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     Il Saccarello

 

      Anche del Saccarello ho dei ricordi giovanili: essendo molto più vicino al paese in cui passavamo le vacanze estive ci sono stato parecchie volte, anche se quella che ricordo meglio è l'ultima, di pochi anni fa: stranamente, sono partito in auto da solo, al mattino presto, e quando sono arrivato quasi in vetta non c'era assolutamente nessuno. Ben diversamente dalla consueta aria di scampagnata di quando si va in montagna in gruppo, l'impressione che ne ho avuto è stata completamente diversa, quasi di timore, acuitosi quando un grosso rapace si è alzato in volo, con uno stridìo minaccioso, non molto lontano da me.
Poi sono salito in vetta, dove non ero mai stato (la meta tipica delle gite era il vicinissimo Redentore), ed ho visitato la postazione militare dei primi del '900, ancora ben conservata considerando il completo abbandono e la durezza del clima, lassù (d'inverno non è raro che vi si accumulino anche 7 metri di neve!). Poi l'arrivo dei primi rumorosi turisti ha fatto velocemente svanire il fascino del posto... 

 

Il gruppo del Saccarello visto da forte distanza (*)


Marguareis Mongioje Conoglie PizzoOrmea

(*) la foto è stata scattata da Forte Pozzanghi,
     un osservatorio miitare dell'800 sul Colle di
     Nava, a circa 12 Km in linea d'aria

 
  • al centro, la punta del Redentore (2.164m), con l’omonima statua bronzea di Cristo (alta 14 metri con il piedistallo), eretta ai primi del ‘900 dagli Alpini non senza grosse difficoltà. Nelle vicinanze, una piccola cappella e la stazione di arrivo dello skilift del comprensorio sciistico di Monesi (si vedono le tracce delle piste da sci).
  • a destra, poco più alta, la gobba della vetta (2.201m), traforata dai trinceramenti di una batteria di artiglieria dei primi del ‘900, costruita a difesa della sottostante val Roja, allora ancora italiana (da notare che le quattro piazzole di tiro, proprio in vetta, sono totalmente allo scoperto). Per rifornire questa postazione furono costruite svariate strade militari (visibili come “tagli” in parecchi punti della foto) che permettono ancora oggi, anche se con qualche scomodità, di arrivare fin lassù in auto.

Da notare che, se il lato italiano sembra un grande prato in pendio, il versante ovest (dal 1947 territorio francese) è invece quasi verticale, con uno strapiombo di centinaia di metri.

 

 

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