OM-1N

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FalseColorIR
Una suggestiva fotografia all'infrarosso a colori (non mia...): presumibilmente è stata ottenuta con un filtro da 665nm, che ha lasciato passare anche la componente rosso-arancio dello spettro visibile

 

Go infrared!

     La fotografia all’infrarosso mi ha sempre attirato ed incuriosito da quando, decenni fa, per la prima volta vidi una stranissima fotografia dai colori irreali, pur trattandosi di un panorama vero: appresi che era stata scattata con una pellicola speciale, sensibile anche alla radiazione infrarossa, e che era quello il motivo dei colori totalmente falsati e così particolari che avevo visto.

     Volevo provarci anch’io, ma scoprii subito che scattare foto del genere non era semplice, né dal punto di vista logistico (le pellicole di quel tipo erano rare, costose e delicate, ed anche trovare chi fosse in grado di svilupparle non era facile) che da quello tecnico (l’esposimetro era tarato per la luce visibile e non era più affidabile, praticamente bisognava andare per tentativi), così finii per abbandonare l’idea e dimenticarmene.

 

"Galeotto fu il seminario e chi lo tenne..."

     Questo oblio è durato sino a non molti giorni fa, quando un ex compagno di università, che ora si diverte con ottimi risultati sia con l’astrofotografia che con la caccia fotografica mi ha invitato ad una conferenza online sulle tecniche ed i mezzi necessari per come fotografare le stelle a livello amatoriale. Ho subito aderito, sia perché non essendo necessario muoversi da casa era molto comodo parteciparvi, sia per curiosità, dato che per me quello delle foto alle stelle, a parte qualche foto alla Luna piena, è un genere fotografico del tutto sconosciuto e volevo capirne le caratteristiche.

M 16   IRcomparison
Due foto di M 16 (Nebulosa Aquila): la prima ripresa con una reflex standard, la seconda con una specificamente modificata per l'uso astrofotografico. La differenza è notevole

     Durante la presentazione, fra i tanti accessori più o meno indispensabili per realizzare foto astronomiche "serie"(1), è ricomparso il tema dell’infrarosso: è stato spiegato che quello che i sensori delle normali reflex digitali riescono a cogliere, infatti, è la luce visibile, mentre i corpi celesti emettono molta energia (e quindi "colori", anche se non è del tutto corretto chiamarli così) anche all'infrarosso. Per fare foto molto più interessanti sorge quindi la tentazione di come riuscire a far registrare al sensore queste radiazioni, problema che ha due soluzioni radicali, entrambe costose: comprare una reflex dedicata all'astrofotografia (e ce ne sono pochissime), o farne modificare una "normale", con una delicata ed irreversibile operazione sul sensore ed altre parti correlate, al termine della quale la macchina potrà fare solo più fotografie IR.

     Tutto questo mi ha molto incuriosito, sia per quanto riguarda la modifica sia per le possibili alternative (meno invasive o per nulla irreversibili), come ad esempio l'uso di filtri da anteporre all'obiettivo o la simulazione dell'effetto IR mediante post-processing. Da qui in poi sono andato avanti da solo, facendo qualche ricerca in rete. Ho scoperto che ci sono decine di siti che trattano l'argomento, soffermandosi chi su un punto, chi su un altro, oppure fornendo una panoramica di tutte le possibilità. Fra questi, specialmente per la parte che riguarda le tecniche di simulazione dell'effetto IR, alcuni sono tutorial video, relativamente semplici da capire ed imitare.

     Però ho anche visto cosa vuol dire far convertire(2) una fotocamera in termini di risultati e di costi (circa 275 US$ per i laboratori USA), ed ho guardato se anche in Italia fosse possibile: naturalmente sì, ed a costi non dissimili. Così… mi si è risvegliato quel desiderio degli anni ’80, da allora sempre rimasto nel cassetto, visto che questa volta la cosa sembra realmente fattibile.

(1) da qui ho capito che purtroppo, come già per l'infrarosso, le difficoltà, i costi, le apparecchiature ed i requisiti necessari sono tanti e talmente diversi dalla fotografia tradizionale che ragionevolmente non penso andrò molto in là con esperimenti di qualunque tipo in questo campo, esclusa forse qualche prova di foto al cielo stellato…

(2) scrivo “far convertire” perché la conversione è un’operazione complessa e delicata, che dò per scontato di non provare a fare personalmente ma che vada affidata ad un laboratorio professionale

 

Cosa convertire?

GH1 originale
La mia Panasonic Lumix DMC-GH1 con in vista il sensore non ancora modificato: il riflesso violaceo è appunto dato dalla presenza del filtro IRcut

     In questo momento ho 3 fotocamere: una compatta, molto ben fatta e che dà buoni risultati, ma che in pratica non uso più, e due corpi macchina micro4:3 (a tutti gli effetti, due reflex). Uno è nuovo e non vado certo a toccarlo, l’altro ufficialmente è diventato "di scorta", ma anche questo non lo uso più.

     Sia la compatta che la reflex sono convertibili, a costi diversi: per la compatta mi hanno chiesto 150€ (più le spese di trasporto, il laboratorio sarebbe a Verona), per la reflex 190€ (sempre più le spese, che sarebbero uguali). Però:

  • la compatta funziona perfettamente ed è un reale alternativa (meno ingombrante) alle reflex, non ci si possono applicare filtri esterni e non gestisce i file RAW (ritenuti "essenziali" nella fotografia IR)

  • la reflex funziona, sì, ma è obsoleta e un "doppione" della nuova. E naturalmente non ha i limiti della piccola, né per i filtri né per il formato RAW

     Tutto sommato, quindi, anche se inizialmente mi ero interessato per la compatta, mi sono detto che facendo invece convertire la reflex le ridarei nuova "vita" e di fatto non sarebbe più soltanto un doppione…

 

...e adesso?

     Morale: lo scorso sabato 10 Maggio ho ordinato la conversione della reflex, che già lunedì 12 è partita per Verona, ed ora sto ansiosamente aspettando che me la restituiscano… nel frattempo ho preparato una checklist di collaudi e prove di funzionalità (sia della conversione che degli obiettivi(3) e del processing), sto continuando ad interessarmi all’argomento IR guardandomi i (tanti) tutorial e facendo pratica con il postprocessing (che serve non solo per generare un finto "effetto IR" partendo da foto normali, ma anche per elaborare i risultati ottenuti dalle vere fotografie all’infrarosso fatte con fotocamere convertite). Qui di seguito pubblico un paio dei miei primi tentativi decenti, con il confronto fra SX (foto normale) e DX (dopo l'elaborazione: effetto IR simulato)

 (3) purtroppo ci sono obiettivi, anche validi, che all'infrarosso possono generare degli "hot spots" (macchie chiare sull'immagine, dovute a riflessioni multiple fra le lenti): uno dei test dovrà proprio verificare il comportamento dei miei in questa banda

 

Simulazione di fotografie all'infrarosso  
 Fotografie originali Immagini elaborate 
Roggia RoggiaIR
Una roggia al limite di un filare di pioppi (Parco del Ticinello, MI)
  

Trotter

TrotterIR
Un fitto gruppo di alberi all'interno del Trotter, parco urbano di Milano
  

 

     E nell’attesa, anche per ripassare io stesso, ho preparato un mio tutorial sull’argomento IR, che inizio comunque a pubblicare, anche se un capitolo (proprio il postprocessing delle foto IR autentiche) è ancora vuoto…

 


IvanEditor

 

      (Ivan – 17/05/2021)


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