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Le componenti informatiche e gli

elementi per la postproduzione

 

 

 

 

    L'attrezzatura fotografica in senso stretto serve “solo” per generare la serie di fotogrammi di partenza, ma per arrivare a produrre le “vere” fotografie panoramiche, sia a 180° che 360°, è indispensabile una complessa fase di postproduzione totalmente digitale, che richiede gli elementi descritti nei paragrafi seguenti

 

iMac Lg
Il mio iMac, qui ritratto nella più recente configurazione: in compagnia di una TV Lg da 32" divenuta obsoleta per l'imminente passaggio allo standard DVBT2, utilizzata (via collegamento HDMI) come secondo display, veramente spettacolare sia per la visualizzazione che per l'editing

Computer

    Preferibilmente sarebbe meglio fosse piuttosto recente e ben equipaggiato come memoria, sia RAM che di massa: le attuali fotografie digitali hanno dimensioni di parecchi Mbytes ognuna già nel formato jpeg (usato in campo amatoriale); se si utilizza invece il formato professionale RAW queste aumentano ancora: i meta-prodotti grafici intermedi possono arrivare a “pesare” per centinaia di Mbytes, che il computer deve essere in grado di gestire senza bloccarsi o impiegare tempi inaccettabili(7)

     Dal punto di vista del sistema operativo, sia i sistemi Windows che macOS hanno a disposizione macchine adatte allo scopo e moltissimo software compatibile.
 

    Il mio computer, discretamente potente ma di certo non più all'avanguardia (è un iMac "fine 2015", acquistato nel 2016), è più che sufficiente allo scopo: tutti i software elencati qui di seguito girano senza particolari problemi o lentezze esasperanti.
 

(7)  durante alcune elaborazioni di immagini con la tecnica del Focus Stacking, Photoshop
      è arrivato a generare file intermedi (che contenevano anche 20 immagini impilate, in
      formato RAW) da più di 1 GB, che sia il software che l'hardware hanno digerito "quasi"
      tranquillamente...


 

Sistema operativo

     Non è un grosso problema: come già anticipato prima, tutti gli applicativi che tratto in questo manuale hanno sia la versione per Windows che quella per Mac(8) e, con qualche difficoltà in più (dovendo sostituire gli applicativi commerciali più noti con altre versioni free), anche con Linux si riesce a lavorare

(8) attenzione a macOS, che può presentare problemi di compatibilità: a partire dalla versione 10.15 Catalina,
     Apple ha cessato definitivamente il supporto delle applicazioni a 32 bit, che quindi non girano più sui mac,
     a meno di aggiornarle ad una versione a 64 bit (se esiste)
.
     Personalmente, sto ancora continuando ad usare
 la versione 10.14 Mojave, l'ultima di macOS che supporti
     sia le applicazioni a 32 che a 64 bit.


 

Pacchetti software

    Sono gli “attrezzi” fondamentali per la postproduzione, e ce ne sono sia di gratis che a pagamento. Normalmente ne servono almeno due diversi (rispettivamente per le fasi di stitching e di generazione del Virtual Tour), ma è fortemente opportuno considerare anche come praticamente necessario un tool di fotoritocco.

 

1)  Software di stitching

    È l’elemento principale della postproduzione, quello che unisce e fonde i singoli fotogrammi in una sola immagine, solitamente di svariate decine di MB, mediante trasformate matematiche (per la pubblicazione su Internet è però indispensabile quella equirettangolare). Esempi: PTGui (quello che utilizzo in questo momento), hugin, Panorama Maker, ImageBrowser EX

 

2)  Software di fotoritocco

    Viene usato per correggere i piccoli difetti di disallineamento o per riempire con delle “toppe” quelle zone minori che le immagini non arrivano a coprire, solitamente nei punti Zenith (esattamente sopra la fotocamera – normalmente è il cielo) e soprattutto Nadir (al contrario, la parte inferiore – solitamente il pavimento o il terreno), meno interessanti ma necessari per completare la visione a 360° e fornire quindi un maggior effetto di presenza(9). Tipici esempi sono: Lightroom, Photoshop o PaintShopPro.

(9) il sito specializzato 360cities.net prende in considerazione per la pubblicazioni esclusivamente foto sferiche
    che comprendano anche il cielo ed il suo opposto, anche se per questo è ammesso venga sostituito dalla
    cosiddetta mirror sphere (il risultato di una Action di Photoshop, che crea una sfera a specchio al posto del
    punto di appoggio della fotocamera)

 

3)  Software per la gestione di immagini HDR (High Dynamic Range)

    Viene usato per uniformare la luminosità di un’immagine che presenti differenze di illuminazione fra aree diverse così forti da non essere compensabili, rendendo la fotografia o con zone “nere” (estremamente sottoesposte) o con zone “bruciate” (altrettanto sovraesposte). Con la tecnica HDR si scattano varie fotografie dallo stesso punto, in rapida sequenza e con valori di esposizione differenti, in modo da avere correttamente esposte, almeno in qualche fotogramma, le zone che in altri sarebbero inutilizzabili e viceversa. Un software dedicato pensa poi a sovrapporle con precisione e prendere da ognuna il “meglio”, ottenendo così una sola immagine finale dove le differenze di luminosità sono ridotte entro limiti accettabili. È una tecnica esclusivamente digitale, impensabile ai tempi della fotografia analogica, che a volte può dare risultati esageratamente innaturali ed a molti non piace, ma che in altri casi risolve situazioni di ripresa altrimenti impossibili da ritrarre con altri mezzi

    Tipici esempi di riprese che necessitano di un processo di post-produzione HDR sono quelle scattate in interni non particolarmente luminosi, dove però un punto (magari una finestra o una porta) è illuminato dal sole in modo estremamente più intenso; oppure quelle notturne, dove la luce di un lampione è molto superiore alle zone d’ombra circostanti eccetera. Volendolo invece utilizzare in modo “creativo” basta applicarlo ad un’immagine normale: l’effetto di aumento della saturazione dei colori tipico dell’HDR, unito alla compressione della differenza di luminosità fra le ombre e le luci darà alla fotografia un aspetto totalmente diverso e molto caratteristico

    Esistono molti pacchetti software dedicati all’HDR: io utilizzo HDRtist, particolarmente semplice ed efficiente, che ha la particolarità, oltre che gestire la generazione di immagini risultanti da una serie di scatti a differente esposizione, anche di “simulare” l’effetto HDR su una singola immagine, rendendo così possibile l’accostamento e la fusione di immagini risultanti da un vero processo di generazione HDR con altre singole, in modo molto uniforme.

 

4)  Software di generazione dei Virtual Tour

    Trasforma l’immagine panoramica prodotta dallo stitching in un file multimediale con appositi comandi a video, che permettono di muovere il punto di vista in tutte le direzioni, come anche di effettuare operazioni di zoom o “saltare”, con un link evidenziato da un’apposita icona nel’immagine che si sta visitando, in un’altra immagine a 360° (prestazione adatta a presentazioni a fini promozionali e/o commerciali, non ad immagini “artistiche”)

   Il software di generazione del Virtual Tour rende quindi fruibile l’effetto finale di “navigazione” nell’immagine circolare o sferica prodotta precedentemente. Esempi di tool disponibili: Pano2vrkrpano, Lapentor, Panotour… è da notare però che apparentemente, nessun software “professionale” è gratuito, anzi: i prezzi partono da 99 € in su

    Per test preliminari, o nei (rari) casi in cui mi serve avere l'effettivo pacchetto della webapp necessaria a visualizzare la foto sferica, io utilizzo un tool gratuito online: Marzipano tool, che accetta in input sia i files corrispondenti alle 6 cube faces (vedi oltre) sia l'immagine equirettangolare. Inoltre, è possibile decidere il punto di partenza della visualizzazione automatica, aggiungere un titolo alla foto sferica, raggrupparla con altre ed inserire dei punti (hotspots) di passaggio fra le foto sferiche facenti parte di quel dato gruppo (ad esempio, si possono unire con questo metodo fotografie sferiche che visualizzano ognuna una stanza di un appartamento, permettendone così una visita virtuale completa)

 

5)  Software di adattamento alla pubblicazione (opzionale)

Permette di editare/inserire i metadati ExIF dell’immagine, in modo da renderla compatibile con i parametri richiesti per la pubblicazione sui social network ed in generale sul web. Esempi: Exif Pilot – AnalogExif (quest’ultimo, che funziona su Mac in modalità grafica, anche se con qualche crash, servirebbe per caricare dati Exif su files di immagini di fotografie scansionate. Con qualche adattamento si riesce ad utilizzare anche per le foto a 360°, completando poi gli Exif con Adobe Bridge)

 

6)  Tool per la pubblicazione in rete

 

     Questo è un passaggio puramente informatico, non fotografico, ma essenziale perché sia possibile visualizzare in rete foto sferiche navigabili: come ho già detto in altri punti, le foto sferiche infatti non sono immagini (cioé file in formato JPEG, PNG, TIFF, BMP ecc.), ma codice eseguibile, più precisamente webapp (o "web application").

     Ora, mentre il caricamento di file immagine è comunemente accettato da tutti i siti di web hosting (una Internet di soli testi sarebbe ben noiosa!), è invece piuttosto raro che accettino il caricamento di codice, il cui contenuto potrebbe essere potenzialmente pericoloso per il sito o i suoi utenti.

     Quindi i più comuni siti di web hosting gratuito, come questidanno la possibilità di caricare pacchetti CMS (o Content Management Systems, "Sistemi di gestione dei contenuti") come Wordpress, che sono sì molto semplici da usare, ma permettono solo di inserire testo, immagini, filmati, suono e link. Codice, niente. A questo punto mi sono reso conto che ci sono le tre possibilità, ognuna delle quali ha pregi e difetti, come indicato nella tabella seguente:

  • informarsi e cercare in rete finché non si trova finalmente un sito di web hosting che permetta il caricamento di codice come le webapp

  • aggirare il problema usando un sito specializzato in foto sferiche, che la webapp… la faccia lui stesso, a partire dall'immagine equirettangolare prodotta e caricata dall'utente

  • passare ad un servizio di web hosting a pagamento, molto più professionale e che solitamente permette di caricare codice

Tipo Pro Contro
Web hosting gratuito
  • È gratis
  • Normalmente fornisce procedure facilitate, template o siti preconfigurati, che necessitano solo di personalizzazione da parte dell'utente
  • Non è semplice trovarne uno che permetta il caricamento di codice
  • Solitamente dà poco o nessun supporto
  • Ha normalmente molte limitazioni
  • Non permette un dominio personale
Sito specializzato
in foto sferiche
  • Non serve caricare codice
  • È semplice da usare
  • Permette account gratuiti, anche se con qualche limitazione
  • Permette di caricare solamente foto sferiche
  • Impone regole sul contenuto dei file
Web hosting
a pagamento
  • Permette di caricare codice
  • Prevede supporto tecnico
  • Fornisce servizi professionali
  • Assegna un dominio personale
  • È a pagamento
  • Richiede una conoscenza non solo di base per poterlo sfruttare bene

 

 

La mia scelta attuale

     Al momento sto utilizzando entrambe le prime due possibilità: inizialmente non trovavo siti che permettessero il caricamento di codice, e mi ero orientato sul sito 360cities.net, che evita del tutto il problema poiché costruisce esso stesso quanto serve per consentire la navigabilità delle foto sferiche a partire dal caricamento dell'immagine equirettangolare (cioé un normale file JPEG, anche se particolarmente grande).

     Poi però mi sono reso conto che mi sarebbe piaciuto pubblicare non solamente foto sferiche, ma più in generale fotografie e testi a tema fotografico, per cui il solo sito 360cities.net non bastava più. A questo punto un collega mi ha suggerito AlterVista.org, che permette di caricare anche codice, e più in generale offre anche il CMS Joomla!, particolarmente potente e flessibile. Quindi ho iniziato, dopo alcuni esperimenti positivi, a creare il mio sito personale con questo provider ed a pubblicarvi contenuti, rimandando al primo per le sole foto sferiche, come descritto più avanti).

     Mi ero orientato su siti gratuiti perché all'inizio non avevo alcuna certezza di essere in grado di creare e gestire un sito web in autonomia, per cui ho in pratica scelto di fare una grande "prova", prima di eventualmente passare a qualcosa di più professionale. Invece, almeno per il momento, AlterVista funziona bene e, anche per non affrontare i temi di quale provider "serio" scegliere e di come gestire la migrazione del sito, rimango su questa soluzione.

 

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