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Introduzione

 

    Da sempre, uno degli elementi che più caratterizzano le fotocamere reflex è la possibilità di cambiare l’ottica, il che permette di avere, di fatto, tutta un’altra fotocamera, e di moltiplicare così le possibilità espressive a disposizione del fotografo. Le due immagini seguenti, tratte dal catalogo delle ottiche Zuiko degli anni ’70, dimostrano questo concetto:

  • la prima mostra quanto cambi il campo inquadrato al variare dell’obiettivo usato, ma senza spostarsi: come si vede, le foto risultanti cambiano drasticamente

  • la seconda mostra invece come cambi lo sfondo al variare del campo inquadrato, cioè utilizzando diverse ottiche e spostandosi rispetto al soggetto in modo da mantenerlo praticamente uguale in ogni fotografia: anche qui, l’effetto che si ottiene è visivamente molto differente

AoVChange
 Cambio del campo inquadrato al variare dell’obiettivo usato (e quindi dell'angolo di campo)

 

AoVChange
 Cambio dello sfondo al variare del campo inquadrato

    Questa possibilità mi ha da sempre affascinato, da quando per la prima volta presi in mano la reflex di un amico, e non mi sono smentito: nel corso degli anni ho acquistato svariati obiettivi, cercando di completare il range delle focali a mia disposizione, dai super-grandangolari ed i normali ai teleobiettivi, concludendo con i super-teleobiettivi.

    Probabilmente, nella convinzione che questo potesse migliorare la qualità delle mie fotografie, cosa vera solo in parte: sono sempre più convinto che una foto “bella” nasca nella testa del fotografo, e la fotocamera serve solo per materializzarla.Ci sono fotografi eccellenti che usano solamente l’ottica standard…

 

Una nuova vita (ma con molti limiti)

    Con la fine della fotografia analogica, temevo che tutto questo corredo finisse “in soffitta” e restasse totalmente inutilizzato. Fortunatamente, invece, il sistema micro 4:3 permette, tramite un adattatore, di montare ancora queste ottiche, rinunciando ovviamente alle prestazioni moderne che allora non esistevano: l’autofocus e la stabilizzazione (quest’ultima in parte recuperabile, se lo stabilizzatore è nel corpo macchina come nella mia Olympus E-M5 Mk.II). 

    L'unica vera diversità è… il risultato: a causa della minore dimensione del sensore micro 4:3 rispetto al fotogramma 24x36 (quello che oggi si direbbe "full frame"), l’immagine ottenuta risulta ingrandita rispetto a quanto si sarebbe ottenuto su una macchina analogica, in funzione del rapporto di dimensioni fra i sensori. Nel caso del micro 4:3, questo rapporto vale 1/2, quindi le fotografie ottenute con un 50mm OM-System montato su una fotocamera digitale con lo standard MFT (Micro Four Thirds) risulteranno paragonabili a quelle che si ottenevano con un 100mm. In pratica, anche se non è corretto dirlo, "la focale raddoppia": questo porta ad avere dei teleobiettivi, anche notevoli (50mm => 100, 135mm => 270, 500mm => 1000!), ma… elimina i grandangolari: il mio 24mm Zuiko OM (allora notevole) diventa equivalente ad un 48mm, un banale obiettivo standard (che ho già in dotazione, con autofocus eccetera).

    Questo fu il motivo che mi fece orientare verso una fotocamera micro 4:3. Anzi, fu proprio quello che mi convinse a comprare una reflex digitale: la possibilità di non dover ricominciare da zero, ma di partire già con svariate ottiche a disposizione fu la ragione per cui ricominciai ad interessarmi di fotografia "seria" e non solamente da turista. Dopo molte prove, tentativi e confronti, però, la realtà si è rivelata un po’ meno rosea delle premesse: attualmente, del parco ottiche con attacco OM utilizzo quasi solamente il normale 50mm Zuiko OM, anche se produce effetti "da 100mm", perché è tuttora l’unico che mi consente di sfocare lo sfondo, e perché è quello che dà i risultati migliori con i tubi di prolunga.

 

Origine e pronuncia del nome Zuikō

    Il termine giapponese Zuikō (da pronunciarsi Z[u]weeko) ha in realtà ben due significati:

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Origine del termine Zuikō
  • fu inventato, a metà degli anni '30, dal vincitore di un concorso indetto fra i dipendenti Olympus, come abbreviazione del nome Mizuho Kogaku-kenkyujo, il sito di produzione delle ottiche della società (ma l’abbreviazione è… negli ideogrammi scritti in cinese! Prendendo il primo ideogramma fra quelli che formano le prime due parole e riunendoli, si ottiene il termine Zuikō)

  • è anche un’antica parola cinese, che si può rendere con la frase: "luce beneaugurante, che mostra un segno di buon auspicio", di cui una libera traduzione è "luce dorata".

 

Obiettivi per ogni necessità

    L'Olympus aveva (ed ha tuttora) la consuetudine di offrire due linee di obiettivi, una professionale MC (Multi Coated) ed una di più largo consumo (solitamente anche meno luminosa). Per motivi di budget tutti i miei obiettivi originali sono della serie più economica.

    Il Sistema OM offriva ottiche di ogni genere, dagli standard (fisheye, supergrandangolari, grandangolari, normali, medio tele, supertele), gli zoom, quelli specifici per macrofotografia e speciali per microfotografia, ad obiettivi speciali come i decentrabili per la correzione delle linee cadenti nelle fotografie di architettura(*)

(*) Vedere questa pagina web per una descrizione esaustiva dei tipi, la terminologia e le convenzioni adottate dall'Olympus nella fabbricazione, classificazione e marchiatura dei suoi obiettivi Zuiko OM-System. 

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