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Storia di un'altra foto

 

Premessa

    Stavo per chiamare questo post "Storia di una foto" quando, caricando sul server le immagini che lo devono corredare, ho visto che un titolo quasi identico lo avevo già usato, esattamente un anno fa… ok, questa allora sarà la storia di un'altra foto, eccola (comincio questa "cronaca" dal fondo, come in certi film...):

focusing@home small

focusing@home

 


 

Il soggetto

    Chi avesse navigato qualche volta nelle pagine di questo sito avrà visto spuntare ben più di una sola volta le "case di ringhiera"(1) che vedo dalle mie finestre, sostanzialmente per tre motivi del tutto diversi:

  • sono vicine (secondo Google Maps sono a soli 130 metri da casa mia, al di là di un gruppo di bassi capannoni che non le nasconde), posso fotografarle dalla finestra senza alcuna fatica, sono un soggetto riconoscibile senza incertezze da chiunque e costituiscono un piacevole soggetto nel caso dovessi fare qualche prova, sia di qualità dell'attrezzatura fotografica sia di qualche tecnica di ripresa che voglio sperimentare o mettere a punto

  • restano ovviamente sempre uguali, anche se le condizioni in cui appaiono in un certo scatto sono invece molto differenti fra di loro: all'alba, prima di un temporale, di notte, all'infrarosso, elaborato come un quadro(2)… e il fatto di assistere all'avvicendarsi delle stagioni o del tempo intorno a qualcosa che invece resta immutabile e poterlo documentare mi ha sempre affascinato

  • mi ricordano che Milano non è solo business, frenesia, modernità e spersonalizzazione: c'è (o c'è stato…) un momento in cui si viveva all'interno di piccole comunità in cui tutti si conoscevano e si aiutavano reciprocamente, e quelle case erano all'avanguardia(3) per quanto riguardava l'igiene e l'abitabilità

(1) queste case, ben descritte in questo articolo, sono uno dei simboli tipici della Milano del secolo scorso, e dalla destinazione originale di edilizia popolare si sono quasi tutte trasformate in alloggi alla moda (definiti cool nel cosiddetto "milanese moderno", come viene ironicamente chiamato quello slang pateticamente farcito di termini inglesi, spesso usati a sproposito, di cui qui in città si fa ampio abuso…), non più abitati da operai o immigrati, ma da chi vuole distinguersi dalla massa o ha uno spirito indipendente, un po' "artistico" e un po' individualista

(2)   cliccare qui per vedere una raccolta di alcune di queste immagini

(3) all'avanguardia… per quel periodo (a cavallo fra l'800 ed il '900): oggi l'idea di dover condividere i bagni con altre famiglie è semplicemente impensabile, e chi si compra un appartamento in una casa di ringhiera lo fa per il fascino estetico della costruzione, ma poi all'interno lo ristruttura totalmente secondo i canoni attuali (so di casi in cui, per avere una superficie "decente", si acquistano due appartamenti adiacenti e poi si rifanno completamente come uno solo)
 

1 zona via Padova V.le Monza         2 zona via Padova V.le Monza commentata
La zona dietro a casa mia (l'area triangolare fra via Padova e viale Monza) nella visione tridimensionale fornita dal tool geografico Mappe della Apple: a sinistra come appare dall'alto, a destra con evidenziati i luoghi a cui faccio riferimento e che spesso appaiono nelle mie foto  

 

Il progetto

L'idea di base

    In poche parole, queste case mi piacciono, anche se in realtà non so né chi ci abita né ci sono mai stato, pur essendo vicinissime, e pur avendole già fotografate più volte ho ancora vari progetti che le riguardano(4)

    Uno di questi, però, sono riuscito a "smarcarlo" (cioé l'ho realizzato, in gergo militaresco…) pochi giorni fa: verso le 21:30 circa ho notato che le luci dei due ballatoi più vicini a me creavano una piccola zona ben illuminata e dall'atmosfera calda ed accogliente, al centro del panorama, mentre tutto intorno l'oscurità stava incombendo. Mi è venuta così l'idea di riprendere quella sensazione, sfruttando la tecnica fotografica chiamata zooming: ruotando manualmente la ghiera di un obiettivo zoom mentre si sta scattando si ottiene una fotografia che è nitida solamente al centro, mentre il resto è occupato da strisce radiali che si dipartono proprio dal centro, dando all'immagine un senso che può essere di velocità o di movimento, e contemporaneamente concentrano l'attenzione sull'unico punto "leggibile", al centro.

(4) ho già notato che queste case danno il massimonella cosiddetta golden hour, cioé quel breve periodo prima dell'alba (o dopo il tramonto) in cui le luci sono ancora (o già) accese ma il cielo non è più (o ancora) del tutto buio, ed i colori sono caldi ed inconsueti: prima o poi mi apposterò al mattino prestissimo cercando di immortalarle con quella rara luce rosata…

 

L'idea… in più

    Però, fare uno scatto così è relativamente banale: si mette la fotocamera sul cavalletto, si scatta usando un tempo sufficientemente lungo (facile, questo: in questo periodo, l'inquadratura è sempre molto scura…) e nel frattempo si gira la ghiera dello zoom (obiettivo indispensabile, per questa tecnica), possibilmente senza muovere la fotocamera ed in modo uniforme e senza strappi. Così, però, la zona centrale è "leggibile", ma non nitida: semplicemente, l'effetto dello zooming aumenta all'allontanarsi dal centro dell'immagine, zona in cui è minimo

    Io, invece, tanto per complicare la cosa, ho voluto provare a rendere la zona centrale con i ballatoi delle case illuminati… del tutto nitida, senza zooming, limitando le strisciate alla sola zona scura che la circondava. Questo effetto non si può ottenere con la sola fotocamera: è necessario fondere digitalmente, in fase di post-processing, due diverse immagini: una nitida (senza zooming) dalla quale ottenere la sola zona centrale, e l'altra complementare, in cui l'effetto di mosso radiale viene limitato alle sole costruzioni adiacenti, visibili anche se scure


 

La realizzazione

1 – le riprese

    Una cosa, però, è avere l'idea, un'altra... riuscire a realizzarla (e l'effetto zooming non l'avevo mai provato). Inoltre, avevo molta fretta: il periodo interessante dopo il tramonto dura pochi minuti, e la luminosità della scena varia rapidamente, con il cielo che da azzurro rosato si scurisce velocemente per diventare… nero. Ed in quel breve periodo dovevo montare il cavalletto, la fotocamera e l'obiettivo(5), possibilmente cercando di avere sufficientemente tempo, più di quello necessario per il numero minimo di scatti, per poter avere più materiale a disposizione e un po' di margine in caso di errori.

 

(5) per realizzare questo effetto ho montato senza esitazioni lo zoom "tele" (il Lumix G Vario 45-200 mm f/4-5.6 OIS), perché... è una scelta obbligata: è l'unico del mio set che abbia l'ingrandimento necessario perché sia evidente che le case al centro costituiscono il soggetto principale dell'inquadratura

 

    Così mi sono "buttato", salvo rendermi subito conto che la luminosità delle luci esterne dei ballatoi era molto superiore a quella circostante, per cui ho pensato fosse meglio fare due serie di tre scatti ognuna (con tre valori di esposizione e variando l'ingrandimento relativo della zona chiara), per poter recuperare parte della differenza utilizzando la tecnica HDR

 

basso ingrandimento         alto ingrandimento
Un esempio del diverso rapporto di ingrandimento di ognuna delle serie di tre foto a diversa esposizione (questi fotogrammi sono quelli scattati con esposizione corretta, secondo la fotocamera): a sinistra con focale 51 mm (102 mm equivalenti), a destra con focale 84 mm (165 mm equivalenti). Fortunatamente, la serie che non ho potuto utilizzare è quella ad ingrandimento maggiore, dove – visto a posteriori – il gruppo di case illuminato occupa uno spazio troppo grande per ottenere una buona resa dell'effetto zooming nell'area rimanente dell'inquadratura. Quella di sinistra, invece, mi è sembrata perfetta per costruire il tipo di veduta che intendevo io.

 

    Avrei voluto rifare lo stesso per gli scatti in modo "zooming" ma, in pratica, nel breve tempo rimasto prima che la scena divenisse troppo buia sono riuscito a realizzarne… uno solo, quello con lo stesso ingrandimento della prima serie (questo intoppo ha di fatto escluso la possibilità di usare la seconda, più ingrandita)

 

zoom a basso ingrandimento

Ecco l'immagine in cui ho applicato l'effetto zooming: confrontandola con le due fotografie precedenti, si può vedere come le case illuminate siano sì "leggibili", ma sicuramente non possano essere definite "nitide"

Questo unico fotogramma utilizzabile era fortunatamentte adatto(6) ad accoppiarsi alla serie che mi pareva migliore!

 

(6) naturalmente, l'ideale sarebbe che fosse stato perfettamente adatto alla serie corrispondente (nel senso che l'ingrandimento dello stesso soggetto, nella serie di foto statiche ed in quella "zoomata" fosse identico). Invece, a causa probabilmente di un mio imperfetto sincronismo fra il momento dello scatto e l'inizio della rotazione manuale, purtroppo la foto "zoomata" ha un ingrandimento lievemente - ma visibilmente - maggiore di quelle statiche, per cui sono stato costretto a "scalare" manualmente l'immagine per farla coincidere con l'altra. Il tutto non mi è riuscito alla perfezione, e qualcosa di questo disallineamento si vede anche nell'immagine finale.

 

2 – la post-elaborazione

    Questa fose, decisiva per l'immagine che volevo creare, è consistita di due operazioni, del tutto differenti fra di loro:

  • HDR: questa elaborazione ha generato, partendo dalle tre fotografie scattate in sequenza con un braketing di +/- 0.7 stop oltre a quella con esposizione corretta, una quarta immagine con un range dinamico minore (meno differenza fra le zone in ombra e quelle pienamente illuminate). Ho usato HDRtist, un software semplificato ma efficiente per la creazione di immagini di questo tipo

  • Fotoritocco: è l'operazione "centrale" per arrivare all'immagine finale: dalla fotografia "zoomata", perfettamente sovrapposta a quella statica, viene "tolta" la parte centrale, facendo apparire l'area nitida delle case illuminate. Per farlo mi sono servito delle funzionalità Livelli e Maschera di Photoshop

 

3 – i ritocchi finali

    Una volta che l'area di maggior effetto dell'immagine finale è stata terminata, è arrivato il momento di rifinirne l'aspetto aggiungendo gli ultimi passaggi:

  • Ottimizzazione dell'inquadratura: secondo i miei gusti, questa fotografia dà il meglio se le case illuminate sono al centro di un'immagine all'incirca quadrata, con le linee radiali date dall'effetto "zooming" che formano così un soggetto a simmetria centrale. È la parte più facile, ottenibile posizionando opportunamente le linee di taglio dello strumento Taglierina

  • Firma "in tono" con l'immagine: come faccio molto spesso con le mie immagini migliori, ci aggiungo una "firma" congli strumenti del fotoritocco, cercando di crearla "a tono" con l'immagine. In questo caso ho tentato di fare qualcosa in più: visto che nell'immagine c'era l'angolo in basso a destra particolarmente scuro e con nessuna "strisciata" derivante dallo "zooming", ho pensato di renderlo più interessante aggungendovi una firma che fosse lei stessa parte dell'immagine, rendendola simile ad una delle strisciate luminose. Realizzare questa idea in pratica ha comportato i passi seguenti:

    • creare la firma con un font adatto all'immagine, usando lo strumento Testo di Photoshop

    • colorarla in modo opportuno (più luminosa verso il centro dell'immagine, più scura allontanandosene) con lo strumento Gradiente

    • piazzare la scritta così ottenuta in prospettiva (modifica eseguita manualmente, con lo strumento Distorci) e con le dimensioni adatte rispetto all'immagine circostante

  • Scurimento del cielo: su consiglio di un amico, che vedendo la foto in anteprima mi ha fatto notare che la zona di cielo in alto sbilanciava la simmetria dell'immagine in quanto troppo chiara, ho progressivamente scurito quella parte con lo strumento Dehaze (Rimozione foschia) di CameraRAW

  • Cornice: l'ultimo passaggio è stata la creazione della "cornice", questa volta limitata all'aggiunta di un semplice contorno bianco, con lo strumento Canvas Size (Dimensioni Tela)

 

4 - la scelta del titolo

    Ultimo tocco, anche se non strettamente fotografico, la scelta del nome da dare all'immagine: so che nei giornali ed in generale nell'editoria non è l'autore del contenuto a creare il titolo dell'opera, ma un "titolista" che non fa altro, ma io sono ben contento di non avere questi obblighi. Preferisco crearmelo da solo, in modo che sia un po' "ad effetto"

    Per questa immagine ho considerato quelli che, secondo me, ne costituiscono gli elementi principali:

  • le case ed il senso di protezione che emanano sotto la luce gialla e calda

  • l'effetto "zooming" che fa pensare a qualcosa che mette velocemente a fuoco il soggetto

  • il fatto che la focalizzazione sia evidentemente diretta verso le case

    Così sono arrivato a selezionare i due termini inglesi focus e home, anche pensando a "Letter From Home", il titolo di un bellissimo disco di Pat Metheny, del 1989. A questo punto ho fatto qualche prova: Focus on Home, Focusing Home... fino ad arrivare, tentando di imitare la stringatezza dell'inglese, all'idea finale, che ripropongo nuovamente qui di seguito, insieme al lavoro finito


Il risultato

 

focusing@home small

focusing@home
 

 


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      (Ivan – 05/06/2023)


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