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L'aspetto "natalizio" del sentiero nel bosco |
Belvedere sull'abisso
Mini-escursione al Belvedere del
Parco Valentino ai Piani Resinelli (LC)
Lo scorso 31 Gennaio, dopo averci pensato su solo per un attimo, ho colto al volo la proposta di mio figlio e nel primo pomeriggio siamo partiti verso Lecco per visitare questo punto panoramico inaugurato a Luglio del 2021, di cui fino a quel momento ignoravo l'esistenza. C'erano troppe coincidenze favorevoli per farsele sfuggire: bel tempo, temperatura elevata e quindi ben pochi rischi di ghiaccio (per raggiungere la partenza dell'ultimo tratto che si percorre a piedi bisogna salire in auto oltre i 1.200m, su per gli scoscesi pendii della Valsassina), giorno feriale e -prevedibilmente- poche code sull'affollatissima SS.36 che serve tutto il traffico da e per la Valtellina.
Dopo l'ultima curva, all'improvviso appaiono il lago ed il belvedere |
Una volta studiate in rete la posizione e la breve camminata richiesta per arrivarci (roba di poco meno di 2 km nel bosco, con poca pendenza) ho deciso di provare a scattare una foto a 360° per cui, sceso dalla macchina, sembravo un commando: zaino fotografico pieno, con fotocamera, obiettivi e testa panoramica, cavalletto a tracolla ed un'ulteriore borsa per la mia "quasi-medio-formato" dp1 quattro.
Dopo un iniziale tratto battuto dal vento che mi ha fatto temere di aver sbagliato giorno, entrando nel bosco l'aria si è calmata e la temuta scarpinata al freddo è diventata una piacevole camminata fra gli alberi, con il fondo innevato e l'imponente mole della Grignetta (2.184m di rocce nude ed aguzze) che domina il Pian dei Resinelli.
Il ben poco rassicurante aspetto della struttura, nonostante l'acciaio |
In meno di mezz'ora, uscendo dal bosco dopo una curva, il panorama è improvvisamente cambiato: davanti, anzi… sotto di noi è spuntato il lago di Lecco, incassato fra i pendii ripidissimi dei Corni di Canzo, mentre in fondo al sentiero, qualche centinaio di metri più avanti, si stagliava contro il cielo la sagoma del belvedere, una terrazza d'acciaio costruita letteralmente sull'abisso.
In pochi minuti l'abbiamo raggiunta e ci siamo rimasti per una mezz'oretta, completamente soli (la stagione e il giorno feriale si sono fatti sentire: ho l'impressione che lì, d'estate, ci sia la coda…). A questo punto avrei dovuto tirare fuori il necessario per la foto sferica, ma ho finito per rinunciarvi: da un lato il panorama, seppure estremamente suggestivo, era in controluce e sul lago, molto più in basso di noi, c'era un po' di foschia (credo che l'ideale sarebbe poterci arrivare al mattino presto); dall'altro, il parapetto d'acciaio avrebbe nascosto alla vista gran parte delle montagne di fronte. Infine (ma forse dovrei dire soprattutto...) ammetto che, nonostante razionalmente sapessi che quella piattaforma era del tutto sicura, sostarci sopra, sospeso su un precipizio di ben 1.000m, non mi faceva affatto piacere.
Però... qualche foto decente sono riuscito a scattarla, per poi raccoglierla e commentarla, come altre volte, in un nuovo album di Google Foto.
Vista verso Nord-Ovest, rielaborata virando leggermente i colori sui toni freddi. Si distinguono i due Corni di Canzo, all'estrema sinistra; mentre lontano sullo sfondo, al centro dell'immagine si staglia il massiccio del Monte Rosa, a 118 km di distanza |
Nota: oltre a rimanere impressionato, come altre volte, dalla precisione dell'applicazione PeakFinder, sia in versione
web che mobile (vedere in proposito le tre immagini nel mio album, qui sopra), devo aggiungere un favorevole
giudizio anche per gli impressionanti rendering realizzati da Google Earth. Questo esempio basta?
Ivan (04/02/2023)
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