Blue Flower

 

Guerra al rumore (video)

Una novità

    Per svariati motivi mi trovo ad avere installate due versioni di Photoshop: la 2021 sull'iMac, e la 2023 sul PC. Fra le due ci sono molte piccole differenze, ma una in particolare mi è saltata all'occhio. La novità sta nella funzionalità Camera Raw (quella destinata ad editare direttamente i file immagine nel formato proprietario del produttore della fotocamera, cioè quello che contiene tutte le informazioni relative allo scatto):

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Con la Sigma DP1 Merrill nel deserto del Mojave

    Per motivare la presenza di questa recensione (o diario?) ho ritenuto necessario aggiungere qualche riga di spiegazione(*) da parte mia, altrimenti non si riuscirebbe a capire perché l'ho pubblicata nel mio sito, visto che né possiedo né ho mai preso in mano una fotocamera Merrill.
  

    Il motivo è semplice: la serie di fotocamere "compatte" Sigma DPx Merrill (DP1, DP2, DP3) è quella da cui discende la mia Sigma dp1 quattro: è cambiato l'aspetto (ancora più "originale"), sono state aggiornate alcune prestazioni e si è aggiunto un quarto modello (la dp0 con un obiettivo supergrandangolare, equivalente a 21mm in formato 35mm), ma tutte sono costruite intorno ad un sensore di tipo Foveon (anche se di generazioni diverse) e, rispetto alle fotocamere più tradizionali con sensore Bayer, tutte condividono nell'utilizzo le eccentriche peculiarità così ben descritte da Brian Cox nei suoi appunti di viaggio.

    Quanto alla definizione di "compatta", vcglio immaginare che questa particolarissima fotocamera sia stata catalogata così perché, a primissima (e superficiale) vista, ha caratteristiche tipiche delle cosiddette compatte: obiettivo fisso, mancanza di mirino, display LCD a bassa definizione e non orientabile, interfaccia utente spartana, forma squadrata (caratteristica, questa, più applicabile alla DP1 Merrill che alla dp1 quattro che, così spigolosa, costituisce un'eccezione sotto tutti i punti di vista) eccetera.

  Caratteristiche che ci sono realmente, certo, però vanno lette… al contrario, così: "caratteristiche non tipiche delle fotocamere ad obiettivi intercambiabili, sia DSLR che mirrorless". Sì, perché il paragone va fatto proprio con quelle: in effetti, con le "compatte" questa fotocamera non ha praticamente nulla in comune, se non vagamente la forma. Diversamente da quelle, infatti:

  • non è economica: l'anno scorso ho pagato la dp1 quattro una cifra intorno agli 800€, mentre per il solo corpo dell'Olympus E-M5 Mk.II l'anno prima ne avevo spesi 600: costa quindi come una mirrorless di livello medio-alto

  • non è leggera: teoricamente sono 425g, già parecchi per qualsiasi "compatta" (è lo stesso ordine di misura del corpo Olympus), che però "a regime" (cioé con il paraluce ed il quasi indispensabile visore LVF-01) diventano ben 790g. D'altronde l'Olympus, nelle stesse condizioni operative, fra impugnatura aggiuntiva e un obiettivo tipico - ho considerato lo Zuiko 12-45 F4 PRO, che uso molto - arriva a ben 820g). Valori sempre ridotti rispetto agli equivalenti in formato full-frame, ma per una qualunque "compatta", proprio tanto!

  • non è piccola: se per "compatta" si pensa ad uno scatolino ridotto (la mia rispettabilissima Lumix DMC-TZ6 è un blocchetto metallico di circa 10x6x2,5 cm, perfettamente tascabile) la dp1 quattro, oltre ad avere un'ingombrante e delicata ottica fissa non smontabile né collassabile, occupa in condizioni di lavoro uno spazio di ben 17x17x8 cm, tutt'altro che tascabile! Anzi, per portarla in giro con un po' di sicurezza contro gli urti accidentali, ho preso un'ingombrante borsa fotografica imbottita, pensata per una reflex con uno zoom "medio", ed anche qui fa un po' fatica ad entrare ed esserne estratta, anche se più per la stramba forma che per l'ingombro in quanto tale.

  • non è di plastica: il corpo della dp1 quattro è in lega di magnesio, di certo un materiale che non ci si aspetta di trovare in una "compatta"...

  • non è di bassa qualità: né ottica (ha un "signor obiettivo" di ottima qualità e con le lenti in cristallo) né fotoelettronica (il sensore non è poco più che un giocattolo, ma il noto, dibattuto, criticato e sognato Foveon, l'unica alternativa esistente ai sensori Bayer che equipaggiano praticamente tutte le altre fotocamere digitali). 

    Una definizione realistica, per questa curiosa fotocamera che sfugge a tutte le categorizzazioni del mercato e si pone in un settore tutto suo, potrebbe invece essere questa:

Una fotocamera medio formato(**), essenziale ma con un'eccellente qualità d'immagine, che pur di mantenere un prezzo parecchie volte minore delle rivali ha rinunciato a (quasi) tutti quegli orpelli che di solito uno si aspetta su apparecchi del genere.

 

    Quindi, come ricorda Brian Cox per la non dissimile Merrill, il risultato sembra una fotocamera di 20 anni prima: nessuna possibilità video, niente mirino, LCD a bassa definizione e non orientabile, interfaccia grafica spartana, comandi essenziali, autofocus lento ed impreciso ecc. Ma quando si guardano i risultati, la musica cambia!
 

    Diciamo che, pur parlando di un'altra macchina, mi sembrava che fosse la recensione... della mia! Coincide anche la focale, 28mm equivalenti in formato 35mm, sia nella DP1 Merrill che nella mia dp1 quattro. Ecco spiegato perché ho pensato di pubblicarla nel mio sito:  visto che già ci sono recensioni delle fotocamere Olympus (o meglio OM System, visto che la proprietà è ora diversa), perché non pubblicare anche qualcosa di relativo alla Sigma? Sì, non è esattamente la mia, ma… lo sembra proprio. Garantisco!
 

Le ultime due generazioni di fotocamere compatte Sigma a confronto: a sinistra la più tradizionale DP1 Merrill (presentata nel 2012) e a destra la sua evoluzione, l'eccentrica dp1 quattro (in vendita dal 2014).
Entrambe le versioni della DP1 montano la medesima ottica fissa (equivalente ad un 28 mm in formato 35) ed hanno un sensore Foveon (di due generazioni successive) in formato APS-C.
 
sigma dp1 merrill sigma dp1 quattro
Le caratteristiche principali:
sensore Foveon X3 Foveon X3 quattro
megapixel 15.4 19.6
mirino no
display LCD 3,0" - (640x480) - fisso
stabilizzatore no
peso 330g 425g
 flash incorporato si no

 

(*) il che mi è costato un po' di sforzo informatico aggiuntivo: per visualizzare un testo in formato PDF (come tutte le recensioni che ho pubblicato) il template CMS Joomla! su cui si basa il mio sito mette a disposizione un tipo di menu (iFrame Wrapper) il cui utilizzo è semplicissimo (basta indicare il link al file PDF), ma che non consente l'aggiunta di altro testo. Così ho dovuto costruirmene uno "personalizzato", dove compaiono sia il normale testo formattato, come in tutte le altre pagine, più la visualizzazione del testo PDF (tramite la funzione html iFrame, appunto): c'è voluto un po' di tempo, ma… funziona!

(**) i suoi file raw hanno dimensioni dell'ordine di 50 GB l'uno

    Ecco l'articolo tradotto (nel testo si trovano i link all'originale in inglese, con le fotografie):

 

 


IvanEditor

 

      (Ivan – 19/07/2022)


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Fotoritocco artistico III -

Costruire quadri digitali

     Mi sono stupito di cosa sia riuscito a creare nel giro di un paio d'ore io stesso, che non mi ritengo né "esperto" di Photoshop né particolarmente abile nel disegno. Se da un lato penso che gran parte del merito vada alla potenza dei tool software che ho usato, dall'altro mi chiedo cosa possa riuscire a tirar fuori chi, invece, preparato in campo grafico-informatico lo è davvero! Ma andiamo per ordine…

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Fotoritocco artistico II

 

fs logo  – caratteristiche e tecniche avanzate 

  

 

Introduzione

    L'applicazione FotoSketcher è un eccellente strumento gratuito creato da David Thoiron, un appassionato informatico francese, per la trasformazione di normali fotografie in "quadri digitali", mediante l'applicazione di potenti ed efficacissimi "effetti pittorici" (in realtà filtri digitali), spesso migliori di quanto di simile è presente nelle suite grafiche/fotografiche più note.

    FotoSketcher esiste sia in formato nativo per Windows (la versione più recente è la 3.80) sia in versione adattata per macOS. 

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