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Fotografia all'infrarosso
(autentica ...e simulata)
1980 circa - scopro l'infrarosso
Una tipica fotografia a colori all'infrarosso, dopo la fase di post processing (indispensabile) |
Ricordo che quando, tanti anni fa, iniziai ad interessarmi di fotografia, comprandomi una reflex e facendo pratica sul campo principalmente da autodidatta, rimasi estremamente colpito da una stranissima fotografia che avevo notato, pubblicata su un libro o una rivista fotografica, e che era diversa da tutto quanto avevo visto fino a quel momento: era un normale paesaggio naturalistico, ma i suoi colori erano talmente irreali ed improbabili (il cielo rosso, le piante blu...) da risultare quasi una visione "psichedelica", da sogno o da incubo a seconda del modo di approcciarla di chi la stava osservando.
Certo, non rappresentava un genere fotografico da praticare tutti i giorni, ma era sicuramente di grande effetto. Molto incuriosito, iniziai subito ad interessarmi di come fosse stata ottenuta quell'immagine: era stata usata una speciale pellicola a colori, sensibile anche alle radiazioni infrarosse!
...me lo devo subito dimenticare
Un esempio di come si presentino le fotografie in B/N all'infrarosso, con il fogliame biancastro |
Preso dall'entusiasmo, mi venne immediatamente la tentazione di provarci anch'io, ma in breve scoprii che non era affatto una cosa semplice, per tutta una serie di motivi:
- i tipi di pellicole disponibili erano pochissimi e difficili da reperire
- non era semplice nemmeno trovare un laboratorio che fosse in grado di sviluppare quei rullini
- una volta acquistate, le pellicole dovevano essere conservate in frigorifero ed impressionate appena possibile
- la messa a fuoco andava spostata rispetto alla normale indicazione della macchina, a causa delle frequenze della banda infrarossa, molto minori di quelle visibili (ma per fortuna c'era un'apposita tacca rossa sulla scala di messa a fuoco degli obiettivi)
- la modalità di esposizione era del tutto aleatoria: si poteva procedere soltanto per tentativi(1)
Considerando tutte queste difficoltà, a cui si aggiungeva un'ulteriore importante condizione che avevo intuito già da solo, cioè che il risultato dipende fortemente dal tipo di soggetto ritratto (ed io non avevo a disposizione grandi panorami naturali e selvaggi…), mi passò ben presto l'entusiasmo, finii per lasciar perdere tutti i tentativi che avevo progettato di fare e me ne dimenticai completamente.
(1) allora non lo sapevo, ma quello era un tipico caso in cui è indispensabile il bracketing, cioè l'effettuazione di vari scatti, normalmente 3, 5, o 7, con parametri nell'intorno di quella che sembrerebbe essere l'esposizione più corretta, in modo da assicurarsi una probabilità molto maggiore che almeno una foto della sequenza risulti ben esposta. Praticamente tutte le attuali fotocamere digitali possono essere programmate in modo da eseguire automaticamente queste sequenze
…e lo riscopro nuovamente, oggi
Da allora sono passati circa quarant'anni, e non mi sono più interessato alle foto IR (o anche I/R, dall'inglese InfraRed) fino a pochi giorni fa, quando ho partecipato ad una conferenza online sulla fotografia astronomica, tenuta da un compagno di università che si cimenta con eccellenti risultati in questo particolare settore che ha molti aspetti ben differenti dalla normale tecnica fotografica. Essendo quasi totalmente a digiuno di questa materia, ho ascoltato con interesse il panorama di possibilità e necessità tecniche che si presenta a chi voglia dedicarsi a passare le notti al freddo ed al buio, per ottenere foto spettacolari(2).
Due foto di M 16 (Nebulosa Aquila): la prima ripresa con una reflex standard, la seconda con una specifica per l'uso astrofotografico. La differenza è notevole |
Ed è qui che si è ripresentato il tema dell'infrarosso: è stato spiegato che quello che i sensori delle normali reflex digitali riescono a cogliere, infatti, è la luce visibile, mentre i corpi celesti emettono molta energia (e quindi "colori", anche se non è del tutto corretto chiamarli così) anche all'infrarosso. Per fare foto molto più interessanti sorge quindi la tentazione di come riuscire a far registrare al sensore queste radiazioni, problema che ha due soluzioni radicali, entrambe costose: comprare una reflex dedicata all'astrofotografia (e ce ne sono pochissime), o farne modificare una "normale", con una delicata ed irreversibile operazione sul sensore ed altre parti correlate, al termine della quale la macchina potrà fare solo più fotografie IR.
Tutto questo mi ha molto incuriosito, sia per quanto riguarda la modifica sia per le possibili alternative meno invasive o per nulla irreversibili, come ad esempio l'uso di filtri da anteporre all'obiettivo o la simulazione dell'effetto IR mediante post-processing, agendo quindi solo sull'immagine risultante da un normale scatto. Da qui in poi sono andato avanti da solo, facendo qualche ricerca in rete: ho scoperto che ci sono decine di siti che trattano l'argomento, soffermandosi chi su un punto, chi su un altro, oppure fornendo una panoramica di tutte le possibilità. Fra questi, specialmente per la parte che riguarda le tecniche di simulazione dell'effetto IR, alcuni sono tutorial video, semplici da capire e provare a mettere in pratica
(2) ho anche capito che purtroppo, come già per l'infrarosso, le difficoltà, i costi, le apparecchiature ed i requisiti necessari sono tanti e talmente diversi dalla fotografia tradizionale che ragionevolmente non penso andrò molto in là con esperimenti di qualunque tipo in questo campo, esclusa forse qualche prova di foto alla Luna o al cielo stellato…
Premessa: cos'è l'infrarosso, dove si trova e a cosa serve
Prima di addentrarsi nella descrizione della fotografia ad infrarossi, però, è necessaria un premessa sulla natura e la classificazione delle onde elettromagnetiche, in particolare della ristretta banda a cui l'occhio umano(3) è sensibile, chiamata appunto "spettro visibile".
(3) l'occhio... umano, appunto: la definizione di spettro visibile è relativa ai nostri occhi, che però non sono gli unici in natura: vi sono infatti animali in grado di vedere anche una parte di infrarosso (ad esempio i topi) o di ultravioletto (uccelli, insetti, felini...), per non parlare dei serpenti, che "vedono" il calore come una termocamera, o addirittura balene e piccioni che "sentono" il campo magnetico (ma non con gli occhi!)
Frequenze elettromagnetiche e spettro visibile
Onde radio, onde radar, raggi infrarossi, luce visibile, ultravioletti, raggi X e raggi gamma sono tutte manifestazioni di un unico fenomeno fisico: le onde elettromagnetiche, predette teoricamente dalle celebri equazioni del fisico scozzese Maxwell nella seconda metà dell'800, e poi confermate sperimentalmente pochi anni dopo da un altro fisico, il tedesco Hertz. Quello che le caratterizza e le distingue è invece la loro diversa frequenza(4) f o la lunghezza d'onda λ, legata inversamente alla prima dalla nota equazione:
λ = c / f
dove:
c è la velocità della luce, una costante pari a circa 300.000 Km/sec)
f è frequenza, espressa in Hertz (Hz) o i suoi multipli (kHz, MHz, GHz...)
λ è la lunghezza d'onda, espressa in metri o i suoi sotto-multipli (mm, μm, nm...)
(4) È da notare che ad una frequenza maggiore è associata una maggiore energia: in pratica, tutte le radiazioni oltre il visibile sono potenzialmente pericolose per la salute, in quanto hanno capacità ionizzanti
Diagramma dello spettro visibile, piccola parte delle radiazioni elettromagnetiche
(qui lo spettro appare "rovesciato", essendo stato disegnato in funzione della lunghezza d'onda, anziché della frequenza)
Di questo vastissimo spettro di frequenze (si va dai pochi Hz delle onde radio ultracorte, fino ai 1018 Hz ed oltre dei raggi gamma), la parte visibile occupa solamente una minuscola "fettina", che va da lunghezze d'onda di 740 nm (percepite dall'occhio umano come "colore rosso") fino a 380 nm (il colore che chiamiamo "violetto"), secondo la tabella qui sotto, che però dà un'indicazione teorica. Nella realtà, invece, i colori si succedono e si fondono uno nell'altro, con continuità.
Colore percepito |
Frequenza f (THz) |
Lunghezza d'onda λ (nm) |
Violetto | 668-789 | 380-435 |
Indaco | 631-668 | 435-500 |
Blu | 606-631 | 500-520 |
Verde | 526-606 | 520-565 |
Giallo | 508-526 | 565-590 |
Arancione | 484-508 | 590-625 |
Rosso | 400-484 | 625-740 |
L'infrarosso: natura, estensione e caratteristiche
L'esistenza dell'infrarosso fu scoperta nell'anno 1800 dal fisico anglo-tedesco William Herschel, che si accorse che un termometro, posto nella parte oltre il rosso di una sorgente luminosa scomposta da un prisma, continuava a scaldarsi, rivelando che anche in quella zona c'era "qualcosa", nonostante non fosse visibile.
Standard DIN / CIE | ||
banda | Limite superiore | Limite inferiore |
IR-A | 0,7 μm - 428 THz | 1,4 μm - 214 THz |
IR-B | 1,4 μm - 214 THz | 3,0 μm - 100 THz |
IR-C | 3,0 μm - 100 THz | 1,0 mm - 300 GHz |
Quello che chiamiamo infrarosso è in realtà una grande porzione dello spettro elettromagnetico, che va da una frequenza di circa 300 GHz (pari ad una lunghezza d'onda di 1 mm, fine del campo delle microonde) fino ad una di circa 428 THz (lunghezza d'onda di 700 nm, dove diventa luce visibile), intorno ad un milione di volte più alta del limite inferiore! Ovviamente, di fronte a così grandi differenze, si intuisce subito che le caratteristiche di questa banda variano molto a seconda della zona considerata.
Purtroppo non esiste un'unica suddivisione standardizzata di queste radiazioni: ce ne sono almeno tre: tecnica, astronomica ed ingegneristica. Limitandosi alla prima (lo standard DIN/CIE), esistono le tre "sottobande" della tabella a fianco.
L'infrarosso "fotografico" di mio interesse è solo una piccola parte della banda IR-A, quella superiore. Per rivelare le frequenze inferiori è necessaria una termocamera, il cui utilizzo è puramente scientifico, tecnico o militare, e comunque non "artistico"; inoltre, i sensori impiegati sono di un tipo totalmente differente da quelli fotografici e puntano a rivelare e misurare la temperatura di soggetti che emanano radiazioni infrarosse.
Impieghi pratici degli infrarossi
Pur non essendo visibili, gli infrarossi sono stati sfruttati tecnologicamente per vari scopi. Partendo dalle frequenze maggiori e scendendo verso le microonde possiamo citarne i principali:
- Trasmettere - il principale impiego degli infrarossi è nel campo delle telecomunicazioni: le fibre ottiche trasportano infatti segnali "luminosi" nella banda dell'infrarosso, sfruttando la bassissima attenuazione che i materiali di cui sono costituite presentano a queste frequenze. Impieghi minori sono i telecomandi (che utilizzano un LED all'infrarosso), ed i sistemi di comunicazione senza fili IrDA (Infrared Data Association), molto usati anni fa fra computer e periferiche, ma oramai obsoleti perché piuttosto lenti
- Vedere al buio - altro impiego sono i sistemi di visione notturna (telecamere IR), nati per scopi militari ma poi utilizzati anche per la sorveglianza di aree ed edifici civili e nell'osservazione naturalistica.
- Agire di nascosto - è possibile tramite le fotocellule all'infrarosso, "interruttori" elettronici che permettono di attivare un dispositivo (un allarme, una telecamera di sorveglianza, una fotocamera nascosta...) se il fascio invisibile che emettono viene interrotto dal passaggio di qualcosa (certe spettacolari fotografie naturalistiche, con gli animali selvatici del tutto ignari di essere ripresi da pochi centimetri di distanza durante le loro attività quotidiane, sono proprio dovute all'attivazione di "trappole ad infrarossi" predisposte in precedenza dal fotografo)
- Misurare le temperature - mediante le termocamere si può rilevare a distanza la temperatura di oggetti (anche incandescenti, come i forni di fusione industriali), edifici, animali e persone, ad esempio per scoprire perdite di isolamento, animali notturni o... intrusi
- Riscaldare - infine, in fondo al campo delle frequenze IR, nella banda chiamata FIR (Far InfraRed, "infrarosso lontano") che con lunghezze d'onda dell'ordine dei μm si trova dalla parte opposta all'infrarosso fotografico "quasi visibile", esistono le stufe ad infrarossi, sostanzialmente generatori che producono onde termiche allo scopo di provvedere al riscaldamento di un ambiente
Finita l'indispensabile premessa teorica, si può finalmente passare al vero contenuto di questa lunga scheda.
Fotografie IR: l'approccio reale e la possibile alternativa
Come ho già accennato, esistono due modalità radicalmente differenti per ottenere fotografie "all'infrarosso":
- A) vere foto infrarosse: si scatta con un'apparecchiatura realmente sensibile alle radiazioni IR (solo a quelle, o in aggiunta ad una certa porzione dello spettro visibile)
- B) foto infrarosse simulate: l'effetto ed i colori irreali tipici delle fotografie IR sono ricostruiti mediante varie tecniche di postprocessing, a partire da normali fotografie
Ovviamente l'approccio "reale" richiede modifiche o aggiunte alla normale apparecchiatura da ripresa (più o meno sofisticate, costose e irreversibili), mentre la simulazione parte da normali fotografie e gioca solamente sulle potenti possibilità di elaborazione del software di fotoritocco; il contraltare però è che la simulazione può solo avvicinarsi all'effetto delle fotografie all'infrarosso autentiche (che comunque necessitano anch'esse di una serie di interventi di fotoritocco per essere accettabili).
A) Scattare realmente all'infrarosso
Da quando ho iniziato ad interessarmi a questo particolare campo della fotografia ho letto svariati articoli in rete sull'argomento, e mi sono fatto questa idea: scattare all'infrarosso è diverso dalla normale pratica fotografica, per vari motivi:
- si lavora in zona ostile: tutto quello che compone un normale sistema fotografico digitale (sensori, lenti, sistemi autofocus, algoritmi di calcolo dell'esposizione, mirini e display) è pensato, progettato, costruito ed ottimizzato per la banda del visibile, NON per l'infrarosso: in pratica, lo si fa andare a lavorare in una "zona ostile" e bisogna ricorrere a vari sotterfugi, anche scomodi, per ottenere prestazioni che si danno per scontate con le normali fotografie. Questo problema si riduce di molto se si fa convertire all'infrarosso il corpo macchina, ma se ci si limita ad usare un filtro IR su una macchina normale... il mirino diventa buio, parecchi automatismi cessano di funzionare, e bisogna arrangiarsi andando per tentativi
- noi l'infrarosso non lo vediamo: dobbiamo quindi immaginarci l'effetto finale della fotografia, e sulla base di quello provare a comporre l'immagine: se normalmente un bell'albero verde fa un buon contrasto contro una nuvola bianca, all'infrarosso non sarà così, perché anche le foglie diventeranno bianche, e quindi avremo un "bianco-su-bianco" ben difficile da valorizzare: sapendolo, converrà spostare l'inquadratura, in modo che dietro l'albero ci sia una parte di cielo sereno, che restando blu (anzi... "più blu") non creerà quel problema
- problemi inattesi: è possibile che, per migliorare le prestazioni nel visibile, i progettisti delle ottiche abbiano fatto in modo che, per tenere fuori da quella banda alcuni inevitabili difetti (visto che è quella che, nel 99,99% delle volte, viene ritratta), li abbiano "spinti più in là", per cui saltano invece inaspettatamente e brutalmente fuori andando a lavorare... proprio lì! Nella pratica, alcuni obiettivi, validissimi nel visibile, si rivelano scarsi o inutilizzabili se usati in banda IR
- cambiano le regole: quelle che, nella fotografia "normale", sono considerate "golden hours" (cioé i momenti del giorno in cui la luce è più suggestiva: alba e tramonto), perdono quel ruolo nelle foto IR, dove invece acquista importanza il momento del "pieno sole", in cui l'effetto dell'infrarosso è più intenso. In questo scambio di ruoli diventerebbero quindi "golden IR hours" (se questo termine esistesse...) le foto scattate a mezzogiorno, considerate normalmente "errori da turisti" per la piattezza della luce e la scarsità delle ombre tipica della parte centrale della giornata
Una serie di regole empiriche
Tutte queste considerazioni hanno generato molti consigli empirici dettati dall'esperienza di chi ha già combattuto contro le difficoltà già citate, che ho cercato di elencare qui di seguito.
1) Verifiche preliminari di compatibilità dell'attrezzatura
- Corpo macchina: per essere certi che la fotocamera (non modificata) sia in grado di registrare la luce infrarossa, basta attivare il LIVE VIEW e utilizzare il telecomando di un televisore davanti all’obiettivo: l’occhio umano non vede nulla, ma sullo schermo della fotocamera si dovrebbe vedere il led del telecomando che lampeggia di bianco.
- Obiettivi: ci sono obiettivi anche di pregio che, se usati all'infrarosso, causano degli "hot spot" (macchie molto chiare che appaiono al centro del fotogramma, dovute a riflessioni multiple fra le singole lenti che compongono l'obiettivo(5)). Per verificare se l'ottica che si vuole usare è tra queste bisogna fare qualche scatto con il filtro IR e verificare se nelle immagini c'è la presenza di questo fenomeno (che però a volte aprendo molto il diaframma scompare). Gli hot spots sono più marcati quanto più ci si allontana dalle frequenze del visibile (i peggiori risultati si ottengono con il filtro IR a 850mn, totalmente all'infrarosso).
Per verificare in anticipo se gli obiettivi che si vorrebbero usare possano avere problemi in banda IR si può cercare in rete, dove si trovano svariate liste di obiettivi che danno buoni o scarsi risultati. Queste liste sono comunque non ufficiali ed i criteri che le hanno generate non sono standardizzati.
(5) penso che una possibile ipotesi sulla formazione di questi hot spots sia la seguente: fra i tanti parametri di costruzione di un obiettivo, può essere che i progettisti abbiano scelto quelli che influiscono sulla formazione di riflessi multipli (che immagino siano dipendenti dalla frequenza) in modo da "spingerli" fuori dal campo del visibile, per ottenere ottimi risultati se l'obiettivo è utilizzato normalmente. Se invece lo si utilizza diversamente e si finisce per farlo operare proprio nel campo di lunghezze d'onda dove sono stati relegati i difetti, allora quelli si manifesteranno visibilmente.
2) Quando scattare
Per ottenere i migliori risultati, il consiglio ricorrente è quello di scattare soprattutto in situazioni di forte irraggiamento solare, con qualche nuvola (che creerà un forte contrasto rispetto al cielo), molto fogliame e/o acqua (che, a causa del loro opposto comporamento rispetto alla radiazione infrarossa, generano quei colori falsati così caratteristici delle foto IR).
3) Messa a fuoco ed esposizione
Per quanto riguarda l’esposizione, se la macchina è modificata ci si può comportare come con una fotocamera qualsiasi. Se invece non lo è, visto che il filtro IR applicato all'obiettivo è praticamente nero e che quello sul sensore scherma anch'esso gran parte dell'infrarosso, si devono forzatamente utilizzare tempi piuttosto lunghi di posa (è quindi indispensabile il cavalletto), e per trovare l'esposizione corretta va controllato l’istogramma. Questi sono gli accorgimenti da adottare:
- Messa a fuoco
- impostare diaframmi pari a f/8 o f/11 in modalità M (Manuale) o A (priorità di diaframmi) per aumentare la profondità di campo e quindi ridurre gli effetti di eventuali errori di messa a fuoco
- mettere a fuoco senza il filtro IR
- disattivare l’AF (Auto Focus)
- passare in MF (Manual Focusing) e spostarlo leggermente più avanti del normale
- montare il filtro IR senza più modificare la messa a fuoco
- Esposizione
- si consiglia di procedere per tentativi: iniziare a provare ad esporre per qualche secondo e verificare l’istogramma, modificando il tempo di esposizione:
- allungandolo per foto troppo scure (in cui l'istogramma è spostato a sinistra)
- abbreviandolo per foto sovraesposte (l'istogramma è a destra)
- si consiglia di procedere per tentativi: iniziare a provare ad esporre per qualche secondo e verificare l’istogramma, modificando il tempo di esposizione:
4) Postprocessing
Tutti gli articoli affermano che per le foto all'infrarosso il postprocessing sia assolutamente indispensabile. Fatta questa premessa, ecco alcuni consigli ricorrenti:
- Formato immagine: tutte le fonti in rete convengono sul consiglio di scattare in formato RAW per poter meglio correggere la bilanciatura del bianco, specialmente se non si riesce a creare un bilanciamento personale in fotocamera.
- Bilanciamento del bianco(6): si sceglie con il contagocce il punto più chiaro della foto (generalmente delle foglie o l'erba) oppure si imposta di base la temperatura colore a 2000 °K e la tinta a -80
- Eseguire poi la CORREZIONE OBIETTIVO e la CORREZIONE ABERRAZIONI CROMATICHE
- Red/Blue channel swap: a questo punto si esegue lo scambio fra i canali rosso e blu (vedere anche oltre, qui), mentre il canale del verde e tutti i cursori del verde non vanno modificati
- Si consiglia poi di ritoccare il tono dell’immagine in IMMAGINI -> TONO AUTOMATICO
- In Photoshop tutte queste modifiche si possono registrare in una azione (una macro che ripete automaticamente una sequenza di operazioni), per creare un predefinito "trattamento IR" di base. Da qui si continua a seconda del gusto e della sensibilità personale
(6) ho constatato che, per tutte le operazioni precedenti, i fotografi più esperti raccomandano Adobe Lightroom (in particolare l'uso del "profilo fotocamera" adattato all'infrarosso), per poi passare a Photoshop soltanto alla fase successiva, e che l'operazione ritenuta più critica è proprio il bilanciamento del bianco
Il soggetto migliore: cosa fotografare all'infrarosso, e quando?
Si dice spesso che il momento migliore per fotografare sia quando... i turisti non ci sono, o perché sono ancora a nanna o a fare colazione (il delicato colore rosato dell'alba è invece adattissimo a fotografie un po' "diverse" dalla norma) o perché sono nuovamente a tavola o già davanti alla TV (anche la luce calda e bassa del tramonto, con le sue ombre lunghe, è caratteristica ed inusuale). Per l'infrarosso, invece, il periodo migliore è l'esatto opposto: è quello più caldo, in piena estate e con il sole a picco, possibilmente con qualche nuvoletta bianca, che dopo il post-processing si staccherà nettamente dal cielo, diventato di un deciso blu violaceo.
E il soggetto? Beh, le cose migliori sono quelle "vive": alberi, boschi, prati, tutti riflettono fortemente l'infrarosso, prendendo un inusuale colore bianco. Lo stesso fanno le nuvole, ricche di vapore acqueo. Il cielo e l'acqua, invece, lo assorbono ed assumono un blu intenso, che vira verso il viola, mentre i terreni diventano di un colore rosso rosato. Edifici e pietre, in generale, rimangono così come potrebbero apparire in una fotografia in B/N ma, immersi dagli stranissimi colori assunti dalla natura circostante, diventano comunque interessanti.
Possibili configurazioni dell'apparecchiatura da ripresa
Come ho già detto, i sistemi fotografici in vendita sono progettati per registrare soltanto una banda di radiazioni elettromagnetiche, quelle luminose visibili, per evitare problemi derivanti dalla diversa messa a fuoco dell'IR nonché di colori falsati dal sommarsi dell'IR al visibile. Perciò, volendola invece estendere anche all'infrarosso (o limitarla esclusivamente a quella), è comunque necessario intervenire sulla loro configurazione, in modo più o meno complesso, invasivo e non reversibile. La descrizione che segue cerca di distinguere i possibili interventi in ordine di complessità, impegno richiesto (e costi...) crescenti.
Un filtro IR, la cui frequenza di taglio è regolabile (con un principio simile a quello usato per realizzare i normali filtri polarizzatori) mediante due vetri rotanti |
A.1) Uso di filtri IR da anteporre all'obiettivo
Anteporre un filtro davanti all'obiettivo, avente la caratteristica di tagliare le frequenze che lo attraversano (generalmente) al di sotto, o (più raramente) al di sopra o attorno ad una lunghezza d'onda cosiddetta "di taglio" (cutover) è il metodo più semplice, non invasivo e totalmente reversibile, per scattare fotografie all'infrarosso.
Il caso più comune è quello di aggiungere un filtro avente lunghezza d'onda di taglio pari a circa 720 nm (nanometri): in questo modo quasi tutto lo spettro visibile viene fermato, tranne il rosso scuro, che ha una lunghezza d'onda di poco superiore. Così facendo, i tempi di esposizione si allungano moltissimo (anche visivamente, questo filtro è praticamente nero), permettendo di colpire il sensore anche agli infrarossi, non filtrati.
Dato però che sul sensore è presente un filtro interno (IRcut) che lavora in modo opposto, lasciando passare molto poco l'infrarosso, ci vorrà appunto molto tempo (dell'ordine di minuti) perché il sensore accumuli la radiazione sufficiente per risultare "correttamente esposto": l'uso di un treppiede sarà quindi indispensabile, così come sarà consigliabile non fare prove quando c'è vento, anche poco, pena il ritrovarsi tutto il fogliame ben poco nitido, a causa del lunghissimo tempo di esposizione, nel quale si è inevitabilmente mosso.
Tipi di filtri e loro effetto
Nelle figure seguenti sono riportati i principali tipi di filtri IR con le relative lunghezze d'onda di taglio ed i loro effetti dal punto di vista fotografico
Confronto fra i principali tipi di filtri IR (con la rispettiva lunghezza d'onda di taglio) ed i colori dello spettro visibile interessati |
La mia Panasonic Lumix DMC-GH1 con in vista il sensore non modificato: il riflesso violaceo è appunto dato dalla presenza del filtro IRcut |
A.2) Corpo macchina con sensore sensibile agli IR
La soluzione più completa è quella che prevede l'utilizzo di un corpo macchina con un sensore "diverso", sensibile alle radiazioni dell'infrarosso "vicino" (quello "profondo" o "lontano", dato dalle radiazioni termiche, non è registrabile dalle normali macchine fotografiche), completato o meno da filtri aggiuntivi posti sull'obiettivo.
Davanti al sensore di una normale macchina digitale è sempre anteposto un filtro (detto "IRcut", in pratica un vetro ottico azzurrino) che quasi azzera gli infrarossi che altrimenti impressionerebbero il sensore insieme alla luce visibile, generando foto "irreali". Per scattare foto IR si usano fotocamere con sensori senza questo filtro, prodotte appositamente o modificate successivamente.
Diminuzione della risoluzione del sensore
Bisogna tenere presente che, nella maggior parte dei casi, le conversioni a infrarossi riducono leggermente la risoluzione totale del sensore digitale, quindi va posta attenzione per non evidenziare questo fenomeno:
- impostare ISO bassi: è consigliabile scattare sempre utilizzando l'impostazione ISO più bassa possibile per ridurre la comparsa di rumore digitale aggiuntivo e della cosiddetta "pixelizzazione" (il risultato di un esagerato ingrandimento di un'immagine digitale, che fa sì che i singoli pixel che compongono l'immagine diventino più prominenti, dandole un indesiderato aspetto granuloso)
- cropping: ovviamente, eventuali ritagli di parte dell’immagine originale (noti come cropping) fatti per ottenere una diversa composizione o accentuarne un dettaglio, dovranno essere trattati con molta attenzione, perché questo fenomeno sarà ancora più accentuato
Prima di tutto: quale macchina convertire (o comprare già convertita)?
Premesso che si parla esclusivamente di fotocamere digitali(7), la domanda di fondo può essere la seguente:
"Conviene convertire una fotocamera compatta(8) oppure una reflex(9) ?"
Provo ad elencare pro e contro:
Compatta "high-end" |
Ad obiettivi intercambiabili | |
costo della conversione IR | + | - |
possibilità di provare comunque la foto IR | + | + |
semplicità d'uso | + | - |
disponibilità del formato RAW | - | + |
possibilità di intervenire sull'esposizione | - | + |
possibilità di intervenire sulla messa a fuoco | - | + |
possibilità di montare filtri sull'obiettivo | - | + |
Quindi, cosa scegliere? A mio parere è una questione del tutto personale: dipende dai gusti, le capacità, le aspettative ed il tempo che si intende dedicare a questa attività: convertire una reflex permette di ottenere i migliori risultati, modificare una compatta è una soluzione più semplice ed economica, ma anche più limitante (ad esempio, la mancanza del formato RAW - difficilmente disponibile in una compatta - rende molto meno efficaci le tecniche di postprocessing, ma d'altro canto queste richiedono una conoscenza ed un impegno non superficiali).
In fondo, questi fattori sono gli stessi che portano ad essere contemporaneamente presenti sul mercato sia apparecchi costosi e complessi, ma dai risultati eccellenti, che altri più modesti ma comunque funzionanti: niente di nuovo, quindi...
(7) una "vecchia" analogica a pellicola non aveva alcuna necessità di modifiche (la tacca rossa di riferimento per la messa a fuoco per infrarosso era su quasi tutti gli obiettivi): ad essere "diversa" era solo la pellicola, ed il problema in questo caso è se oggi si trovino ancora laboratori disponibili a sviluppare le pellicole all'infrarosso (che da una ricerca superficiale sembrano essere ancora reperibili), soprattutto ricordando i problemi di sensibilità al calore di questi supporti.
(8) per compatta intendo comunque una macchina "high-end", con uno zoom e qualche forma di regolazione e compensazione manuale, non una pura "point-and-shoot"
(9) metto assieme le mirroless e le full-frame, per questo confronto non sono differenti
1° opzione - corpo macchina standard, modificato successivamente all'acquisto
La modifica, che può essere un modo per "ringiovanire" fotocamere oramai obsolete, dandogli una nuova destinazione d'uso, non è banale e richiede sia precisione che estrema pulizia: teoricamente è possibile farsela da soli, ma personalmente non consiglierei di provarci, affidandola ad un laboratorio specializzato. Si tratta di smontare il filtro IRcut e sostituirlo con un altro di spessore identico (per non falsare i calcoli del sistema autofocus) ma di diversa funzionalità: a seconda della frequenza di taglio del nuovo filtro si otterranno infatti risultati differenti. Purtroppo la modifica ha anche degli svantaggi:
- si invalida la garanzia del produttore (se questa è ancora attiva)
- la fotocamera non è più utilizzabile per fotografie "normali"
- possono esserci problemi di focalizzazione/esposizione
- si perde la funzione di pulizia automatica del sensore (le vibrazioni ultrasoniche generate per questo scopo sono incompatibili con la modifica)
- si ha il malfunzionamento della modalità "full auto" (chiamata iAuto o Intelligent Auto a seconda della fotocamera) a causa della diversa taratura dei parametri del sensore, su cui si basano gli algoritmi del pieno automatismo
Nel mio caso (sto valutando la possibilità di convertire all'IR la mia "vecchia" Panasonic Lumix DMC-GH1 per ridarle nuovo slancio), però:
- la garanzia... era già scaduta ben prima che la comprassi usata, nel 2012!
- avendo acquistato un corpo macchina Olympus molto più moderno e prestazionale, ufficialmente la GH1 è in perenne stato di "riserva", ma di fatto non la utilizzo, mentre la conversione IR le ridarebbe un posto "di primo piano" nella mia attrezzatura
- la messa a fuoco e l'esposizione non dovrebbero dare problemi, essendo la fotocamera una mirrorless che utilizza il sensore per entrambe le funzionalità
- la pulizia automatica del sensore non è certo fra le prestazioni irrinunciabili
- quanto alla funzione iAuto... non la uso mai!
...quindi, tutto sommato, grosse controindicazioni non ce ne dovrebbero essere. Rimane solamente il prezzo della conversione, che si aggira sui 200 - 250 € (sommando i costi dell'intervento, del filtro sostitutivo e della spedizione)
Dove fare eseguire l'intervento di conversione
Escludendo coraggiosi (o azzardati...) tentativi di fare da sè una modifica così delicata, cercando in rete ho trovato due siti USA (pieni di informazioni) specializzati in conversioni IR. In entrambi, la conversione di una reflex costa mediamente 275 US$, quella di una compatta 90 US$:
In Italia, invece, ho trovato questi due laboratori:
- Camera Service (a Napoli)
- iLaboratorio (a Verona)
Io ho contattato iLaboratorio: il costo della conversione, al momento di scrivere questo post (Maggio 2021) è di circa 200 € per una reflex/mirrorless e di 150 € per una compatta, più i costi di spedizione (12 € a tratta)
2° opzione - corpo macchina prodotto specificatamente per astrofotografia
Esistono alcuni apparecchi fotografici dedicati alla fotografia ad infrarossi, o meglio "ad ampio spettro" (Full Spectrum), specifici per l'utilizzo in astrofotografia. Normalmente sono versioni di reflex professionali, solitamente full-frame, già modificate in fabbrica (o da laboratori specializzati) prima della vendita, contraddistinte dal suffisso "A" - per "astrophotography"). Ne esistono alcuni modelli Nikon e Canon, costosi perché derivazione di fotocamere full-frame professionali. Essendo però ad ampio spettro (sensibili al visibile più una certa parte di IR e di UV) non sono da considerarsi "all'infrarosso" in senso stretto, ed il loro utilizzo è quasi solamente rivolto alle foto astronomiche, più che a quelle "artistiche".
3° opzione - acquisto di un corpo macchina di seconda mano già convertito
Cito anche questa opzione perché evita di preoccuparsi della conversione e probabilmente permette anche di risparmiare. Su vari siti di vendite online si trovano fotocamere usate e già convertite di differenti fasce di qualità e prezzo, dalle compatte fino a reflex professionali. Come per tutti gli acquisti online da privati, il problema è solo quello di trovare un venditore affidabile di cui fidarsi.
A.3) Uso combinato di un corpo macchina modificato E di filtri IR
La Kolari Vision propone sul suo sito una conversione "Full Spectrum" particolarmente versatile, anche se di non semplice utilizzo (nè basso costo): si tratta di eseguire una modifica al sensore della fotocamera eliminando il filtro IRcut come già visto prima, ma questa volta sostituendolo con un filtro "passa tutto" (in pratica, un vetro ottico del tutto neutro). Sull'obiettivo viene quindi aggiunto un filtro IR a scelta.
Pro: la fotocamera diviene sensibile contemporaneamente all'IR, al visibile ed al vicino UV e, usata sia da sola che in accoppiata con uno dei vari filtri sull'obiettivo, disponibili a diverse lunghezze d'onda di taglio, permette di avere fino a 7 diverse configurazioni, in grado di generare di volta in volta effetti totalmente differenti:
N° | Filtro | Effetto | Utilizzi consigliati |
1 | nessun filtro applicato | massimizzazione della banda (e della luce) ricevuta |
|
2 | filtro IR 850nm | transita esclusivamente radiazione infrarossa non visibile | fotografie soltanto in B/N con toni saturi e falsati |
3 | filtro IR 720nm | passaggio dell'IR e del rosso | fotografie con un numero limitato di colori, saturi e falsati |
4 | filtro IR 665nm | passaggio dell'IR e del rosso-arancio | fotografie come sopra, con più colore aranciato |
5 | filtro IR 590nm | passaggio dell'IR e di rosso, arancio e giallo | fotografie con molti colori, falsati dalla presenza dell'IR |
6 | filtro "hot mirror" (passa-banda visibile) | vengono escluse sia la banda IR che quella UV | la fotocamera ridiventa (teoricamente) come se non fosse stata convertita: a questo modo può essere l'unica fotocamera da portarsi dietro, semplificando l'attrezzatura necessaria |
7 | filtro UV passa-alto |
vengono escluse la banda IR e quasi tutta quella del visibile | è possibile scattare fotografie all'ultravioletto |
Contro: naturalmente questo approccio, apparentemente la soluzione perfetta per la fotografia ad ampio spettro di qualunque tipo, qualche controindicazione ce l'ha, come si può leggere già sullo stesso sito della Kolari Vision:
-
- l'intervento non è consigliato per le reflex "vere" (con lo specchio), a causa del principio di funzionamento della messa a fuoco e di misurazione dell'esposizione (basati sulla sola luce visibile) e del fatto che i filtri IR sono scurissimi, se non completamente neri: meglio le mirrorless o comunque le fotocamere con funzionalità Live View
- il costo totale è molto superiore alle precedenti configurazioni: va infatti dai 400 ai 700 US$, a seconda della quantità e qualità dei filtri (la conversione della fotocamera, da sola, viene 275 US$)
- infine, personalmente ho dei dubbi sull'affermazione che con il filtro "hot mirror" la fotocamera torni a comportarsi esattamente come un normale apparecchio mai modificato: qualche anomalia o una certa perdita di qualità delle immagini è da mettere in conto
- l'intervento non è consigliato per le reflex "vere" (con lo specchio), a causa del principio di funzionamento della messa a fuoco e di misurazione dell'esposizione (basati sulla sola luce visibile) e del fatto che i filtri IR sono scurissimi, se non completamente neri: meglio le mirrorless o comunque le fotocamere con funzionalità Live View
A.4) Postprocessing delle fotografie all'infrarosso
Premessa
Nelle fotografie all'infrarosso, scattate sia applicando un filtro IR davanti all'obiettivo, sia con una fotocamera appositamente modificata, sarà indispensabile ricorrere al post-processing, poiché la fotocamera vede principalmente tonalità di rosso. Proprio per questo motivo sarà fondamentale agire su un corretto WB (White Balance – "bilanciamento del bianco"), ma questo probabilmente non funzionerà come previsto. Un modo consigliato per ottenere un bilanciamento del bianco corretto nella fotocamera è quello di impostare il bilanciamento del bianco personalizzato (Custom WB) puntando su fogliame o erba. In questo modo, nella foto finale, le foglie e l'erba appariranno in bianco o grigio (che è probabilmente quello che si vuole).
Questo approccio è valido per filtri a infrarossi "Standard" (720 nm) o "Deep B&W" (850 nm), mentre per filtri che lasciano passare una buona parte del visibile è invece meglio eseguire un Custom WB scattando su un cartoncino grigio usato come riferimento.
Questa impostazione del bianco darà buoni risultati quando si importano le immagini a infrarossi nell'editor di foto preferito. Un'eccezione a questa regola è purtroppo Adobe Lightroom, in cui sarà necessario creare un profilo personalizzato per le immagini a infrarossi. Anche su alcune fotocamere sarà impossibile impostare il bilanciamento del bianco quando l'immagine è al di fuori dell'intervallo previsto (troppo scuro, troppo chiaro, troppa dominante di colore, ecc.). La difficoltà di impostazione del bilanciamento del bianco è più probabile quando si utilizza un filtro a infrarossi con una fotocamera non modificata, rispetto ad una modificata.
Questo accade perché nella fotografia ad infrarossi si deve lavorare con una temperatura di colore sotto i 1.000°K (sarà quindi quasi d'obbligo usare l’impostazione manuale), ma questo concetto va spiegato più in dettaglio.
La temperatura di colore
Come ho già fatto in precedenza, anche adesso serve un piccolo "preambolo scientifico", questa volta sul concetto di "temperatura di colore", che si riferisce alla tonalità della luce emessa da una sorgente luminosa. Questo valore viene espresso in gradi Kelvin (°K), con una scala che per il visibile va da 1.000 °K ad oltre 12.000 °K. Più è alto il valore in gradi Kelvin, più bianca o bluastra apparirà la luce.
Relazione fra temperatura di colore e spettro della luce visibile |
Si parla di "temperatura" di colore perché, scaldando un "corpo nero"(10), questo emetterà una radiazione elettromagnetica che, al salire della temperatura, sarà inizialmente fatta da onde radio, poi da radiazione termica ed infine (oltre l'incandescenza) da luce visibile, il cui colore varierà in modo univoco al variare della temperatura del corpo nero che la emette.
(10) In fisica un corpo nero è un oggetto ideale che assorbe tutta la radiazione elettromagnetica incidente senza rifletterla, ed è perciò detto "nero"
Valori di bilanciamento del bianco (WB)
Poiché la relazione fra la temperatura di colore e la lunghezza d'onda della luce (e quindi del nostro concetto di "colore") è univoca, e quindi ad una certa temperatura corrisponde una sola tonalità, è normale esprimere un dato colore in termini di gradi Kelvin. Generalmente, i valori di bilanciamento del bianco disponibili sono i seguenti (anche se alcune fotocamere ne hanno anche altri, come "subacqueo", o più posizioni preimpostabili "Custom WB1", "Custom WB2" ecc...):
Valore impostato | Temp. colore | Utilizzo e significato | |
(ITA) | (ENG) | °K | |
auto | auto | any | la temperatura di colore viene calcolata in maniera completamente automatica (nelle fotocamere odierne questa funzione è molto precisa in buona parte delle situazioni "normali") |
incandescenza | tungsten | 2.000 | va impostato quando il locale in cui ci troviamo è illuminato da lampadine a incandescenza a luce rossastra, quindi serve a "raffreddare" (aumentare) la temperatura di colore |
fluorescenza | fluorescent | 4.000 | si usa in presenza di un’illuminazione "fredda", tipo quella delle luci al neon, quindi serve a riscaldare (ridurre) la temperatura di colore |
luce solare | sunny | 5.000 | si usa nella parte centrale della giornata, per foto all’aperto, quando il Sole non è coperto da nuvole |
flash | flash | 7.000 | si usa (ovviamente) quando viene impiegato il flash, caratterizzato da una luce fredda |
nuvoloso | cloudy | 8.000 | si usa quando si fanno foto all’aperto, durante il giorno, e il cielo è coperto |
ombra | shadow | 9.000 | si usa quando si fotografano, durante il giorno, soggetti che si trovano all’aperto ma all’ombra, mentre il Sole non è coperto da nuvole |
personalizzato | custom WB | user preset | permette di preimpostare (o "forzare") una data temperatura di colore all'interno dell'intervallo di valori disponibili nella fotocamera, indipendentemente da quella effettiva del soggetto |
Modificando opportunamente il valore di WB si riesce a "simulare" una condizione diversa da quella nella quale la fotografia è stata invece scattata (ad es. una foto fatta a mezzogiorno può assumere la tonalità della luce del tramonto o dell'alba, uno scatto in pieno sole può essere trasformato in nuvoloso ecc.)
Un esempio delle tonalità di colore della luce |
Il problema è che, per l'infrarosso, la temperatura di colore corrispondente è… 1.000°K, e questo valore per molte fotocamere è del tutto "fuori scala" e quindi non impostabile(11), per cui in questi casi è necessario trovare delle soluzioni alternative. Lo stesso purtroppo accade con i profili standard di Photoshop e di Lightroom: così come sono impostati di default non permettono un corretto bilanciamento del bianco per le immagini infrarosse, ed è necessario creare un "profilo fotocamera" dedicato all'IR (il metodo da seguire è descritto qui di seguito - in pratica, si "sposta" la temperatura di colore dell'intera immagine verso valori molto più alti, prima di aprirla con uno di questi programmi, in modo da rientrare nell'intervallo del campo d'azione del loro sistema di bilanciamento del bianco). Il drastico cambiamento di colore che si ottiene con questo accorgimento è estremamente importante per la riuscita dell'immagine finale.
(11) ad esempio, per la mia Olympus E-M5 Mk.II i valori di WB impostabili vanno da 2.000 °K a 14.000 °K, quindi avrebbe problemi se impiegata all'infrarosso
Come impostare un "Custom WB" nella fotocamera
Si è già detto che il bilanciamento del bianco è fondamentale per ottenere buoni risultati nella fotografia a infrarossi. Nella maggior parte delle fotocamere si può semplicemente impostare fra i parametri della fotocamera e questa darà belle foto pronte per l'uso. A volte, però, la gamma di bilanciamento del bianco della fotocamera è troppo stretta per l’IR e se si va a provare ad impostarlo manualmente si ottiene solo un errore e si rimane con un'immagine rosa o rossastra. Possono capitare tre casi:
- molti modelli non imposteranno alcun bilanciamento del bianco, qualunque sia il tipo di filtro usato
- in casi più lievi, la fotocamera può arrivare ad impostare un bilanciamento del bianco per i filtri a infrarossi da 850 nm e 720 nm, ma non riuscire ad impostarne uno per i filtri IR da 590 nm o 665 nm
- la terza categoria è costituita da fotocamere che imposteranno il bilanciamento del bianco al valore più vicino possibile, ma senza che il risultato così ottenuto sia abbastanza buono per effettuare una buona post-elaborazione
Cosa si può fare, allora? Fortunatamente, è qui che i file RAW possono venire realmente utili: questi salvano i dati dal sensore prima di comprimere lo scatto in un JPEG. Ciò consente di modificare l'esposizione e il contrasto e, cosa importante per noi, impostare un nuovo punto di bilanciamento del bianco. Sfortunatamente, a seconda del convertitore RAW utilizzato, la gamma di bilanciamento del bianco che si può impostare nel software potrebbe essere ancora più limitata della portata della tua fotocamera. I convertitori RAW di Photoshop e Lightroom sono spesso troppo limitati(12)
(12) Alcuni affermano che scattare in RAW sia assolutamente necessario per la post-elaborazione IR. Non è così, tutto ciò di cui si ha bisogno è essere in grado di impostare un buon bilanciamento del bianco, e di solito non è indispensabile usare un file RAW per poterlo fare. In effetti in alcune fotocamere e alcuni convertitori il formato RAW funziona meglio per impostare il bilanciamento del bianco nella fotocamera. Ma se si sta elaborando una foto ad infrarossi a falsi colori, si dovrà comunque convertire in JPEG per eseguire uno scambio fra i canali Rosso/Blu e vedere effettivamente con cosa si sta lavorando.
Come creare un profilo fotocamera specifico per le foto IR
Riassumiamo il problema in modo chiaro: abbiamo un file RAW in cui non si riesce ad impostare il bilanciamento del bianco nella fotocamera e, allo stesso modo, neanche nel convertitore RAW. La soluzione alternativa è impostare un profilo colore specifico per quella fotocamera nel software RAW. Ciò che fa il profilo è spostare verso temperature di colore molto più alte (e quindi colori molto più "freddi") il bilanciamento del bianco del file RAW, in modo che l'intervallo di valori dei cursori del bilanciamento del bianco in Lightroom (o Photoshop) riesca a coprire la gamma che si desidera, permettendo di impostare correttamente questo valore.
La procedura che segue è pensata per gli strumenti Adobe e il profilo che ne risulterà funzionerà sia in Lightroom che in Photoshop. Potrà sembrare un po' pesante, ma va fatta una sola volta, dopodiché si avrà a disposizione un profilo salvato, che si puo' usare ogni volta che si apre un file RAW prodotto da quella fotocamera
Fase uno: convertire il file RAW in un DNG
Bisogna effettuare la conversione del file RAW della fotocamera nel formato .DNG(12) (Digital NeGative). Per farlo si usa Adobe DNG Converter, un semplice software gratuito. Si può anche utilizzare Lightroom per esportare un file DNG.
(12) Un file DNG è un file RAW open source, non più proprietario come quello nativo della fotocamera. Come ulteriore vantaggio, se si ha una nuova fotocamera ma una versione precedente di Adobe Camera Raw che non apre i suoi file RAW, basta semplicemente convertire il file RAW proprietario in un .DNG per riuscire ad evitare l'aggiornamento
Fase due: usare Adobe DNG Profile Editor
- Aprire il nuovo file .DNG così ottenuto in Adobe DNG Profile Editor (anche questo altro software gratuito)
- Accedere alla scheda Matrici colore
- Trovare la calibrazione del bilanciamento del bianco e spostare il cursore della temperatura su -100
- Andare su Opzioni e aggiungere un nome significativo per il profilo
- Andare su File e fare clic su Esporta profilo, senza modificare la directory di salvataggio: il programma dovrebbe scegliere la directory predefinita corretta per il profilo
- Chiudere il programma senza salvare la ricetta
Questi passi dovranno essere fatti solo una volta per una data fotocamera, dopodiché il suo profilo personalizzato sarà disponibile in Camera Raw, Lightroom e Photoshop.
Se si hanno problemi ad importare i profili, si può anche utilizzare Adobe Lightroom per importare manualmente i profili personalizzati. Nel pannello delle regolazioni di base, fare clic sulla griglia per visualizzare il browser del profilo. Una volta che si è nel browser dei profili, fare clic sul segno + nell'angolo in alto a sinistra per rivelare l'opzione "Importa profili". Una volta importati manualmente in Lightroom, questi saranno disponibili anche su Camera Raw e Photoshop.
Fase tre: impostare il bilanciamento del bianco in Camera RAW
- Aprire il file .DNG in Photoshop: questo aprirà Camera RAW (si può anche aprire il file in Lightroom e seguire gli stessi passaggi)
- Andare alla scheda Calibrazione fotocamera a destra, quindi cambiare il profilo della fotocamera, selezionando quello appena creato
Dopo questo passaggio si può impostare il bilanciamento del bianco personalizzato come ci si aspetterebbe. Andando alla scheda Base (a destra), sarà possibile regolare correttamente il bilanciamento del bianco, perché ora si dovrebbe essere nel range giusto per impostarlo in modo appropriato.
Si può giocare con il cursore della temperatura o utilizzare lo strumento contagocce dal menu in alto per impostare un bilanciamento del bianco personalizzato. Si consiglia di usare il contagocce e selezionare un'area bianca per ottenere un bilanciamento del bianco migliore.
...e dopo averlo impostato, il WB?
Beh, dopo aver impostato correttamente il bilanciamento del bianco, che è la parte critica del processing IR, la fotografia così elaborata diventa un'immagine come tutte le altre, da ritoccare secondo i propri gusti(13). Da qui in avanti, quindi, si ricade nel filone principale delle tecniche di fotoritocco (magari artistico), a cui fare riferimento.
(13) Proprio poiché la fotografia IR è intrinsecamente "innaturale" (i suoi tipici colori e contrasti sono sempre lontani dalla realtà) direi che le immagini hanno una forte componente tanto "artistica" quanto ben poco realistica (queste fotografie non replicano la realtà ma piuttosto la interpretano), e quindi è più che accettabile che vengano fortemente modificate, improntandole secondo la sensibilità e la personalità dell'autore.
B) Simulare un "effetto IR" mediante post-processing
In questo caso, l'infrarosso vero e proprio ...non c'entra nulla: si tratta di elaborare (pesantemente...), tramite software di postprocessing, una normale immagine a colori in modo che, al termine del trattamento, sembri scattata da un apparecchio fotografico sensibile all'infrarosso. In pratica... un "falso". Gradevole, magari, ma che non ha niente a che vedere con le vere riprese nella banda IR. La qualità delle immagini ottenute dipenderà da almeno due fattori:
- abilità ed esperienza nell'uso del software di fotoritocco
- soggetto ritratto nella foto di partenza
Il principio di base: l'inversione dei canali rosso e blu
Cosa si vuole simulare? Ricordiamo l'aspetto tipico delle (vere) foto a (falsi) colori all’infrarosso:
- colori irreali (il fogliame diventa biancastro, il cielo blu-violaceo, il terreno rossiccio)
- forte contrasto e saturazione dei (pochi) colori
- l'immagine ha frequentemente un aspetto "onirico"
Ora, date queste caratteristiche, si tratta di trovare un metodo per riprodurle in modo abbastanza sistematico. Consultando vari siti e tutorial sull’argomento (vedere i link di riferimento in fondo alla pagina), sembra che un po’ tutti convergano sulla stessa procedura di base, seppure con minori aggiunte o differenze. Eccola:
- si duplica l’immagine di partenza su un livello(14)aggiuntivo e la si inverte
- si scambiano fra di loro le sue componenti rossa e blu (tecnica del "Red/Blue channel swap"(15)) operando sul miscelatore canali
- si ritoccano la tonalità e la saturazione dei colori di base
- infine si "fonde" con un metodo opportuno l’immagine elaborata con quella di partenza
A questa sequenza di operazioni di base si possono poi aggiungere altri effetti o tarature particolari, magari qualche "segreto di fabbrica" del fotografo, ad esempio:
- aggiungendo un effetto glow ("bagliore") per rendere più marcata l’atmosfera sognante comune a molte di queste fotografie
- tramite lo strumento "Bilanciamento colore" si può decidere se e quanta sfumatura di rosa far comparire
- giocando opportunamente con lo strumento "Sostituisci colore" si può forzare la comparsa del bianco, un po' la "firma" delle foto IR, distribuendolo sapientemente con un utilizzo ponderato del cursore "Tolleranza"
(14) utilizzo in queste descrizioni le funzionalità ed il "gergo" di Photoshop, il software di fotoritocco usato in tutti i tutorial, ma non escludo che anche con altri pacchetti, magari gratuiti come Gimp, riescano ad arrivare allo stesso risultato con metodologie differenti
(15) l'inversione dei canali rosso e blu serve per dare al cielo e all'acqua quel colore blu/violaceo così caratteristico delle foto IR, che altrimenti assumerebbe un anonimo color marrone
Esempi
Nelle immagini qui sotto riporto alcuni esempi di cosa si riesca ad ottenere. Ho usato come immagini di test dei normali scatti che ritraessero del verde (fogliame, prato...): una roggia fra filari di alberi, uno scatto ripreso in un parco cittadino, un panorama alpino ed una strada nel bosco.
Riferimenti (siti informativi e video tutorial)
N° | Link | Titolo (tradotto) | Contenuto |
1 | Nikon School Italia | Fotografare l’infrarosso: tecnica e potenziali creativi | Minisito dedicato |
2 | Beginner's guide to infrared photography | Guida per principianti alla fotografia a infrarossi | Sito dedicato |
3 | Infrared Photography processing | Elaborazione delle fotografie a infrarossi | Tutorial YouTube |
4 | Getting started in infrared photography | Introduzione alla fotografia a infrarossi | Tutorial YouTube |
5 | Processing infrared Images | Elaborazione di immagini a infrarossi | Tutorial YouTube |
6 | BEST Infrared Workflow for Lightroom, LT Classic, & LT iPad with LUTs | Il miglior flusso di elaborazione di foto ad infrarossi con diverse versioni di Lightroom | Tutorial YouTube |
7 | Setting White Balance on Infrared Images with Lightrooms | Impostazione del bilanciamento del bianco con Lightroom nella fotografia a infrarossi | Tutorial YouTube |
8 | More secrets to White Balance in Infrared Photography | Altri segreti per il bilanciamento del bianco nella fotografia a infrarossi | Tutorial YouTube |
9 | IR Postprocessing tutorial | Tutorial sulla post-elaborazione IR | Tutorial YouTube |
10 | INFRARED Landscape Photography | Why & How? | Fotografia di paesaggio ad infrarossi: come e perché? | Tutorial YouTube |
11 | Tutorial INFRARED Photography | How to Shoot & Edit | Tutorial sulla fotografia ad infrarossi: come scattare ed elaborare | Tutorial YouTube |
12 | WB in PS using IR cameras | Bilanciamento del bianco con Photoshop per fotocamere IR | Tutorial YouTube |
13 | INFRARED Post Processing TUTORIAL | Guida al postprocessing infrarosso | Tutorial YouTube |
14 | Main Faux IR Post Processing with Khromagery Plugin Lesson 1 | Introduzione al post processing di "effetto IR" mediante il plugin Khromagery – parte 1 | Tutorial YouTube |
15 | IR Faux Post Processing Lesson 2 | Post processing di "effetto IR" – parte 2 | Tutorial YouTube |
16 | Intrduction to infrared photography | Introduzione alla fotografia ad infrarosso FONDAMENTALE | Tutorial YouTube |
17 | Secrets to WB in infrared photography | I segreti del bilanciamento del bianco in IR | Tutorial YouTube |
18 | Secret to Colors that POP in Infrared Photography | Il segreto dei colori che "fanno il botto" nella fotografia IR | Tutorial YouTube |
19 | Infrared inspiration | Ispirazioni all'infrarosso | Tutorial YouTube |
20 | How to add multiple colors to IR images? | Come aggiungere colori differenti alle immagini IR | Tutorial YouTube |
21 | More secrets in IR WB | Altri segreti nel bilanciamento del bianco in IR | Tutorial YouTube |
22 | Color space in Lightroom and Photoshop | Spazio dei colori all'infrarosso in Lightroom e Photoshop | Tutorial YouTube |
23 | IR DNG profile creation | Creazione di un profilo IR per DNG (Digital NeGative) | Tutorial YouTube |
(Ivan – 18/05/2021)
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