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Riflessioni & Simmetrie

 

     Una fotografia decisamente diversa da quanto sono solito fare. Anzi, non so neppure se chiamarla "fotografia"... la definirei piuttosto come una immagine grafica ottenuta a partire da una foto (un po' insignificante, fra l'altro), aggiungendo poi un bel po' di postproduzione procedendo per tentativi successivi (non voglio certo affermare di averla "progettata", diciamo che "è venuta da sola").

      Beh, eccola: metto prima la foto (o meglio, l'immagine), poi la spiegazione di come sia saltata fuori (da sola...):

 

Four Urban Reflections
Four Urban Reflections
(Milan, March 12, 2022)

 

    Allora, sono uscito per fare una breve passeggiata vicino a casa. Mi sono portato la macchina fotografica perché volevo provare a fare qualche scatto ai ciliegi ornamentali che decorano una piazza alberata dove vado spesso. "Decorano" è davvero la parola corretta, perché proprio in questi giorni sono in fiore e sfoggiano un delicatissimo colore rosa. Volevo provarci perché la fioritura dura già da un po', e se non mi fossi sbrigato avrei perso il momento buono, dato che stanno per sbocciare anche le foglie, molto più scure, e quel rosa si perderà(*).

(*) beh... e le foto degli alberi in fiore? Ci sono, ci sono, ma dato che non sono granché
     convinto dei risultati, voglio ancora pensarci un po' prima di decidere se pubblicarli.

 

    Nel tornare verso casa ho notato che una caseggiato in stile primi del '900 si rifletteva distintamente nelle vetrate di un ben più moderno palazzo di uffici, tutte quasi a specchio, e che l'immagine riflessa non era regolare a causa delle imperfezioni della superficie dei cristalli delle finestre. Questi, anche se a prima vista quasi non lo si nota, non sono perfettamente piani, e da lontano gli oggetti che ci si riflettono risultano invece notevolmente distorti, un po' come in uno specchio deformante, da parco dei divertimenti. A questo punto ho provato a cogliere quell'effetto in uno scatto.

 

    Rientrato a casa e scaricate le foto ho visto il risultato, che però non mi convinceva affatto, risultando fin troppo banale. Però non mi sono arreso ed ho continuato a... giocarci: sono partito dal fatto che, essendo riprese un po' di bieco, le vetrate formavano una griglia a losanga. Usando la correzione  prospettica di Photoshop, ho "raddrizzato" le griglie, e già così è risultata una simmetria così forte da non risultare più una visione abituale, ma un qualcosa che iniziava ad attirare l'attenzione. Poi ho proseguito con qualche esperimento (una resa in B/N leggermente virata, un trattamento che di solito riservo alle fotografie all'infrarosso e che ne cambia ed accentua i colori, un trattamento simile ma partendo da un'immagine in negativo).

 

    Finito di sperimentare mi sono ritrovato quattro immagini, tutte relativamente accattivanti, ma che non mi parevano eccezionali. Inoltre, non sapevo quale scegliere... così ho avuto l'idea di accorparle insieme, prima allineandole in uno schema quadrato, poi, per dare un po' più di simmetria, ruotandole ogni volta di 90° in senso orario. Così facendo, da un lato la simmetria centrale dell'immagine è stata fortemente accentuata, dall'altro le quattro foto hanno perso gran parte del loro "realismo", diventando quasi un motivo geometrico ripetitivo.

 

    Ultimo tocco, le quattro parole sistemate tutto intorno alle fotografie, ripetendo lo schema delle angolature successive e riprendendo i colori dominanti delle quattro immagini. Le "quattro" parole sono però una sola (ripetute come la casa), cioè il vocabolo "riflessioni" in quattro lingue diverse (italiano, inglese, spagnolo e tedesco). Un solo termine, ma dal significato ambivalente: "riflessi" (di luce), ma anche "riflessioni" (di idee o di pensieri).

 

    Mi accorgo anche, solo ora(!), che il termine riflessioni scritto in queste quattro diverse lingue si differenzia, sì, ma non poi così tanto da richiedere un vocabolario. Proprio come succede con le quattro foto: si capisce subito che la casa riflessa, anche se i suoi colori cambiano, è sempre quella. Proprio come scriveva Borges (anche se lui parlava dei libri): le opere di un autore, una volta terminate, non sono più di sua proprietà ma iniziano a vivere di una loro vita propria...

 


 

IvanEditor

 

 (Ivan – 13/03/22) 

    


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