Obiettivi Sistema OM
(originali Zuiko ed universali con attacco OM)
Nelle pagine seguenti ho inserito i dati e le fotografie dei miei obiettivi del Sistema OM, insieme ad un po' della storia (per quanto mi ricordi) del perché avessi scelto di comprare proprio quelli.
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(Ivan – 27/08/2020)
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Introduzione
Da sempre, uno degli elementi che più caratterizzano le fotocamere reflex è la possibilità di cambiare l’ottica, il che permette di avere, di fatto, tutta un’altra fotocamera, e di moltiplicare così le possibilità espressive a disposizione del fotografo. Le due immagini seguenti, tratte dal catalogo delle ottiche Zuiko degli anni ’70, dimostrano questo concetto:
- la prima mostra quanto cambi il campo inquadrato al variare dell’obiettivo usato, ma senza spostarsi: come si vede, le foto risultanti cambiano drasticamente
- la seconda mostra invece come cambi lo sfondo al variare del campo inquadrato, cioè utilizzando diverse ottiche e spostandosi rispetto al soggetto in modo da mantenerlo praticamente uguale in ogni fotografia: anche qui, l’effetto che si ottiene è visivamente molto differente
Cambio del campo inquadrato al variare dell’obiettivo usato (e quindi dell'angolo di campo) |
Cambio dello sfondo al variare del campo inquadrato |
Questa possibilità mi ha da sempre affascinato, da quando per la prima volta presi in mano la reflex di un amico, e non mi sono smentito: nel corso degli anni ho acquistato svariati obiettivi, cercando di completare il range delle focali a mia disposizione, dai super-grandangolari ed i normali ai teleobiettivi, concludendo con i super-teleobiettivi.
Probabilmente, nella convinzione che questo potesse migliorare la qualità delle mie fotografie, cosa vera solo in parte: sono sempre più convinto che una foto “bella” nasca nella testa del fotografo, e la fotocamera serve solo per materializzarla.Ci sono fotografi eccellenti che usano solamente l’ottica standard…
Una nuova vita (ma con molti limiti)
Con la fine della fotografia analogica, temevo che tutto questo corredo finisse “in soffitta” e restasse totalmente inutilizzato. Fortunatamente, invece, il sistema micro 4:3 permette, tramite un adattatore, di montare ancora queste ottiche, rinunciando ovviamente alle prestazioni moderne che allora non esistevano: l’autofocus e la stabilizzazione (quest’ultima in parte recuperabile, se lo stabilizzatore è nel corpo macchina come nella mia Olympus E-M5 Mk.II).
L'unica vera diversità è… il risultato: a causa della minore dimensione del sensore micro 4:3 rispetto al fotogramma 24x36 (quello che oggi si direbbe "full frame"), l’immagine ottenuta risulta ingrandita rispetto a quanto si sarebbe ottenuto su una macchina analogica, in funzione del rapporto di dimensioni fra i sensori. Nel caso del micro 4:3, questo rapporto vale 1/2, quindi le fotografie ottenute con un 50mm OM-System montato su una fotocamera digitale con lo standard MFT (Micro Four Thirds) risulteranno paragonabili a quelle che si ottenevano con un 100mm. In pratica, anche se non è corretto dirlo, "la focale raddoppia": questo porta ad avere dei teleobiettivi, anche notevoli (50mm => 100, 135mm => 270, 500mm => 1000!), ma… elimina i grandangolari: il mio 24mm Zuiko OM (allora notevole) diventa equivalente ad un 48mm, un banale obiettivo standard (che ho già in dotazione, con autofocus eccetera).
Questo fu il motivo che mi fece orientare verso una fotocamera micro 4:3. Anzi, fu proprio quello che mi convinse a comprare una reflex digitale: la possibilità di non dover ricominciare da zero, ma di partire già con svariate ottiche a disposizione fu la ragione per cui ricominciai ad interessarmi di fotografia "seria" e non solamente da turista. Dopo molte prove, tentativi e confronti, però, la realtà si è rivelata un po’ meno rosea delle premesse: attualmente, del parco ottiche con attacco OM utilizzo quasi solamente il normale 50mm Zuiko OM, anche se produce effetti "da 100mm", perché è tuttora l’unico che mi consente di sfocare lo sfondo, e perché è quello che dà i risultati migliori con i tubi di prolunga.
Origine e pronuncia del nome Zuikō
Il termine giapponese Zuikō (da pronunciarsi Z[u]weeko) ha in realtà ben due significati:
Origine del termine Zuikō |
- fu inventato, a metà degli anni '30, dal vincitore di un concorso indetto fra i dipendenti Olympus, come abbreviazione del nome Mizuho Kogaku-kenkyujo, il sito di produzione delle ottiche della società (ma l’abbreviazione è… negli ideogrammi scritti in cinese! Prendendo il primo ideogramma fra quelli che formano le prime due parole e riunendoli, si ottiene il termine Zuikō)
- è anche un’antica parola cinese, che si può rendere con la frase: "luce beneaugurante, che mostra un segno di buon auspicio", di cui una libera traduzione è "luce dorata".
Obiettivi per ogni necessità
L'Olympus aveva (ed ha tuttora) la consuetudine di offrire due linee di obiettivi, una professionale MC (Multi Coated) ed una di più largo consumo (solitamente anche meno luminosa). Per motivi di budget tutti i miei obiettivi originali sono della serie più economica.
Il Sistema OM offriva ottiche di ogni genere, dagli standard (fisheye, supergrandangolari, grandangolari, normali, medio tele, supertele), gli zoom, quelli specifici per macrofotografia e speciali per microfotografia, ad obiettivi speciali come i decentrabili per la correzione delle linee cadenti nelle fotografie di architettura(*)
(*) Vedere questa pagina web per una descrizione esaustiva dei tipi, la terminologia e le convenzioni adottate dall'Olympus nella fabbricazione, classificazione e marchiatura dei suoi obiettivi Zuiko OM-System.
Tabella e foto riassuntive
La tabella seguente racccoglie i dati significativi di tutti i miei obiettivi di allora. Per ognuno inserisco anche il link alla scheda presente sul sito ALLFOTOLENSES.COM, molto ben fatto e con informazioni di ogni tipo. Peccato solo che non sia attualmente possibile registrarsi.
Obiettivi con attacco Olympus OM | |||||||
marca | Olympus | Olympus | Olympus | Olympus | Olympus | Vivitar | Tamron |
serie | H-Zuiko OM System | G-Zuiko OM System | Zuiko OM System | Zuiko OM System | Zuiko OM System | SP Adaptall-2 | |
modello | AUTO-W | AUTO-W | MC AUTO-W | AUTO-S | AUTO-T | MC | Model 55B |
elementi | 8 | 7 | 7 | 6 | 5 | 12 | 7 |
gruppi | 7 | 7 | 6 | 4 | 4 | 8 | 4 |
focale | 24 mm | 28 mm | 35 mm | 50 mm | 135 mm | 70-210 mm | 500 mm |
apert. max. | f/2.8 | f/3.5 | f/2.8 | f/1.8 | f/3.5 | f/4.5 | f/8 |
tipo | grandangolare | grandangolare | medio grandangolare | standard | medio tele | tele-zoom | catadiottrico |
info | link | link | link | link | link | link | link |
I miei obiettivi Sistema OM (cliccare per la descrizione) |
Zuiko 50mm f/1.8
Lo Zuiko 50mm f/1.8 è l’obiettivo standard con cui la mia OM-1N era equipaggiata al momento dell'acquisto (della focale "normale" erano a catalogo anche altre versioni più performanti, una f/1.4 ed una luminosissima f/1.2, ma erano più costose e non fornite insieme al corpo macchina nella versione "base").
Sicuramente, questo è stato l'obiettivo che ho usato di più, tanto che ne comprai come scorta un secondo esemplare identico verso la metà degli anni ’90, alla fine del periodo analogico nonché del sistema OM, dato che il prezzo si era fortemente abbassato.
Con la sua apertura massima di f/1.8 è tuttora l’ottica più luminosa che possieda, e l’unica (montata su adattatore OM/MFT) che, a tutta apertura, riesca a sfocare visivamente lo sfondo rispetto al soggetto in primo piano, creando un ottimo effetto Bokeh!
Riporto qui le caratteristiche di entrambi gli obiettivi, visto che sono (curiosamente) lievemente diversi dal punto di vista realizzativo:
Volendo aumentare le possibilità espressive delle mie fotografie, iniziai ben presto a desiderare e poi acquistare altri obiettivi, che elenco nelle pagine che seguono in ordine cronologico.
Zuiko 135mm f/3.5
Per sperimentare la possibilità di cambiare le ottiche, volevo iniziare con un teleobiettivo. Scartai le ottiche Zuiko 85mm e 100mm (troppo poco ‘tele’) e 180mm (troppo cara), per cui questo 135mm fu la scelta finale, capace di dare ottime soddisfazioni fornendo un decente ingrandimento ma anche dando la possibilità di scattare ritratti.
Zuiko 28mm f/3.5
Dopo il tele, volevo provare un grandangolare, ovviamente… arrivai al 28mm perché i grandangolari più spinti erano molto più cari, ed il 35mm mi pareva invece troppo "normale". Per motivi di budget scartai la linea professionale MC, ma ricordo che influì anche nella scelta il fatto che, scegliendo questo modllo, tutti i miei obiettivi (50, 135 e questo 28) avrebbero potuto montare gli stessi filtri da 49mm.
Questo obiettivo, comunque, non riuscì mai a farsi apprezzare: mi è sempre sembrato che avesse una dominante giallastra, nonché che fosse troppo poco "wide" rispetto alle mie aspettative.
Tamron SP 500mm f/8.0 (catadiottrico)
Da un lato volevo "esagerare" con un supertele, dall’altro non potevo nemmeno pensare di comprare un "cannone" a lenti, dato il loro costo proibitivo. Avevo quindi già iniziato a pensare alla possibilità di ripiegare su un catadiottrico, decisamente meno ingombrante e costoso (forse 1/3 di un analogo a lenti della stessa focale) anche se un po’ limitato dal diaframma fisso (e piuttosto chiuso: f/8.0).
Quando vidi gli splendidi "ritratti" ravvicinati fatti con questo obiettivo a pettirossi e passeri da un conoscente, dilettante allo sbaraglio, mi convinsi e lo comprai.
Anche se l’obiettivo è di ottima qualità (ed è tuttora come nuovo), in realtà per le mie dotazioni e capacità fu un errore:
- mancando (ovviamente) un qualunque tipo di stabilizzatore, un’ottica così spinta richiede improrogabilmente l’uso di un treppiede, ed anche così è complesso trovare e puntare il soggetto a causa del ristrettissimo angolo di campo (trovare la Luna in un cielo nero, con il 500m, è una faccenda complessa… e basta stringere le viti di fissaggio della testa del cavalletto per vederla sparire a causa dell’effetto dei pur ridotti giochi meccanici sul piccolissimo angolo di campo.
- inserendo il duplicatore 2X, poi, tutti i problemi risultavano moltiplicati per… ben più di 2!
- il diaframma fisso generava spesso foto o troppo chiare o troppo scure, non essendo disponibili sulla meccanica OM-1 tempi intermedi a quelli previsti (c’è voluta la OM-2 per eliminare il problema).
- inoltre, la ghiera di messa a fuoco a fondo scala andava "oltre" l’infinito (probabilmente per permettere l’uso di pellicole ad infrarossi), quindi bisognava centrare con estrema precisione il punto esatto, per non avere risultati sfuocati.
- per la sua stessa natura, un super-teleobiettivo viene utilizzato veramente di rado: direi che, a meno di non essere specializzato in questo tipo di fotografia, non più del 5% delle fotografie richiedono un accessorio così estremo. Personalmente, a parte qualche prova iniziale, ricordo quasi solo di averci fotografato la Luna piena...
Risultato: non sono mai riuscito a ritrarre passeri. Però devo ammttere che usare e armeggiare con questo "mini-telescopio" dava soddisfazione…
Vivitar 45-210mm f/4.5 (zoom macro)
L'ho comprato in tutta fretta (perché "era conveniente") come duty free a Gibilterra nel 1985 in un momento di pausa di un’esercitazione NATO durante il mio servizio militare in Marina, ed altrettanto "di contrabbando" fui in grado di portarlo fuori dall’Arsenale eludendo i controlli doganali (uscii a bordo dell’auto di un ufficiale pilota, che ricordo che aveva messo il suo berretto con i gradi ben in vista sul cruscotto: probabilmente anche lui doveva far uscire qualcosa di nascosto…).
Non è molto luminoso ed è anche un po’ pesante, ma essendo uno zoom si è rivelato piuttosto versatile. Purtroppo, anche se teoricamente è montabile sui nuovi corpi digitali micro 4:3, di fatto è surclassato dallo zoom Lumix 45-200 (autofocus e stabilizzato, non c'è gara...) ed è quindi destinato al totale disarmo.
Zuiko 24mm f/2.8 - Zuiko 35mm f/3.5
Ho usato entrambi ben poco perché li ho comprati (usati: un po’ perché convenienti, un po’ per voglia di completare il panorama di ottiche) proprio alla fine del periodo analogico, oltretutto in una fase personale "di stanca" rispetto alla fotografia.
Credo però che siano entrambi validi obiettivi. Il 24 mm, in particolare, lo avrei voluto comprare fin da subito come grandangolare, ma non me lo potevo permettere e dovetti ripiegare sul 28 mm.
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