Blue Flower

 

Accessori (con qualche mia modifica)

 

(aggiornamento(1) del 03/03/2024)
    

     Raccolgo qui di seguito caratteristiche e foto degli accessori fotografici che uso più spesso, insieme a qualche piccola modifica che, sperimentando, ho introdotto io stesso. Più o meno importanti, più o meno utilizzati, acquistati, modificati o autocostruiti, spesso si rivelano indispensabili per ottenere un certo effetto o risolvere il problema di come realizzare una data fotografia.

(1) il testo aggiornato è riconoscibile per il colore blu chiaro

1) accessori e modifiche per i corpi macchina:

La femmina di una delle flange a sgancio rapido (il maschio è visibile nelle foto dell'impugnatura aggiuntiva)
  • flange a sgancio rapido: sono state le prime parti aggiuntive che mi sono procurato, perché la posizione in cui va fissata la fotocamera sulla testa panoramica è ben precisa e deve essere sempre quella, una volta trovata sperimentalmente. Dato che avvitare la fotocamera sulla slitta non è invece un'operazione così banale da garantire facilmente questa precisione (slitta e fotocamera sono in posizione verticale, ed il fissaggio è un po' traballante finché non si serra la vite da 1/4", con il rischio che le due parti non rimangano neppure ben allineate fra di loro), ho pensato di comprarmi una flangia a sgancio rapido per risolvere il problema.

La flangia è costituita da due parti, maschio e femmina, rispettivamente avvitate al fondo del corpo macchina e al dispositivo di fissaggio (testa panoramica, slitta per macrofotografia o testa del cavalletto), che si incastrano fra loro con una leva a scatto. Spesso sono corredate, come la mia, di 3 livelle a bolla per l'allineamento nelle tre direzioni, anche se di fatto non le uso molto. Ne esistono vari modelli, con dimensioni, precisione, affidabilità (e prezzo...) variabili. Io ne ho scelto una economica, che assolve comunque discretamente il suo compito, tanto che in seguito ne ho comprate altre due identiche e quindi interscambiabili. Ora tengo stabilmente un maschio fissato sotto ogni fotocamera, e questo mi permette di evitare continui sforzi alle filettature degli apparecchi.
  

  • tracolle rimovibili: la tracolla è utilissima quando si sta fuori, con la fotocamera appesa al collo: tiene le mani libere, e con un corpo macchina in formato micro 4:3, non pesa poi così tanto. In casa, invece, non serve a nulla. Addirittura, in casi come la fotografia panoramica, dove la fotocamera è fissata sul treppiede e deve ruotare, è spesso d'impiccio (me la sono trovata impigliata più di una volta, oppure messa di traverso davanti all'obiettivo, pronta a rovinare lo scatto). Risultato: a volte sarebbe meglio che non ci fosse. Quindi... leviamola! Ho iniziato con la Lumix (quella che uso sempre per le panoramiche), cercando in un negozio di fibbie, zip e chiusure di ogni tipo il moschettone più piccolo possibile. Il risultato è qui sotto: ho anche sostituito gli anellini laterali, mettendo al posto degli originali triangolari quelli rotondi della OM-2, che di fatto non mi serve più. L'idea è valida, solo che i due moschettoni metallici un po' di attrito lo fanno passando e ripassando sul corpo macchina. Fortunatamente, questo è gommato!

Per un bel po' ho lasciato la E-M5 Mk.II così come l'ho comprata, con la sua appariscente tracolla, finché non ho recuperato altri due moschettoncini adatti come dimensioni, solo che questi sono neri (in tinta con la macchina e meno visibili) e di nylon, robustissimo ma più "gentile" nello strusciarsi contro le pareti della fotocamera. Unico neo: non ho (ancora) tolto gli anellini triangolari originali, che sono adattissimi per collegarvi direttamente la treccia piatta di nylon della tracolla, ma parecchio di meno perché il moschettone ci possa girare liberamente... vedrò se "approfittare" anche dell'OM-1.

Lumix GH1 OM-D E-M5 Mk. II
Il moschettone di metallo della GH1: un po' troppo grande, ma non riuscivo a trovare nulla di meglio Il primo laccetto per polso. L'anellino rotondo proviene dalla vecchia Olympus OM-2sp degli anni '80, attualmente non più usata  Il moschettone di nylon nero sulla E-M5 Mk.II, più mimetico e morbido dell'analogo metallico della GH1 Il laccetto sull'Olympus. L'anello triangolare fa un po' resistenza, probabilmente finirò per doverlo cambiare 

 

  • laccetti per polso: in qualche modo, una volta tolta la tracolla, volevo comunque assicurare la fotocamera da rovinose (e costose) cadute. Per farlo ho ripescato dalle scatole di cellulari obsoleti un paio di laccetti fatti proprio per questo scopo, fissandoli all'anello di destra del corpo macchina (sono mancino...). Ogni volta comunque non sono del tutto certo che quel sottile cordino di fissaggio sopporti il peso della fotocamera, per cui sto molto attento ad evitare strappi. Per evitare spiacevoli sensazioni di insicurezza ho quindi acquistato su Amazon un laccio per polso molto più robusto, che garantisce una tenuta stabile. Per un po' l'ho fissato direttamente all'anello destro, poi ho trovato per casa un piccolissimo moschettone e l'ho aggiunto, rendendolo facilmente rimovibile all'occorrenza. Ora lo uso sulla fotocamera principale, mentre i laccetti di provenienza "telefonica" sono rimasti sulla più leggera Lumix GH-1 e sulla Sigma dp1 quattro
     
OM-D E-M1 Mk. III
Il laccio da polso acquistato su Amazon: sicuramente ha un aspetto più affidabile dei piccolli laccetti neri da cellulare Dettaglio del sistema di allaccio alla fotocamera: si nota il piccolo moschettone metallico che ne permette lo smontaggio in pochi istanti

 

  • impugnatura aggiuntiva (solo per la E-M5 Mk.II(2)): questa fotocamera, forse quella che, fra tutte le OM-D, mi sembra sia la più aderente allo stile delle "vecchie" fotocamere serie OM degli anni '70-'90, è obiettivamente piccola, anche rispetto alle altre della famiglia micro 4:3. Questa caratteristica mi piace, ma effettivamente a volte è troppo piccola: le dita della mano destra non riescono a stringere in modo particolarmente saldo il corpo macchina, perchè questo è fin troppo piccolo. C'è una piccola sporgenza, sì, ma proprio non è sufficiente. Così, per rimediare al problema ho guardato in rete i possibili accessori, trovando due alternative:

    • l'impugnatura supplementare originale Olympus HLD8-G, studiata per aggiungerci (se richiesto) un altro spesso compartimento con una batteria aggiuntiva ed un ulteriore pulsante di scatto, adatto quando si tiene la fotocamera verticale (cosa già di serie sulla grossa, costosa -e criticata- E-M1X). Anche la prima impugnatura ha contatti elettrici che spostano il pulsante di scatto principale ed una ghiera di comando. Però tutto questo si paga: l'accessorio costa all'incirca 130 €, che salgono intorno all'ingiustificabile cifra di 300 € con lo scomparto aggiuntivo HLD8 (che appesantisce il tutto, e può essere semplicemente sostituito da... una batteria di ricambio tenuta in tasca!)

    • la ben più semplice impugnatura della Fotodiox Pro, costruita su misura per il mio modello, che per circa 40 € offre un pezzo in alluminio nero perfettamente sagomato, senza alcun rimando, ma con una grossa asola nella parte inferiore (mancante nell'originale Olympus), che permette di sostituire la batteria senza levare l'impugnatura

Alla fine ho preso proprio questo accessorio, e la presa è molto migliorata (e naturalmente, mancando ogni contatto elettrico, le caratteristiche di impermeabilità della fotocamera non vengono messe a rischio)
 

  • impugnatura aggiuntiva autocostruita (su misura per la E-M1 Mk.III): nonostante che la nuova fotocamera che ha rimpiazzato la più piccola E-M5 II sia decisamente più massiccia e presenti una grossa "gobba" a destra che ne facilita la presa, mi è sembrato che le ultime due dita della mano destra non trovassero un appoggio adatto (l'impugnatura, anatomica, di fatto impone alle dita una sola posizione di presa e non permette spostamenti), così ho provato... a fabbricarmi io stesso un'impugnatura aggiuntiva, e dopo aver studiato un po' il problema sulla base dell'esperienza fatta con l'analogo accessorio per la E-M5II, ho identificato i punti critici per realizzarla:

    • progetto:  diversamente dall'impugnatura aggiuntiva della E-M5II, che doveva fornire alla mano destra un appiglio "mancante", in questo caso lo scopo è quello di dare una maggior superficie di appoggio alle ultime due dita della mano destra. In poche parole, l'impugnatura deve "alzare" il corpo della fotocamera di un paio di cm
dima handgrip ridotta handgrip finito

La dima usata per la costruzione dell'impugnatura, ottenuta dalla scansione del fondo della fotocamera ed una sua successiva rielaborazione grafica

Il corpo macchina montato sull'impugnatura finita: ora la rondella sporgente (insieme alla gemella sul retro) gli impedisce di ruotare intorno alla vite di montaggio

    • disegni costruttivi: grazie allo scanner, con il quale ho ricavato un'immagine in scala 1:1 del fondo della fotocamera, ed a Photoshop (usato per ottenere un miglior contrasto dei dettagli) ho ricavato un'ottima dima da usare per il taglio del compensato

    • sistema di fissaggio: è ovviamente indispensabile per collegare stabilmente l'impugnatura alla fotocamera. Come molti accessori, si usa la filettatura per il cavalletto, sempre presente nel fondo del corpo macchina. Il problema, vivendo in un Paese in cui tutte le misure, comprese quelle delle viti, seguono le regole del Sistema Metrico Decimale, è… trovarne una adatta (deve infatti essere a passo imperiale da ¼"). Fortunatamente sono riuscito a cannibalizzare quella della custodia dell'Agfa Silette di mio suocero, ottenendo proprio quello che mi serviva: non una vite, ma una rotella zigrinata da far ruotare con le dita, ovviamente con il passo giusto (e così un componente fotografico degli anni '60 è tornato utile… quasi 60 anni dopo!)

    • materiale: il metallo (magari una leggera lega di alluminio) sarebbe preferibile, ma non avendo né l'abilità tecnica né gli strumenti necessari per lavorarlo, ho optato per il legno, più alla mia portata, anche se ho dovuto necessariamente rinunciare ad accedere al vano batteria senza dover rimuovere l'impugnatura (la lavorazione era troppo complessa). Ho trovato per casa un pezzo di robustissimo compensato che sembrava perfetto per lo scopo, e lavorabile senza particolari difficoltà, ed ho usato quello

    • blocco anti-rotazione: era il punto debole dell'intero lavoro, e l'ho risolto solo ora. Bisognava aggiungere in qualche modo un paio di fermi (possibilmente metallici) in modo da bloccare il fondo dell'E-M1III per non farlo ruotare intorno alla vite di fissaggio (la fotocamera non presenta incassi adatti ad inserirvi spinotti). L'impugnatura dell'E-M5II aveva un paio di sporgenze nel corpo in metallo messe strategicamente di fronte e sul retro della fotocamera, che lo mantenevano fermo. Ispirandomi a questa soluzione, sono finalmente riuscito a realizzare qualcosa di simile, avvitando davanti e dietro all'impugnatura un paio di rondelle metalliche un po' sporgenti, che mantengono incastrato fra di loro il corpo macchina, senza dover più fare affidamento al poco attrito che uno strato di gomma (preso da una vecchia camera d'aria ed incollato sull'impugnatura) riesce a fare

    • lavorazione: io ho fatto tutto quello che ho potuto, ma senza gli amici Claudio e Roberto (che ringrazio, anche per gli utilissimi consigli) con le loro frese, il seghetto, la morsa e la cantina attrezzata a laboratorio non penso sarei riuscito a concluderla!

E questo è il risultato: per essere il primo (e probabilmente l'ultimo...) prototipo, non mi lamento. La finitura è un po' irregolare perché non avevo gli attrezzi più adatti, ma l'impugnatura è funzionale e pesa solamente 66g

Vista frontale dell'impugnatura aggiuntiva, montata sotto la E-M1 MkIII  Ancora la stessa impugnatura montata, vista da dietro Il pezzo autocostruito: notare lo strato superiore in gomma, con funzioni antiscivolamento La miglior presa garantita dalla nuova impugnatura: ora anche il mignolo può appoggiarsi

 

(2)Il corpo macchina della Lumix è molto più grosso e sporgente a destra, e quindi non ha alcun bisogno di grip aggiuntivi.

 

Grip3
Per forma, colore e materiale la nuova impugnatura aggiuntiva si integra perfettamente con il resto del corpo macchina Dal basso si notano l'asola per l'accesso al vano batteria ed al centro la parte maschio della flangia a sgancio rapido Dall'alto è evidente la sporgenza aggiuntiva per migliorare la presa sulla fotocamera. L'accesso al barilotto rimane comunque comodo

 

 

2) Cavalletti   (aggiornamento del 03/03/2024)

     Una volta non lo usavo praticamente mai, ma ora... ne ho addirittura 4 (più uno per smartphone)! Il primo, il principale, risale addirittura agli anni '80, ma è rimasto inutilizzato molto a lungo, per poi tornare, come accessorio indispensabile, con la fotografia navigabile a 360°, una volta equipaggiato con la testa panoramica. La tabella qui sotto ne riporta i dati, le misure ed una descrizione sommaria: 

     Ed ora i cavalletti sono ...diventati 5! Dopo aver resistito per anni alla tentazione di cambiare il cavalletto principale con qualcosa di più moderno e performante(3), mi sono finalmente permesso qualcosa di notevolmente più evoluto: un Sirui Traveler 7C in leggerissima fibra di carbonio, multifunzione, realmente stabile e che permette di alzare la fotocamera fino a 1,74 m. Inoltre, insieme al treppiedi è fornita una testa a sfera di qualità molto superiore a quella del mio attuale esemplare (cinese...): se finora dovevo stringere ben forte per non vedere la fotocamera scivolare su un fianco, finalmente questo (con una staffa a sgancio rapido compatibile con lo standard Swiss-Arca) non si muove assolutamente più!

(3) quello che ho sempre usato ha oramai più di 40 anni e non è mai stato granché stabile, soprattutto al momento
      di bloccarne la testa in posizione salta fuori uno scostamento. Minimo, sì, ma non così tanto quando si usano forti
      teleobiettivi: di fatto, il punto di messa a fuoco si sposta sensibilmente

Caratteristiche dei treppiedi
elemento Treppiede
grande
Nuovo treppiede
grande
Treppiede
piccolo
Treppiede
mini

Treppiede
micro
Treppiede per cellulare
marca PROTEO
Sirui
HAMA KING
   
modello MCT2000
Traveler 7C
Star 700 EF Digital      
note acquistato a Torino
negli anni '80
acquistato il 02/03/24 da RCE Foto a Limbiate (MI)
acquistato il 25/06/20 su Kijiji comprato da mio zio in Giappone negli anni '60 insieme di due parti comprate da due diversi siti cinesi trovato per casa - adatto solo a piccole compatte o cellulari
materiale interamente
in alluminio
fibra di carbonio
ed alluminio
alluminio (gambe)
plastica (testa e giunzioni)
acciaio plastica (treppiedi)
metallo (testa)
alluminio (gambe)
plastica (testa e giunzioni)
colore satin silver
e giunti neri
nero bronzato acciaio / nero nero silver
accessori no punte di ricambio
sacca per trasporto
astuccio di trasporto astuccio di trasporto in similpelle no no
tipo a colonna centrale estensibile
a cremagliera
a colonna centrale estensibile
e ribaltabile
a colonna centrale estensibile gambe estensibili telescopiche gambe non estensibili (piegate formano un cilindro) e testa a sfera gambe estensibili telescopiche
elementi estensibili 3   + colonna centrale  4   + colonna centrale  4    + colonna centrale 10    con fissaggio a scatto 1    il solo treppiedi non è orientabile 3    con fissaggio a scatto
peso (g)  1.768   cavalletto 1.271   cavalletto  605    cavalletto  720    cavalletto  29    treppiedi  100    cavalletto
 463   borsa  297   testa a sfera  77    borsa?  35    borsa  51    testa a sfera  70    adattatore cellulari
 543   braccio laterale  463   sacca 682    Totale  775    Totale  80    Totale  170    Totale
 2.777  Totale 2.031  Totale                
dimensioni in cm
(aperto)
  57  1° sez. 
estesa (minimo)
  54  1° sez. 
estesa (minimo)
 41,5 1° sez. estesa (minimo)  20,5  altezza minima  5,0  altezza minima  17,5  altezza minima
  86  1° e 2° sez. estese
questo treppiede offre una molteplicità di  configurazioni (ha 12 diverse altezze, più la possibilità di rovesciare la colonna centrale e quella di staccare una delle gambe per utilizzarla come un mono-piede 
 109    1°, 2° , 3° e 4° sez. estese  108    altezza massima  9,0  altezza massima  35,0  altezza massima
 115  1°, 2° e 3° sez. estese  125    1°, 2° , 3° e 4° sez. e colonna centrale estese            
 148  1°, 2° e 3° sez. e
colonna centrale estese
174  tutte le sezioni e la colonna centrale estese (massimo)                 
dimensioni in cm
(chiuso)
 59    con testa a sfera 47
(quando il treppiede è ripiegato, la testa a sfera rientra nell'ingombro totale
 42       21       11,5       30    con adattatore per cellulari
 49    senza testa              20     
aggiunte 1    braccio laterale autocostr. per foto al nadir (con flangia a sgancio rapido) no flangia a sgancio rapido flangia a sgancio rapido flangia a sgancio rapido adattatore regolabile per montaggio cellulari (in posizione orizzontale o verticale)
2    sacca di trasporto riutiilizzo la sacca comprata per il precedente treppiedi     mini-testa orientabile (comprata in un secondo momento)  
modifiche sostituita la testa
video (a leva) con
testa sferica e
flangia ad attacco
rapido
no no no no no

 

 

Bags Open Open
Le tre sacche per il trasporto dei cavalletti più grandi: il maggiore ha anche la tracolla I quattro cavalletti in posizione chiusa: è evidente la grande differenza di dimensioni (e di conseguenza l'utilizzo per cui sono più adatti) Sempre i quattro cavalletti, in posizione aperta ad altezza minima (il più piccolo ha solo quella)
microNoHead microHead Smartphones
Il cavalletto più piccolo, senza testa orientabile: così è alto appena 5 cm, veramente al livello del suolo! Il micro cavalletto con la testa a sfera montata: anche così è alto appena 9 cm (notare le proporzioni rispetto alla stesa da bucato!) Il cavalletto di alluminio, con il sostegno per smartphone, al lavoro con un "cliente"
Sirui Folded Sirui Extended Sirui BallHead
Il nuovo cavalletto Sirui completamente ripiegato: nonostante una volta aperto sia ben più esteso del precedente, durante il trasporto occupa meno spazio (e quindi sta ancora dentro la sacca che avevo acquistato per il primo) Qui invece è totalmente esteso (arriva a ben 1,74m). La Lumix GH1, montata lassù, sembra molto più piccola di quanto non sia in realtà! Un dettaglio della testa a sfera E-10 fornita in dotazione al Sirui. Esteticamente è del tutto simiile all'attuale Andoer, ma la stabilità della presa è decisamente superiore! 

  

 

3) Teste orientabili per cavalletti

     Più che il cavalletto in sé, è il tipo di testa (cioé il meccanismo di fissaggio della fotocamera, quasi sempre regolabile) che ne decide od ottimizza la funzione. Per questo mi trovo ad averne di tre tipi diversi, più un particolare tipo di braccio decentrabile che di fatto ne è un ulteriore tipo, anche se per un uso piuttosto particolare:
 

  • testa panoramica per foto navigabili: quando mi sono reso conto che forse potevo azzardarmi a provare a generare fotografie navigabili a 360° senza spendere una fortuna, la prima cosa che mi sono dovuto procurare (oltre all'obiettivo fisheye, che già avevo) è stata la testa panoramica. Questo componente meccanico dall'aspetto complesso è un sistema che permette alla fotocamera di ruotare liberamente nei tre assi attorno ad un punto particolare, a "zero parallasse", chiamato anche Punto (o centro) Nodale o centro ottico dell'obiettivo, che permette una costruzione dell'immagine sferica molto più semplice da parte del software di "cucitura" delle immagini elementari che la compongono. Questo punto, diverso per ogni obiettivo, deve essere trovato per mezzo di prove sperimentali, dopodiché la fotocamera sarà fissata sempre in quella posizione, mentre l'incastellatura le permette di ruotare.

    Esistono teste panoramiche di tutti i prezzi, che differiscono per qualità, precisione e scorrevolezza dei movimenti, ed anche del peso complessivo che possono sopportare. Avendo adottato il sistema micro 4:3, particolarmente ridotto quanto a dimensioni e pesi, non mi sono preoccupato di questo aspetto ed ho trovato online un modello Andoer piuttosto economico (intorno ai 40$) per iniziare ad impratichirmi. Quando è arrivato, smontato e praticamente senza istruzioni, è stato come dover risolvere un puzzle 3D, salvo poi accorgermi, parecchio tempo dopo, di averlo montato rovesciato. Anche la determinazione del Centro nodale non è stata banale: nonostante la procedura (reperibile in vari tutorial su YouTube) non sembri complicata (si traguardano due oggetti allineati, uno vicino ed uno all'infinito, e si muove avanti o indietro la fotocamera intorno al punto di rotazione finché, spostando la fotocamera a destra o a sinistra, l'allineamento viene mantenuto), in pratica ho dovuto rifarla più volte. La base della testa panoramica ha un dispositivo regolabile che permette di ruotarla a scatti costanti di 15° o 20° (solitamente, facendo 6 fotografie orizzontali per inquadrare l'intero orizzonte, devo eseguire scatti distanziati di 60°, conto 3 scatti da 20° fra uno scatto e l'altro).

    Con molto piacere ho anche scoperto che, smontando il "braccio" verticale e fissando la fotocamera sulla slitta inferiore scorrevole, posso disporre di una slitta per macrofotografia, che mi è già stata molto utile per riprendere oggetti con la tecnica del Focus Stacking.

 

panoEmpty1 panoEmpty2 PanoControls panoMounted
La testa panoramica in posizione di lavoro, ma senza la fotocamera, che si fissa alla flangia a sgancio rapido. Notare le rotelle per la regolazione fine della posizione della fotocamera Il lato opposto della testa panoramica. Il braccio verticale può essere smontato, trasformando la testa in una slitta per macrofotografia (la fotocamera si fissa alla slitta orizzontale) La parte inferiore, con i controlli di orientamento: la manopola rossa può essere montata in modo da generare avanzamenti a scatti di 15° o 20°. La leva nera a sinistra è il blocco disinseribile della rotazione nel piano orizzontale La testa in posizione d'uso, con la fotocamera montata. La sua funzione è quella di permettere la rotazione della fotocamera nei 3 assi intorno al centro ottico dell'obiettivo (che va determinato sperimentalmente) 

 

  • testa videoil mio cavalletto principale aveva, al momento dell'acquisto, una tipica "testa video", cioé quel tipo particolarmente adatto, con la sua leva che permette di muovere e/o fissare la testa, ad effettuare movimenti morbidi e continui con la macchina da ripresa, tipica necessità dei video. Per questi usi, come per quelli della fotografia tradizionale, la testa video funzionava perfettamente. Purtroppo, invece, ho scoperto che per le fotografie navigabili a 360° non era affatto indicata, in quanto la leva direzionale, sporgendo parecchio al di fuori della testa stessa, finiva invariabilmente nel campo inquadrato dall'obiettivo fisheye, costringendomi poi a lunghi fotoritocchi per farla sparire. Così l'ho sostituito con una testa a sfera, che non ha parti sporgenti che possano finire nell'immagine.

  • testa a sfera: è quella che ha sostituito la testa video originale del cavalletto; è dotata di una piastra a sgancio rapido (fortunatamente compatibile con i maschi delle flange che possiedo, per cui posso facilmente montarvi direttamente le fotocamere) e di varie livelle a bolla per il suo allineamento. Purtroppo però la presa dei morsetti di regolazione sullo snodo sferico è molto minore di quella della testa video, per cui è necessario stringerli bene e fare comunque attenzione. 

video ballHead
La testa video con la leva per orientare la telecamera: il cavalletto era originariamente equipaggiato con questo pezzo, qui inverosimilmente montato sul micro stativo La testa a sfera che l'ha sostituita: è regolabile con precisione, ma non ha un fissaggio altrettanto robusto. Fortunatamente, l'incastro è compatibile con i maschi delle flange, per cui le fotocamere possono esserci fissate direttamente.

  

  • 12 string Cimar
    La macro alla paletta della chitarra
    eseguita con l'aiuto del braccio laterale 
    sbraccio laterale (per foto verso il basso): metto per ultimo questo attrezzo autocostruito, che serve per le foto panoramiche in condizioni di scarsa luminosità. Infatti, per completare la vista a 360° serve anche uno scatto fatto con la fotocamera che punta in basso, al posto del cavalletto (in fase di fotoritocco si usa questa immagine per far "sparire" le tracce dello stativo utilizzato). Normalmente stacco la fotocamera, sposto il cavalletto e scatto a mano libera tenendola approssimativamente nel punto dello spazio dove stava fino a poco prima. Ma se c'è buio o quasi (tipicamente, all'alba) non è possibile scattare a mano libera, e allora questo trabiccolo viene d'aiuto: tenendo la macchina fissa ma a sbalzo rispetto al cavalletto è possibile non riprenderne le gambe anche se si è costretti ad usare tempi lunghi.

    Grazie al consiglio di un amico ho anche previsto un contrappeso regolabile, altrimenti la presa dello snodo sferico non sarebbe stata sufficiente e la fotocamera sarebbe più o meno lentamente scivolata verso il basso. anche così, comunque, si tratta di un vero e proprio trabiccolo non molto affidabile. Finora non mi è ancora servito in esterni, ma solamente una volta in casa, quando ho sospeso la fotocamera sul manico di una chitarra per eseguire un primo piano della cosiddetta "paletta".

 

esempio braccio laterale sideArm
L'esempio di braccio laterale visto in Internet che mi ha dato l'idea (questo però è metallico ed il suo fissaggio ben più stabile del mio) Il braccio, montato in posizione di utilizzo durante una prova: la bottiglia di sinistra simula il peso della fotocamera, quella di destra è il contrappeso, regolabile come sulle bilance

  


 

      (Ivan – 03/03/2021 - aggiornato 03/03/2024)


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