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Indice articoli

 

 

 

 

Le componenti fotografiche

e gli elementi necessari per

la ripresa delle foto sferiche

 

 

 

 

 

testa panoramica
Una testa panoramica per foto sferiche - notare snodi, scale graduate, bolle e regolazioni

Attrezzatura fotografica

    L'attrezzatura fotografica è necessariamente costituita almeno da questi elementi:

  • una reflex digitale (o una mirrorless) con obiettivi intercambiabili(3) (solitamente un supergrandangolare o fisheye, ma possono essere usate anche altre focali)

  • un cavalletto (la fotografia panoramica è una tecnica lenta) particolarmente stabile e che possa essere facilmente messo “in bolla” (cosa non banale, soprattutto in esterni)

  • una testa panoramica rotante e regolabile con precisione, in modo che la macchina possa ruotare attorno al suo “punto nodale” (o “senza parallasse”) per minimizzare gli errori di allineamento fra i fotogrammi originali nel corso della successiva fase di fotocomposizione al computer

  • vari altri accessori minori, ad esempio una livella a bolla, morsetti di sgancio rapido della fotocamera o un telecomando per gli scatti comandati a distanza

    questo set minimo si possono aggiungere altri pezzi, come usarne di più o meno sofisticati (e costosi), ma il kit di base è quello sopra citato.

(3) In realtà si fanno foto sferiche anche con fotocamere non necessariamente reflex, come le speciali
     fotocamere stabilizzate multiobiettivo professionali, usate per mappare le vie in Google StreetView,
     o con piccoli modelli appositi, semplici ma di utilizzo immediato, così leggeri da essere adatti a
     venire montate su droni. Nel seguito tratto però solamente le reflex o mirrorless, cioé quelle che,
     dal punto di vista della qualità dell'immagine sferica risultante, danno i risultati migliori.

 

 

Fotocamera

    Anche se teoricamente può essere usata qualunque fotocamera digitale, in pratica è vivamente opportuno l’uso di una reflex DSLR o in alternativa una mirroless per svariati motivi: la qualità delle immagini prodotte, la capacità di cambiare gli obiettivi e le molte possibilità di controllo dell’immagine, fra cui soprattutto la disponibilità delle funzione di messa a fuoco dell’inquadratura manuale, modo indispensabile nella fotografia panoramica, dove il punto di ripresa e la messa a fuoco devono rimanere costanti per tutti i singoli fotogrammi che andranno a costituire l’immagine finale, non venire ricalcolati automaticamente ogni volta, generando variazioni di punto di vista non recuperabili dal software di stitching (in quest’ultimo caso, la composizione risultante verrebbe fuori con linee spezzate fra un’immagine e l’altra, visibilmente del tutto innaturali).

    Nel mio caso, ho due fotocamere mirrorless, compatibili fra di loro in quanto entrambe conformi allo standard micro 4:3. Con la più vecchia, una Lumix DMC-GH1, ho fatto quasi tutte le prime foto sferiche. Ora l'ho fatta convertire per fotografare all'infrarosso, e di fatto non posso più usarla per foto sferiche, a meno che non voglia... all'infrarosso anche queste. L'altro corpo macchina, più recente, è un'Olympus OM-D E-M5 Mk.II, "in servizio" per questo scopo solamente da pochi mesi. Entrambe sono molto simili come funzionamento e caratteristiche, nonostante la nuova abbia molte funzionalità aggiuntive, per cui la transizione non è stata laboriosa

    Ad esempio, entrambe hanno un ampio display digitale da 3” sistemato sul dorso, snodato ed orientabile, che ripropone tutte le informazioni relative allo scatto senza la necessità di guardare nel mirino, anche in piena luce diurna. La possibilità di orientare il display esterno è molto utile proprio nella fotografia panoramica, in quanto il corpo macchina è sempre montato sulla testa rotante in posizione verticale, ben diversa dalla normale posizione orizzontale per cui il sistema è progettato. In queste condizioni, poter orientare lo schermo significa non dover assumere posizioni scomodissime per controllare i parametri di scatto

    I modi di funzionamento ed i parametri programmabili più adatti per la fotografia panoramica sono riassunti qui di seguito:

  • modo di esposizione: particolarmente adatto è il modo a priorità di diaframmi (“A”) o eventualmente anche il modo manuale (“M”)

  • messa a fuoco: va usata quella manuale (“MF”) per un miglior controllo dell’uniformità fra le varie immagini di partenza, o anche quella automatica, ma solo “statica” o a scatto singolo 

  • formato del file immagine: entrambe le fotocamere permettono di scattare sia in formato JPEG che in formato proprietario RAW. Il secondo è più professionale, ma richiede convertitori di immagine dedicati e genera files più pesanti, mentre il primo è di utilizzo più immediato. Solitamente utilizzo il JPEG, che mi pare già ben più che sufficiente per i miei scopi

  • fattore di forma: fra questi diversi fattori di forma dell’immagine risultante (ottenuti gestendo diversamente i pixel del sensore):

    •   4:3   adatto ai vecchi televisori a tubo catodico
    •   3:2   simile al “vecchio” formato 135 (pellicola 24x35 mm)
    • 16:9   adatto alle HDTV ed in generale ai moderni display dei computer
    •   1:1   quadrato (come il formato 120 – medio formato 6x6)

solitamente utilizzo il formato 3:2 (come per le “normali” fotografie, in modo da raccogliere la più grande area possibile, rinviando alla successiva fase di post processing il "taglio" definitivo), ma ho anche provato ad utilizzare il formato quadrato (1:1) in accoppiata al fisheye, poiché questo obiettivo produce un’immagine particolarmente adatta a questo formato; devo dire però che non ho rilevato differenze nel risultato finale.

 

 

Obiettivi

Fisheye
Il fisheye Samyang 7.5mm f/3.5, un obiettivo  ultragrandangolare totalmente manuale

Grandangolari-fisheye

    Per le fotografie a 360° solitamente si usa un fisheye, a causa del suo grande angolo di campo (che si avvicina o raggiunge i 180°), che permette di catturare l’intera “sfera” che circonda il fotografo con un numero ridotto di fotogrammi. Questo può essere del tipo “circular fisheye" (cioè che produce un’immagine perfettamente circolare, lasciando nero il resto del fotogramma), o "full frame fisheye" come nel mio caso(4), cioè che lo riempie totalmente.

Teleobiettivi

    Per le fotografie panoramiche a 180°, invece, può essere utile anche un obiettivo normale o tele, che permette di avere minor distorsione e nel contempo registrare dettagli anche lontani e minori.

(4) dopo la conversione della Lumix GH1 all'infrarosso, cioè a frequenze notevolmente più basse di quelle della luce visibile e quindi al di fuori dei parametri di progetto degli obiettivi, ho constatato che il mio fisheye Samyang non è più in grado di mettere a fuoco oggetti posti oltre pochi cm dalla fotocamera. In generale questo non è un problema, in quanto per le foto sferiche sono passato ad usare l'Olympus E-M5 Mk.II che, operando nel campo di frequenze visibili, non crea impedimenti al fisheye. Nel caso in cui, invece, decidessi di realizzare una foto sferica all'infrarosso, dovrò sostituire il Samyang 7,5mm con lo M.Zuiko 9-18mm. Per questi (rari) casi saranno da considerare un buon numero di scatti in più per registrare l'intero campo visibile, poiché l'angolo di campo del 9-18mm, alla minima focale, è "solo" di 100° circa, contro i quasi 180° del Samyang.

 

 

Testa panoramica a 360° (Panoramic Head)

testa pano
La mia testa panoramica in uno dei primi esperimenti (in questa foto c'è ancora la Lumix GH1, ora convertita all'infrarosso)

    È l’accessorio “di base” della fotografia panoramica, che permette alla fotocamera di ruotare intorno al suo “punto nodale”, il centro ottico del sistema, minimizzando le distorsioni introdotte nelle fasi di allineamento (stitching) e della fusione (blending) delle immagini di base. La testa panoramica è costituita da tre parti principali:

  • una base circolare, che permette di ruotare nel piano orizzontale l’intero complesso, sia in modo continuo sia a “scatti” predeterminati e di fissarlo in quella posizione al momento dello scatto.

  • una slitta mobile orizzontale, per l’allineamento dell’obiettivo sull’asse del cavalletto ed il fissaggio in quel punto(5).

  • una slitta mobile verticale, per completare l’allineamento dell’obiettivo intorno al suo “punto nodale”. Oltre a bloccarsi in posizione, l’intera slitta può infine ruotare verticalmente (ed essere fissata) con continuità fino ad un angolo massimo di +/- 90°, permettendo di effettuare fotogrammi verso il cielo o verso il basso, sempre intorno al punto nodale, completando così la cattura dell’intero spazio intorno al punto di ripresa (naturalmente per scattare verso il basso non ha senso farlo dalla testa panoramica, in quanto gran parte della ripresa verrebbe occupata dalla meccanica sottostante: in questi casi si esegue uno scatto a parte, il più possibile vicino allo stesso punto in cui si era posizionato ii cavalletto e con gli stessi parametri di ripresa).

    Le due slitte permettono di regolare la taratura del sistema reflex+obiettivo; è inoltre possibile far ruotare l’intera testa panoramica orizzontalmente a “scatti” costanti, facilitando enormemente il posizionamento della fotocamera (tipicamente, si esegue una ripresa orizzontale ogni 60°, coprendo quindi l’intera scena che circonda l’osservatore con 6 fotogrammi). Gli “scatti” di spostamento preimpostati possono essere più di uno, a seconda della qualità della testa panoramica, in funzione di dove si posiziona una grossa vite colorata sulla base circolare (nella mia testa panoramica, particolarmente economica, esistono solamente due possibili posizioni, che permettono “scatti” distanziati di 15° o 20° ogni volta. Basta quindi contare rispettivamente 4 o 3 “scatti” per spostare la fotocamera di 60°).

    La grande differenza di costo fra un modello e l’altro, oltre che dalle precisione meccanica degli accoppiamenti e dalle possibilità di regolazione fine, è data dalla diversa robustezza degli elementi strutturali, che permette di montare complessi reflex-obiettivo pesanti da 3 fino a 10 Kg senza vibrazioni o flessioni del sistema. Nel mio corredo fotografico si raggiungono i 1.000 g con l’obiettivo meno probabile e comodo (lo zoom Vivitar 70-210 per sistemi Olympus OM a 35mm, con adattatore 4:3), per cui questo limite non è un problema.

(5) la slitta mobile orizzontale si è rivelata anche perfetta per essere utilizzata come slitta per macrofotografie,
     permettendo spostamenti di precisione verso l'oggetto da riprendere del complesso corpo macchina + tubi
     di prolunga + obiettivo, facilitando notevolmente la ripresa di scatti multipli con il progressivo spostamento
    del punto di messa a fuoco, per poi assemblarli con la tecnica del Focus Stacking

 

Montaggio e predisposizione in campo della testa panoramica

    La mia testa panoramica, di produzione cinese, è arrivata smontata e senza alcun foglio di istruzioni. Per cui il montaggio che ho eseguito è stato quello che mi pareva più “probabile” (anche guardando quel poco di documentazione reperibile in rete). Però dal primo tentativo ho già capovolto la posizione della macchina fotografica rispetto alla slitta superiore (altrimenti la scala semicircolare graduata per tracciare le inclinazioni non serviva che per metà), e non è detto che provi a girare anche il braccio verticale stesso rispetto alla slitta di base. Da un video tutorial ho tratto utili indicazioni, come quella di seguire questa procedura di montaggio:

  • accertarsi che il cavalletto sia quanto più possibile montato orizzontalmente (magari aiutandosi con livelle a bolla)

  • montare il corpo macchina sulla testa panoramica

  • trovare lo spostamento della slitta orizzontale necessario ad allineare l’asse dell’obiettivo a quello del cavalletto (diverso se si usa la flangia a sgancio rapido o no)

  • annotare il valore di taratura per poterla riprendere velocemente senza doverla nuovamente misurare

  • calcolare il Centro Nodale (vedere più avanti) mediante spostamenti del corpo macchina sulla slitta superiore e tenerne traccia per non dover ripetere la procedura.

    Dalle prime prove pratiche di utilizzo effettivo in campo, inoltre, ho notato alcuni piccoli problemi, che qui elenco con le relative contromisure che ho adottato:
  

# Problema Correzione/modifica
1 La tracolla della fotocamera, che nella sequenza di riprese deve ruotare su se stessa, tende ad attorcigliarsi intorno al montante del cavalletto Ho aggiunto alla tracolla due piccoli moschettoni, che permettono di staccarla dalla fotocamera; normalmente non la monto più, ed uso invece un piccolo laccio recuperato da un cellulare per fissarla al polso 
2 La funzionalità di commutazione automatica fra mirino e display all'avvicinarsi dell'occhio del fotografo scatta inavvertitamente ogni volta che si passa con la mano vicino al sensore Dato che nel montare ed adoperare l'attrezzatura per le foto sferiche è spesso necessario maneggiare frequentemente la fotocamera, è facile vedere spegnersi il display LCD perché ci si è passati vicino con la mano: la commutazione automatica va disabilitata 
3 La lunga impugnatura nera della testa "cinematografica" che equipaggiava il cavalletto al momento dell'acquisto rientra nel campo inquadrato dal fisheye ed è visibile in gran parte delle foto, rendendone complicata l'eliminazione La testa "cinematografica", molto utile se si usa una telecamera per puntarla e muoverla, diventa scomoda nelle foto sferiche, perché rimane inquadrata ai lati di molte delle immagini elementari riprese. Per evitare il problema l'ho sostituita con una testa a sfera, molto meno ingombrante (nelle foto non rientra più), ma anche più debole come "presa"
4 Le immagini devono essere scattate quando la fotocamera, montata nella testa panoramica, è "immobile": lo scatto normale non è quindi utilizzabile. Una prima soluzione è quella di impostare l'autoscatto con un breve intervallo d'attesa (es. 2 sec) L'uso dell'autoscatto elettronico evita di muovere la fotocamera al momento dello scatto, ma rallenta l'esecuzione dell'intera sequenza di immagini che servono per costruire la foto sferica finale. Per eliminare il problema, per la Lumix ho acquistato uno "scatto remoto" a filo, che elimina i ritardi dell'autoscatto (attenzione a non rimanere inquadrati, direttamente o com la propria ombra, dato che il filo è relativamente corto).
Per l'Olympus, invece, uso l'app per smartphone O.I. Share, che trasforma il telefono in un controllore wireless della fotocamera
5 L'ultimo scatto della sequenza ("Nadir") deve essere orientato verso il basso, ma non si può eseguire con la macchina sul cavalletto perché lo riprenderebbe, occupando quasi tutta l'area del fotogramma Se c'è luce a sufficienza, scatto l'ultimo fotogramma puntando la macchina verso il basso, tentando di posizionarla all'incirca nello stesso punto in cui si trovava in precedenza, fissata nella testa panoramica. Se a luce è scarsa, ho costruito un "braccio decentrato" per fissare la fotocamera più lontano dalla verticale del trappiede. Questo funziona, ma è scomodo da puntare perché il peso del sistema, che agisce tutto sulla testa a sfera sottostante, tende a farla scivolare  

 

 

Uso della flangia a sgancio rapido (quick release plate)

    Oltre che permettere lo sgancio rapido del corpo macchina dalla testa panoramica, l’uso della flangia(6) assicura di rimontarla sempre nella stessa posizione rispetto alla testa panoramica, preventivamente determinata con precisione in modo da sistemare l’obiettivo nel suo punto nodale. La flangia a sgancio rapido va usata con le seguenti accortezze:

  • assicurarsi che le due parti che la compongono siano ben fissate, una alla slitta superiore, l’altra al corpo macchina

  • montarla sempre nella stessa posizione rispetto al corpo macchina (ad esempio, con la leva estrattrice posizionata dietro)

  • assicurarsi che sia il più possibile parallela al corpo macchina

(6) l'assemblaggio della flangia sulla slitta è stato laborioso: nel momento in cui ho ricevuto i pezzi, ho constatato che la flangia non era ancora utilizzabile, perché mi sono accorto che la vite da ¼” sulla slitta superiore della testa panoramica era troppo corta per garantire una tenuta accettabile della macchina ("prendeva" per poco più di un filetto, cosa decisamente non affidabile!). Questa, montata a sbalzo e magari con un pesante teleobiettivo, può superare tranquillamente 1 Kg di peso, ruotare intorno alla vite di tenuta e, come minimo, far saltare la taratura, ma addirittura staccarsi di colpo e cadere a terra! 

    Per rimediare al problema ho quindi ordinato una vite da ¼” con la filettatura più lunga, che sembra poter garantire la stabilità del bloccaggio (fortunatamente ora è possibile acquistare online -in Cina, ovviamente!- anche minuscoli pezzi singoli, dal costo irrisorio, con l'unico difetto di doverli attendere a lungo: la messsa a punto della flangia ha richiesto più di un mese!). La vite singola, una volta ricevuta, si è rivelata troppo lunga: sporgeva infatti così tanto da toccare la flangia “maschio” montata sotto la fotocamera, rendendo impossibile il suo inserimento in sede nella parte “femmina”. Per rimediare ho dovuto aggiungere una rondella fra la testa della vite e la parte inferiore della slitta (una sola, già due rendevano impossibile lo scorrimento della vite nell’asola della slitta).

     Dopo questa ultima modifica, finalmente, funziona tutto (e la rondella ha reso anche più stabile il fissaggio della flangia alla slitta). Naturalmente ho dovuto ricentrare la slitta inferiore, dato lo spessore aggiuntivo della flangia

 

Flangia a sgancio rapido ("Fast release plate")

(permette di fissare/scambiare velocemente la fotocamera senza muovere il punto di ancoraggio)

fast release plate fast release plate fast release plate
Vista frontale della femmina
Notare le 3 piccole bolle (una per direzione) per verificare l'allineamento
Vista laterale della femmina
la fotocamera è fissata con la grossa leva a scatto posta sul retro della flangia
Vista del maschio
Qui è visibile già fissato al fondo della fotocamera tramite l'attacco per il cavalletto 

 

 

Il Centro Nodale (Nodal Point) e la sua importanza

Introduzione

     Per far sì che la fusione delle immagini sia quanto più precisa possibile va minimizzato o ancora meglio evitato l’effetto parallasse, cioé quello per cui un oggetto sembra spostarsi rispetto allo sfondo se si cambia il punto di osservazione (cioè si verificano spostamenti relativi fra punti posti su piani diversi quando l’obiettivo cambia l’angolo di ripresa). Per fare ciò, l’obiettivo deve essere fatto ruotare intorno al suo “centro ottico” (detto anche Centro Nodale o Punto Nodale), che si trova lungo l’asse dell’obiettivo, approssimativamente dentro il suo barilotto. Questa sistemazione, ovviamente, è ben diversa dal far ruotare il corpo macchina su se stesso, come accade tipicamente quando viene fissato sulla testa del cavalletto tramite il foro filettato inferiore. 

     Per questo nella fotografia panoramica va utilizzata la testa apposita, che permette di regolare con precisione il punto (specifico per ogni obiettivo utilizzato) attorno al quale il sistema fotografico dovrà  di volta in volta ruotare. La teoria dice che ogni obiettivo (o meglio, ogni focale, trattandosi anche di zoom) ha un suo proprio punto nodale. Qualche prima prova pratica, però, sembra semplificare molto le cose da un lato, e complicarle dall’altro (questo tutorial di PTGui può essere d’aiuto)

Determinazione del P.N. nel piano orizzontale

     Teoricamente questo punto, una volta calcolato, resta costante e non va rideterminato. Di fatto, però, nel mio setup la testa a 360° si monta non in un singolo punto (ovviamente centrale) dell'attacco filettato in cima al cavalletto, ma… in uno scasso rettilineo di parecchi cm, entro il quale può scorrere la vite di fissaggio da ¼” (passo americano, maledettamente difficile da trovare qui in Europa...). Questi spostamenti si ripercuotono sul punto centrale della slitta inferiore, quindi va attentamente verificato che questa vite stia sempre nella stessa posizione, e che questa sia il più possibile sulla verticale dell’asse del cavalletto (in pratica, tutta al centro, il più vicino possibile alla vite di regolazione dell’inclinazione secondaria della testa). Da notare il fatto che, utilizzando la flangia a sgancio rapido, la taratura cambia radicalmente e va rifatta ex novo.

Determinazione del P.N. nel piano verticale

     Mentre la prima parte era relativamente banale, ora arriva la vera taratura: qui i tutorial dicono di allineare un punto vicino ed uno molto lontano, e poi spostare orizzontalmente la slitta superiore finché, muovendo la testa, i due punti restano sovrapposti (“zero parallasse”). 

     Nel caso di immagini con fisheye che richiedono uno spostamento di 60° fra uno scatto e l’altro (il mio caso) si consiglia di effettuare al meglio la verifica del punto nodale a +/- 30° dal centro dell’immagine, poiché è quello il punto di sovrapposizione di immagini adiacenti.

Semplice metodo empirico di determinazione

     Immagino che detto così non si sia capito nulla: è successo anche a me, che oramai so come si fa... meglio quindi ripetere, passo a passo, la procedura che ho seguito io, molto più chiara:

  • Puntonodale
    Tre dettagli ingranditi della composizione di riferimento descritta nel testo, ripresi(*) con il Lumix Vario G 14-42 mm in tre posizioni sul piano orizzontale distanziate fra loro di circa 30°. Si può notare che la distanza fra lo stecchino (indicato dalle frecce blu) e la retrostante canna fumaria rimane pressocché identica in tutte le immagini: la fotocamera si trova quindi nel Punto Nodale di quell'obiettivo.
     
    (*) la bassa qualità delle immagini è dovuta al fatto che il display
         LCD della Lumix GH1 è stato fotografato con il cellulare
    posizionare un oggetto appuntito vicino all’obiettivo (circa 0,5 m), il più possibile allineato con un oggetto sottile e verticale all’orizzonte (palo, campanile ecc.) ed inquadrarlo con la macchina posta sulla testa panoramica, mettendolo al centro dell’immagine

    Nel mio caso, ho appoggiato verticalmente un manico di scopa alla balaustra del terrazzino fissandoci, sempre verticalmente, uno stuzzicadenti con del nastro adesivo: il riferimento della punta dello stuzzicadenti è quasi puntiforme, perfetto. Ho quindi fatto in modo di appoggiare il manico di scopa in modo che rimanesse davanti ad una grossa canna fumaria verticale di acciaio inox che si scorge perfettamente in una parete cieca di una delle case d'epoca sullo sfondo - circa 130m, in pratica quasi all'infinito - e che costituisce un altro riferimento verticale molto lontano. Infine ho inquadrato in modo che lo stuzzicadenti fosse allineato con la grondaia in lontananza

  • posizionare la macchina piuttosto indietro sulla slitta, poi ruotarla sul piano verticale sia a destra che a sinistra, notando il movimento apparente dell'oggetto vicino: se questo si muove nello stesso verso della rotazione della macchina si è indietro rispetto al centro nodale

  • al contrario, posizionando la macchina troppo in avanti si finisce oltre il centro nodale, e muovendola come sopra l’oggetto appuntito vicino si muove in modo opposto alla rotazione

  • ora si tratta di procedere per approssimazioni successive, muovendo leggermente il punto di ancoraggio della macchina sulla slitta per tentare di minimizzare gli spostamenti relativi fra i due oggetti, lontano e vicino: quando lo stuzzicadenti appare praticamente fermo rispetto alla canna fumaria sul fondo, la macchina (o meglio, l'obiettivo) si trova esattamente nel suo centro nodale

  • per verificare meglio il posizionamento, si consiglia di non usare il solo mirino ma di scattare qualche immagine a +/- 30°, ingrandirla e verificare la posizione relativa dell’oggetto vicino rispetto a quello lontano in quelle condizioni.

Per concludere...

    La testa panoramica offre possibilità di regolazione addirittura ridondanti (ad esempio, la posizione del corpo macchina è determinabile sia in base al punto in cui viene fissata nell'asola centrale della slitta, sia muovendo la slitta stessa con l'apposita rotella). Se possibile, sarebbe preferibile trovare una posizione che soddisfi questi requisiti:

  • non richiedere spostamenti del punto in cui viene fissato il corpo macchina a fronte di un cambio di obiettivo (fisheye/zoom), ma solo una compensazione con lo spostamento della slitta superiore

  • non posizionare il corpo macchina troppo indietro sulla slitta, percheè ciò fa comparire il bordo della slitta (davanti alla fotocamera) nelle immagini del grandangolare, che avendo un enorme angolo di campo tende ad inglobare anche oggetti indesiderati (ho verificato che PTGui, lasciato a lavorare in automatismo, tende a trovare Control Points (i riferimenti che usa per "cucire" fra loro le fotografie elementari) all’interno della slitta, se non ne vede di più chiari, per cui ho subito tolto l’etichetta con i riferimenti al N.P. che avevo inizialmente posto proprio lì; ovviamente è ancora meglio se, oltre che rimanere nera, la slitta proprio non compare nelle immagini!)

 

Il cavalletto

    Nella fotografia panoramica, l'uso del cavalletto è indispensabile: è infatti obbligatorio garantire che tutte le immagini elementari che poi, una volta assemblate, formeranno la foto sferica finale, siano scattate rigorosamente dallo stesso punto. Per il resto, con questa tecnica fotografica la sola altra cosa importante è che sia ben stabile: la sua testa non viene infatti utilizzata se non per posizionarla in bolla, in quanto tutti gli altri movimenti della fotocamera vengono effettuati agendo solamente sulla testa panoramica. Esistono alcuni piccoli trucchi per un suo buon utilizzo:

  • la combinazione fotocamera + testa panoramica ha un peso non indifferente, che sposta sensibilmente verso l’alto il baricentro del cavalletto riducendone la stabilità. È quindi opportuno minimizzarne le oscillazioni e le vibrazioni rinunciando, se possibile, ad estendere l’asta centrale (telescopica o a cremagliera), così come serrare fortemente viti e manopole di fissaggio, una volta stabilita la posizione corretta

  • nel caso di dover scattare foto in esterni in presenza di vento è possibile aumentarne la stabilità con un contrappeso: questo si ottiene facilmente appendendo un oggetto pesante (ad esempio la borsa fotografica) all’estremità inferiore dell’asta centrale. In alternativa si possono legare le gambe con un filo di metallo e lì sopra posizionare un peso come la borsa di cui sopra

  • al contrario, nelle foto in interni, dove la messa in bolla è semplificata e non esiste vento, è possibile ridurre l’impronta di “disturbo” del cavalletto stesso (quella che poi si presenta nelle immagini rivolte verso il basso e che va eliminata con il fotoritocco) allargandolo meno che al massimo. La stabilità si riduce, ma se non viene urtato il sistema rimane comunque accettabilmente “fermo”

Importanza di un'accurata messa in bolla del sistema

    La mia prima immagine proposta su 360cities.net non è stata selezionata per la pubblicazione, ma ho ottenuto un rimando a varie pagine di possibili aiuti, spiegazioni e consigli che, una volta trovato come mettere in pratica, ne hanno comportato l'accettazione e la pubblicazione. Sembra vitale che, oltre al rispetto dei requisiti tecnici (dimensioni del fotogramma, presena dei metadati richiesti ecc.), perché si ottenga l'autorizzazione alla pubblicazione sul sito l’orizzonte del panorama virtuale deve essere piatto (ed il mio non lo era granché…)

testa sferica
La testa a snodo sferico, ottima per le foto panoramiche ma più difficile da muovere con precisione e poco adatta a sostenere pesi sbilanciati

    Da un lato ho scoperto una procedura per “livellare” il panorama con PTGui (che funziona, ma che lascerò come “ultima spiaggia” per casi non altrimenti risolubili), dall’altro ho avuto la conferma di quanto la perfetta livellatura della testa a 360° sia importante già in fase di ripresa. Poiché invece proprio in questo caso ho verificato personalmente quanto sia complicato mettere in bolla il cavalletto (soprattutto in esterni, su terreno irregolare o sugli scogli), ho deciso di cambiare la sua testa originale, comprando una testa a snodo sferico. Apparentemente a questo modo dovrebbe essere tutto più semplice: 

  • la testa permette un movimento fluido in tutte le direzioni ed un serraggio progressivo e “di precisione” (ma non troppo forte, il che può creare problemi in caso di carichi sbilanciati rispetto al baricentro, facendola improvvisamente piegare)

  • la testa è dotata di una piccola livella a bolla per verificare direttamente il livello (ho scoperto che è molto meglio usare questa anziché l’app dello smarthpone, che sembra meno precisa a causa della presenza della cover e mette il telefono a rischio caduta)

  • la testa a sfera non sporge da sotto la testa panoramica, e non rimane nelle fotografie, contrariamente alla testa originale del cavalletto, concepita per i video, che ha una leva di controllo dello spostamento in 3D che invece sporge di parecchi cm e rimane nelle fotografie a -45°

  • anziché un attacco diretto a vite, sulla testa è montata una flangia a sgancio rapido, che permette tre cose. Le prime due attese; la terza invece (utilissima) capitata... per puro caso:
     
    • mettere prima in bolla il treppiede e dopo montarvi sopra la testa panoramica

    • smontare con facilità la testa dal treppiede, riducendo l’ingombro e facilitandone il trasporto (in uno zainetto recuperato in casa ed imbottito con gommapiuma)

    • le flange a sgancio rapido sono fatte di due parti: una (maschio) si avvita sul fondo della fotocamera, l'altra (femmina) si fissa sul cavalletto, quindi si incastrano fra loro con un meccanismo a scatto. Proprio per caso, il maschio delle flange è risultato compatibile con la femmina fissata sulla testa rotante, il che rende possibile - se serve - il montaggio della fotocamera direttamente sulla testa rotante

 

 

Altri accessori utili

    Qui di seguito ne riporto alcuni, non indispensabili, ma che possono contribuire a facilitare la ripresa in campo delle sequenze di immagini:

  • bolla miniaturizzata per il posizionamento orizzontale della testa panoramica: un esempio è quella che si può installare nella slitta del flash

  • flangia a sgancio rapido della fotocamera: oltre a risparmiare tempo nelle operazioni di montaggio e smontaggio dell’attrezzatura, permette di non dover più spostare il punto di fissaggio precedentemente calcolato. Naturalmente la posizione della slitta orizzontale varia per compensare lo spessore aggiuntivo introdotto dalla testa a sgancio rapido.

  • sistema per scatti remoti (telecomando con o senza filo, app mobile di controllo della fotocamera...): permette al fotografo di allontanarsi per non rimanere (lui stesso o la sua ombra) nell’immagine. Notare che è facilmente sostituibile impostando un autoscatto con del ritardo (la Lumix, ad esempio, permette due valori di ritardo: 2” e 10”; l'Olympus 2" e 12". Il valore maggiore permette al sistema macchina-testa-cavalletto di esaurire le oscillazioni dovute alla pressione del pulsante di scatto, ottenendo una condizione di stabilità ottimale, quello minore è un compromesso con i tempi di esecuzione)

  • un paio di piccoli moschettoni aggiunti fra il corpo della macchina fotografica e la tracolla: permettono di sganciare la tracolla quando non serve, tipicamente sulla testa panoramica, dove invece tende ad impigliarsi o a finire dentro il campo inquadrato dall’obiettivo

  • borsa/faretra con cui trasportare a tracolla il treppiede (normalmente, chi si dedica alla ripresa di foto sferiche da solo sembra un... facchino, dovendo trasportare borsa fotografica, zaino con testa panoramica, e treppiede: ogni accorgimento che permette comodità è benvenuto!)

 

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