente da autodidatta, rimasi estremamente colpito da una stranissima fotografia che avevo notato, pubblicata su un libro o una rivista fotografica, e che era diversa da tutto quanto avevo visto fino a quel momento: era un normale paesaggio naturalistico, ma i suoi colori erano talmente irreali ed improbabili (il cielo rosso, le piante blu...) da risultare quasi una visione "psichedelica", da sogno o da incubo a seconda del modo di approcciarla di chi la stava osservando.

     Certo, non rappresentava un genere fotografico da praticare tutti i giorni, ma era sicuramente di grande effetto. Molto incuriosito, iniziai subito ad interessarmi di come fosse stata ottenuta quell'immagine: era stata usata una speciale pellicola a colori, sensibile anche alle radiazioni infrarosse!

 

...me lo devo subito dimenticare

Un esempio di come si presentino le fotografie in B/N all'infrarosso, con il fogliame biancastro

     Preso dall'entusiasmo, mi venne immediatamente la tentazione di provarci anch'io, ma in breve scoprii che non era affatto una cosa semplice, per tutta una serie di motivi: 

  • i tipi di pellicole disponibili erano pochissimi e difficili da reperire
  • non era semplice nemmeno trovare un laboratorio che fosse in grado di sviluppare quei rullini
  • una volta acquistate, le pellicole dovevano essere conservate in frigorifero ed impressionate appena possibile
  • la messa a fuoco andava spostata rispetto alla normale indicazione della macchina, a causa delle frequenze della banda infrarossa, molto minori di quelle visibili (ma per fortuna c'era un'apposita tacca rossa sulla scala di messa a fuoco degli obiettivi)
  • la modalità di esposizione era del tutto aleatoria: si poteva procedere soltanto per tentativi(1)

     Considerando tutte queste difficoltà, a cui si aggiungeva un'ulteriore importante condizione che avevo intuito già da solo, cioè che il risultato dipende fortemente dal tipo di soggetto ritratto (ed io non avevo a disposizione grandi panorami naturali e selvaggi…), mi passò ben presto l'entusiasmo, finii per lasciar perdere tutti i tentativi che avevo progettato di fare e me ne dimenticai completamente.

(1) allora non lo sapevo, ma quello era un tipico caso in cui è indispensabile il bracketing, cioè l'effettuazione di vari scatti, normalmente 3, 5, o 7, con parametri nell'intorno di quella che sembrerebbe essere l'esposizione più corretta, in modo da assicurarsi una probabilità molto maggiore che almeno una foto della sequenza risulti ben esposta. Praticamente tutte le attuali fotocamere digitali possono essere programmate in modo da eseguire automaticamente queste sequenze

  

…e lo riscopro nuovamente, oggi

     Da allora sono passati circa quarant'anni, e non mi sono più interessato alle foto IR (o anche I/R, dall'inglese InfraRed) fino a pochi giorni fa, quando ho partecipato ad una conferenza online sulla fotografia astronomica, tenuta da un compagno di università che si cimenta con eccellenti risultati in questo particolare settore che ha molti aspetti ben differenti dalla normale tecnica fotografica. Essendo quasi totalmente a digiuno di questa materia, ho ascoltato con interesse il panorama di possibilità e necessità tecniche che si presenta a chi voglia dedicarsi a passare le notti al freddo ed al buio, per ottenere foto spettacolari(2).

M 16   IRcomparison
Due foto di M 16 (Nebulosa Aquila): la prima ripresa con una reflex standard, la seconda con una specifica per l'uso astrofotografico. La differenza è notevole

     Ed è qui che si è ripresentato il tema dell'infrarosso: è stato spiegato che quello che i sensori delle normali reflex digitali riescono a cogliere, infatti, è la luce visibile, mentre i corpi celesti emettono molta energia (e quindi "colori", anche se non è del tutto corretto chiamarli così) anche all'infrarosso. Per fare foto molto più interessanti sorge quindi la tentazione di come riuscire a far registrare al sensore queste radiazioni, problema che ha due soluzioni radicali, entrambe costose: comprare una reflex dedicata all'astrofotografia (e ce ne sono pochissime), o farne modificare una "normale", con una delicata ed irreversibile operazione sul sensore ed altre parti correlate, al termine della quale la macchina potrà fare solo più fotografie IR.

     Tutto questo mi ha molto incuriosito, sia per quanto riguarda la modifica sia per le possibili alternative meno invasive o per nulla irreversibili, come ad esempio l'uso di filtri da anteporre all'obiettivo o la simulazione dell'effetto IR mediante post-processing, agendo quindi solo sull'immagine risultante da un normale scatto. Da qui in poi sono andato avanti da solo, facendo qualche ricerca in rete: ho scoperto che ci sono decine di siti che trattano l'argomento, soffermandosi chi su un punto, chi su un altro, oppure fornendo una panoramica di tutte le possibilità. Fra questi, specialmente per la parte che riguarda le tecniche di simulazione dell'effetto IR, alcuni sono tutorial video, semplici da capire e provare a mettere in pratica

(2) ho anche capito che purtroppo, come già per l'infrarosso, le difficoltà, i costi, le apparecchiature ed i requisiti necessari sono tanti e talmente diversi dalla fotografia tradizionale che ragionevolmente non penso andrò molto in là con esperimenti di qualunque tipo in questo campo, esclusa forse qualche prova di foto alla Luna o al cielo stellato…

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