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…invariante per traslazioni temporali…  

Boschetto di cipressi, San Quirico d'Orcia (SI)
      

     Questa volta metto a confronto due foto scattate praticamente dallo stesso punto(*), ma a ben 19 anni (esatti) di distanza una dall'altra e con tecnologie fotografiche totalmente differenti: la prima, nel 2003, con una "anziana aristocratica", la mia biottica d'epoca Rolleiflex 2.8F, con pellicola invertente 6x6 (quella che pubblico è una scansione della pellicola originale, fatta anni fa ma riprocessata ora), la seconda nel 2022, con una ben più recente mirrorless digitale

(*) questo notissimo boschetto di cipressi si trova qui, a pochi passi dalla SR2 (via Cassia),
     nel comune di S.Quirico d'Orcia (SI), fra Pienza e Montalcino, in Toscana


Foto 1 - 24/04/2003 Foto 2 - 25/04/2022
CipressiToscana2003 Cipressi_2022

 

     Ma… che razza di titolo è questo? E che c'entra con queste foto? Domande più che lecite, rispondo subito:

    Inizio dallo spiegare il titolo, che è saltato fuori dai miei ricordi del Politecnico: è un termine specialistico usato soprattutto in Teoria dei Segnali, la parte di matematica applicata che fa da base teorica all'Ingegneria delle Telecomunicazioni. Tradotto in linguaggio comune, molto più comprensibilmente significa "che non cambia nel tempo" (come un segnale sinusoidale costante, ad esempio…)

     Ecco, allora si capisce ancora meno: cosa c'entra questo concetto con quel (magnifico) gruppo di alberi, che in Toscana si trova ritratto in moltissimi calendari nei negozi di souvenir, con una foto diversa per ogni mese dell'anno, con la neve, con la terra appena arata, con il grano verdissismo appena spuntato (quello delle mie foto…), con le messi dorate eccetera?

     Intanto, a cambiare è solo il paesaggio intorno ai cipressi, che sono sempreverdi ed in ogni stagione restano sempre uguali (e qui, già qualcosa inizia a quadrare…), ma io non intendevo tanto le piante, quanto il loro significato: in Italia i cipressi (alberi quasi "inutili", che io sappia, se non per funzioni estetiche) hanno ovunque un qualcosa di "sacro" (normalmente decorano i cimiteri…), ma in Toscana hanno qualcosa in più, trovandosi ovunque, isolati vicino ai casolari, in filari a delimitare le strade di campagna, sulle colline… sarà una tradizione romana, o forse addirittura etrusca, che qui si è conservata meglio che nel resto della nazione, chissà?

    Ma questi cipressi sono ancora diversi: non sono né un filare né isolati, ma un boschetto in cima ad una collinetta coltivata a grano, e probabilmente sono lì, intatti, da… secoli (ecco finalmente il perché del titolo). Probabilmente non vi si celebrano più riti religiosi, ma di certo qualcosa di quell'antichissimo concetto di "boschetto sacro" lo mantengono ancora oggi, se continuano ad essere lì. E sono pure famosi: oltre ai calendari, sono stati usati per anni nelle pubblicità di Poste Italiane e poi, trovandosi a poche decine di metri dalla via Cassia, sono visibilissimi e… fin troppo fotografati da quasi tutti i turisti di passaggio (quando l'ho fatto anch'io, l'anno scorso, si era addirittura formato un gruppo di auto pericolosamente ferme ai bordi della strada –che in quel punto è "a scorrimento veloce", poco meno che un'autostrada– con persone che circolavano e passeggiavano come se fossero state in un prato… c'è da sperare che la magìa del boschetto faccia miracoli e non pretenda vittime sacrificali!). Per sintetizzare, due foto che certamente non brillano per originalità, ma che è stato un vero piacere poter scattare.

 


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      (Ivan – 08/05/2023)


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