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Restauro... fotografico!


(aggiornamento del 14/12/2021)


    Questo è solo un gioco, sia chiaro: non pretendo certo che i rozzi esperimenti mostrati in questa pagina possano vantare una qualsiasi valenza: estetica, artistica o chissà cos'altro... semplicemente, è un'attività che mi diverte e che non richiede un impegno particolare per essere realizzata. Di cosa si tratta? Visto il titolo, l'argomento è chiaro: provare, usando il solo fotoritocco, a "ridare vita" a tante opere d'arte (quadri, affreschi ed anche statue) trascurate dall'uomo ma invece prese di mira dai maltrattamenti del tempo (secoli, a volte...), dell'umidità, della luce solare, delle intemperie eccetera.

     Mi riferisco a quelle pitture stinte, ingiallite, scrostate dall'incuria e dal passare degli anni, di cui il nostro paese è letteralmente pieno: abbiamo così tante opere d'arte che è impossibile pensare obiettivamente di mantenerle tutte in perfetto stato di conservazione, a meno che ogni famiglia non generi un restauratore! Se ne trovano dovunque: soprattutto nelle chiese, magari quelle minori, nei palazzi storici e nei castelli, ma anche su muri anonimi di città ed in edicole votive in piena campagna. Tutte meriterebbero un restauro che le potesse riportare indietro nel tempo, o almeno che non le lasci a rovinarsi ulteriormente. Farlo realmente (intendo proprio letteralmente: con pennelli, colori, bisturi, garze e tutto l'armamentario dei restauratori) non mi sarebbe dispiaciuto, anche se non sono sicuro che sarei stato all'altezza del compito, che richiede estrema pazienza, precisione e competenza nell'utilizzare le tecniche adatte. Quindi, non potendole risistemare nella realtà, ci provo almeno con la fotografia...

   Come? Ovviamente, con il fotoritocco: solitamente bastano questi semplici passaggi ed in pochi secondi il risultato è già drasticamente migliore:

  • isolamento della sola superficie da "restaurare" dal resto dell'immagine (questo aumenta l'effetto del miglioramento rispetto al resto dell'ambiente, lasciato intatto)

  • aumento del contrasto, della saturazione dei colori e dell'intensità dei "neri"

  • aumento della definizione

  • correzione della dominante di colore

  • rimozione di piccoli difetti mediante clonatura dei pxel adiacenti (un vero e proprio "restauro digitale") 

  • raddrizzamento (non sempre) delle cosiddette "linee cadenti"(*)
      

(*) raddrizzare le linee cadenti (o comunque risistemare la prospettiva), sapendo quanto fosse difficile e costoso farlo ai tempi della pellicola sfruttando esclusivamente dispositivi ottici come gli obiettivi basculanti o addirittura le fotocamere a banco ottico, mi stuzzica sempre particolarmente: in digitale è "solo" questione di calcoli matematici complessi, ma che i programmi di fotoritocco eseguono in modo praticamente istantaneo. Se la prospettiva della fotografia iniziale non è eccessivamente distorta, il recupero è quasi perfetto, basta non pretendere di trasformare riprese estreme (se si fotografa dalla base della facciata di una chiesa un bassorilievo posto dieci metri più in alto, è impossibile fare in modo che sembri ripreso come se ci si fosse potuti sollevare fino alla sua altezza: cioé, ci si può provare, ma il risultato è innaturale e "falso": vedere l'esempio qui sotto)
  


Due bassorilievi della Cattedrale di Modena


(il primo in alto sulla facciata, l'altro più in basso su una parete laterale)
 
ModenaBassorilDistorto ModenaBassorilievo
Un esempio di raddrizzamento innaturale: il bassorilievo a sinistra è stato ripreso in modo troppo angolato per poterne correggere le linee cadenti in modo convincente. Dopo l'elaborazione (a destra), le linee sono sì parallele fra loro, ma la prospettiva dell'arco non è congruente con la vista del soggetto. Qui invece il raddrizzamento è molto più credibile: il bassorilievo (in basso) è proprio sopra uno dei portali laterali e è quindi molto meno aberrato del precedente e la correzione delle linee cadenti (foto in alto) è realistica

 

     Un caso particolare sono invece tutte le opere d'arte, quasi sempre affreschi, ma anche lapidi, intarsi marmorei, quadri e statue, che si trovano nelle chiese: qui il problema non sta tanto nelle condizioni delle opere, quanto in quelle di ripresa, praticamente sempre di fortuna (se non addirittura di nascosto...) in cui si è costretti ad operare in quanto anonimi turisti. In gran parte delle chiese la luce disponibile è poca, spesso rossiccia (se dovuta alla penombra) o giallastra (se proviene da faretti o lampadari) ma non si può usare il cavalletto; inoltre, spesso le grandi dimensioni dei soggetti costringono ad usare grandangolari che le distorcono; infine, quasi tutte sono situate più in alto della linea di vista, e si vedono così sempre dal basso.

     Anche per questi casi valgono le tecniche già descritte, con maggior prevalenza data all'eliminazione della dominante di colore ed al recupero della prospettiva. 

(cliccare sulle miniature per visualizzare a tutto schermo le immagini prima e dopo l'elaborazione)

 

S.EustorgioMadonna

Affresco della vergine Maria Portinari


Cappella Portinari (Basilica di Sant'Eustorgio, Milano)

   
SCristoforo

Madonna in trono affiancata da S.Antonio abate,
S.Cristoforo e due committenti


Bassanolo de Magistris, 1405


(Chiesa di San Cristoforo al Naviglio, Milano)

   
LumettaCsoItalia

Affresco a tema religioso su un portale


(Corso Italia, Milano)

   
S.EustorgioDorato

Pigello Portinari venera san Pietro Martire


Anonimo lombardo (forse Bonifacio Bembo), 1460


Cappella Portinari (Basilica di Sant'Eustorgio, Milano)

   
StatuaSEustorgio

Statua lignea di Sant'Eugenio


(museo della Basilica di Sant'Eustorgio, Milano)

   
Modena lapide

Lapide marmorea medievale


(parete laterale del Duomo di Modena)

   

Salarondanini

Stemma dell'Arma Reale di Spagna


Affresco nell'Ospedale Spagnolo, 1580 circa


(museo del Castello Sforzesco, Milano)

   

Mosaico

Resti di un pavimento romano a mosaico


(museo del Castello Sforzesco, Milano)

   
SforzMadonna

Madonna Lia


Francesco Galli detto "Napoletano", 1495


(museo del Castello Sforzesco, Milano)

   
SforzSoffitto

Resurrezione di Cristo


affresco sulla volta della Cappella S.Donato, 1477 circa


(Castello Sforzesco, Milano)

   
SforzSoffitto2

Stemma di Milano all’epoca di Filippo II


affresco sulla volta di una delle Sale Viscontee


(Castello Sforzesco, Milano)

 

Aggiornamento del 14/12/2021

 

    Ho raccolto in un album di Google Foto parecchi esempi di "era... diventa", affiancando la foto così come è stata scattata (con dominanti di colore, riflessi, ombre, prospettiva falsata ecc. cioé come di solito è costretto a scattarla il turista, al quale non viene certo concesso di illuminare a dovere il quadro o salire su una scala per riprenderlo senza angolazioni).

     Il "materiale" che ho restaurato digitalmente è costituito principalmente una serie di dipinti sacri rinascimentali, ripresi in un mio recente giro in Toscana ed Umbria, al quale ho aggiunto anche un paio di stemmi in pietra ed un piatto in maiolica.

(cliccare sulla miniatura per visualizzare a tutto schermo l'album con le immagini prima e dopo l'elaborazione)

 

S.AndreaPistoia Restauro digitale



Esempi di comparazione fra
la fotografia 
originale di
un'opera d'arte (senza alcun
ritocco) e la sua successiva

elaborazione digitale

  


IvanEditor

 

(Ivan – 17/01/2021 - aggiornato 14/12/2021)


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