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Tecniche di ripresa
 

    Qui di seguito ho raccolto vari consigli, che provengono da un po’ tutti i siti ed i tutorial di fotografia panoramica, ma specialmente da quelli messi online dalla casa produttrice di PTGui, uno dei software più usati in questo ambiente

 

Base di partenza

    Utilizzare sempre una testa panoramica ben calibrata, per minimizzare se non proprio eliminare del tutto il problema della parallasse, per cui “fondere” le immagini insieme risulta molto più difficile. In pratica, la macchina deve poter ruotare interno al suo centro di “No Parallax”, detto anche “Nodal Point”, che si trova all’incirca dentro l’obiettivo (normalmente, poco all'interno della lente frontale), non entro il corpo macchina.
 

 

Messa in bolla della testa panoramica

    L'orizzontalità della base di appoggio deve essere il più possibile precisa già al momento dello scatto, per minimizzare la necessità di un successivo intervento di correzione dell’orizzonte da parte del software di post-processing. Da notare che i moderatori del sito 360cities.net rifiutano la pubblicazione a chi presenta immagini con l’orizzonte inclinato.

 

Messa a fuoco

    Deve essere preferibilmente manuale, per garantire la massima uniformità fra i fotogrammi di partenza. Purtroppo, se si usa un obiettivo fisheye (il più adatto per le foto sferiche), a causa dell'enorme angolo di campo dell'immagine risultante i dettagli rimangono estremamente piccoli da apprezzare, sia nel mirino che nel display LCD, per cui valutare con precisione la messa a fuoco diventa obiettivamente difficile: ne deriva che questa verifica va fatta con estrema attenzione ed è quindi da raccomandare l'utilizzo dei vari sistemi di aiuto messi a disposizione da gran parte delle fotocamere digitali, come la funzione magnify (che ingrandisce di molto nell'oculare il punto centrale dell'immagine) o il peaking (che evidenzia in modo chiaro i bordi ben definiti, cioé quelli a fuoco)

 

Esposizione

    Non deve necessariamente essere manuale, ma per aiutare il software di stitching ad ottenere un’uniformità fra le immagini, si raccomanda di mantenere fissi: Aperture Setting, Exposure, ISO, White Balance etc. In pratica, il modo "M" (manuale) è quello che garantisce il miglior controllo su tutti questi parametri. In casi di panorami con cielo coperto o comunque dove il sole non sia direttamente presente, essendoci una maggior uniformità di illuminazione in tutto lo spazio inquadrato nei vari fotogrammi ci si può fidare anche dell’esposizione automatica, contando sul fatto che le variazioni di esposizione apportate dall’automatismo rimarranno contenute

    Casi più complessi, dove ci sia un forte salto di luminosità fra diverse parti dell’immagine (ad esempio, sotto un porticato – praticamente un ambiente al coperto – da cui però si veda anche il cielo esterno, molto più luminoso) possono essere risolti mediante bracketing (più scatti dello stesso soggetto, con diversi valori di esposizione – ottenibili sia manualmente che con automatismi, se disponibili) e successiva elaborazione HDR per fondere le parti meglio esposte fra tutti i fotogrammi disponibili per ottenerne uno molto meglio bilanciato. Questa tecnica, più complessa, deve però essere decisa già in fase di ripresa, in quanto sono necessari più scatti della stessa scena avente contrasto eccessivo.

 

Formato dell’immagine

     È sempre consigliato l’utilizzo del formato RAW(10) mediante un’applicazione dedicata, per ottenere i migliori risultati. Devo però aggiungere che ho provato ad usare sia il formato JPEG che il RAW, senza notare sostanziali differenze nei risultati finali.

(10)  macOS, PTGui e Photoshop gestiscono i file RAW sia in formato Panasonic (RW2) che Olympus (ORF), ma
       la mia versione di Adobe Bridge no (serve un driver aggiuntivo, il che rende più macchinosa la lavorazione)

  

Ritocchi pre-stitching

     Non è consigliato agire sulla regolazione di luci ed ombre dei singoli fotogrammi, poiché questo potrebbe peggiorare l’uniformità fra i fotogrammi, complicando così il compito del software di stitching. Eventuali regolazioni di questo tipo sono da effettuarsi sull'immagine finale, già unita ed omogenea.

 

Realizzazione del mosaico di fotogrammi di partenza

     Un consiglio generale è quello di far sì che le immagini si sovrappongano sempre per almeno un 10 – 20%, per dar modo al software di stitching di trovare punti in comune fra fotogrammi adiacenti e decidere meglio come fonderli

     È da notare che, aumentando la focale, questo obbliga a ridurre sempre di più l’angolo fra due fotogrammi adiacenti, cosa che con teste panoramiche non particolarmente sofisticate può risultare complessa, in quanto lo spostamento angolare va eseguito “a mano libera”.

 

Foto a 360° con fisheye

Alternativa 1 (14 immagini in totale)

     Almeno 14 scatti sono il minimo per avere una serie di fotogrammi parzialmente sovrapposti che riesca a coprire l'intera sfera intorno al punto di ripresa:
 

  • 6 foto orizzontali, distanziate fra loro di 60°

  • 4 foto verso l’alto (+45°), distanziate di 90°

  • 4 foto verso il basso (-45°), distanziate di 90°

 

Alternativa 2 (16 immagini in totale)

     È quella che utilizzo personalmente, ed è composta dalle stesse 14 immagini come sopra, più:

  • 1 foto “zenith” (+90°)

  • 1 foto “nadir” (-90°)

questi 16 fotogrammi di base secondo me sono la soluzione più precisa per coprire tutta la sfera che circonda il punto di ripresa, perché i due scatti aggiuntivi permettono di evitare "buchi" sia nel cielo che sotto il punto di vista, fornendo tutte le informazioni necessarie per nascondere le parti dell'attrezzatura di ripresa rimaste comunque visibili anche dopo il processo di stitching.

 

Realizzazione della foto “nadir”

     Mentre per realizzare la foto “zenith” è sufficiente ruotare la fotocamera verso l'alto, la foto “nadir” (sua opposta) non può ovviamente essere scattata dal cavalletto, perché questo occuperebbe quasi tutta la scena, al contrario del motivo per cui si scatta questa foto, cioé ritrarre anche ciò che sta sotto il punto di ripresa della fotocamera, per poter eliminare i residui del cavalleto e della testa panoramica rimasti visibili. Si possono usare due metodi, anche se per ora normalmente non vado oltre il primo, molto più semplice da realizzare in esterni:

  • si scatta la fotografia a mano, cercando di posizionare l’obiettivo all’incirca nello stesso punto ed alla stessa altezza in cui si trovava per tutti gli scatti precedenti, ovviamente puntando verso il basso e cercando di non riprendersi i piedi. Sembra molto primitivo, ma normalmente pare sufficiente se i tempi di esposizione non devono essere eccessivamente lunghi

  • si usa un montaggio meccanico “fai-da-te” per fissare la macchina al cavalletto (una sbarra orizzontale che la tiene distanziata dalle sue gambe per quanto possibile) nello stesso punto di cui sopra. È un accessorio visto in un tutorial, dove viene chiamato “nadir extender”, ed è praticamente indispensabile in quei casi, come le foto notturne, in cui una foto a mano libera è da escludere. Me ne sono costruito uno, usando un contrappeso per bilanciare la fotocamera realizzato con una bottiglia di plastica piena d'acqua. Teoricamente funziona benissimo, ma il problema sta nella testa sferica, la cui tenuta è insufficiente con pesi di questo tipo: in pratica si rischia che ceda, facendo rovesciare di colpo l'estensione, fotocamera compresa. Per ora l'ho adoperato solamente in casa. Per utilizzarlo, una volta memorizzato il punto in cui si sono scattate tutte le altre immagini, si smonta la testa panoramica dal cavalletto e la si sostituisce con l'extender, spostando il cavalletto in modo che la fotocamera, montata in cima all'extender, si trovi nuovamente nel punto di ripresa precedente. Il contrappeso va posizionato in modo da bilanciare la fotocamera, tenendo conto dell'estensione adoperata (il braccio dell'extender può scorrere in una guida e fissato ad una lunghezza a scelta).
     

Braccio estensibile autocostruito "Nadir extender"

(indispensabile per realizzare la foto verso il basso nei casi in cui la fotocamera deve restare immobile)

extender view commentato extender top extender counterweight
Vista frontale
il braccio è in legno sagomato e tinto di nero; le staffe di fissaggio sono in metallo; la bottiglia è legata ed appesa al braccio con un cordino in nylon nero
Vista dall'alto
la fotocamera è fissata con una flangia a sgancio rapido avvitata all'estremità del braccio
Vista del contrappeso
è regolabile sia spostando il punto di aggancio sia dosando la quantità di acqua contenuta nella bottiglia

 

 

Foto panoramiche(11)a 180° con obiettivi normali o tele

    Anche se le etichetto come “180°”, l’angolo di campo coperto dalle immagini è normalmente molto minore (60 – 90°), visto che sono usate per ritrarre parti importanti del panorama, come le catene montuose, che comunque difficilmente si estenderanno per tutto l'orizzonte. Il termine "180°" è quindi da intendere che l’effetto finale di “navigabilità” sarà limitato al solo piano orizzontale

(11)  queste fotografie panoramiche non sono accettate dal sito 360cities.net: la mancanza del cielo allo zenith
        e/o del punto opposto determina automaticamente la non pubblicabilità della fotografia navigabile proposta

  

Alternativa 3 (serie di n immagini orizzontali)

     È la situazione più semplice: un panorama ripreso “a fette” parzialmente sovrapposte. La difficoltà può venire dal fatto di dover eseguire spostamenti angolari della testa molto minori dello scatto minimo (15°), per cui si deve andare “a mano”

 

Alternativa 4 (matrice di n x m immagini su piani diversi)

     Anche se, nella pratica, i piani non sono più di due, PTGui si è rivelato perfettamente in grado di riconoscere i fotogrammi ed allinearli correttamente, quindi simili mosaici sono fattibili

      È una complicazione ulteriore del caso precedente. La difficoltà aggiuntiva sta nel tentare di allineare i fotogrammi dei due piani, senza avere altri riferimenti se non le immagini che si vedono nel display.

 

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