OM-1N

100-300

Foveon heading

      (aggiornamento del 26/07/2021) {jcomments on} 




     Oplà! Ho appena ordinato… una nuova fotocamera. Come, un'altra? E perché? Ecco… visto che per vari motivi ho dovuto saltare le ferie, avevo deciso di "consolarmi" con un qualche gadget. Dalle varie idee iniziali ho escluso le più strambe e "capricciose" e sono rimasto con le due opzioni più serie e concrete (ed entrambe fotografiche, guarda caso):

  • da una parte, un obiettivo macro (ottimo complemento del mio corredo Olympus, ma dopotutto non così stuzzicante, anche se non ne ho mai posseduto uno)

  • dall'altra, l'affascinante e molto poco diffusa fotocamera qui sopra, con pregi (e difetti) molto particolari, che alla fine ho deciso di scegliere e sono ora curiosissimo di provare

Riassumo la storia, visto che è un po' lunga…


Il Foveon, questo sconosciuto

sigma quattro foveon sensor vs bayer
Confronto fra le architetture dei sensori Foveon X3 (a Sx) e Bayer (a Dx)

    Anni fa mi trovai per caso a discutere di fotografia con un collega di un altro reparto, che conoscevo molto poco. Oltre a varie opinioni ed argomenti che ho dimenticato, rimasi colpito da una sua frase: "Per comprarmi una fotocamera aspetto il giorno in cui verrà messa in commercio una digitale con il sensore Foveon". Sensore Foveon? Mai sentito prima!

    La cosa mi incuriosì, e scoprii che era il nome di una piccola società che deteneva il brevetto dell'omonimo sensore fotografico digitale, totalmente diverso da tutti gli altri sul mercato, che sono tutti basati sulla stessa architettura (cioè quella, nota come sistema Bayer, in cui ogni pixel è costituito da tre microcelle affiancate, ognuna sensibile soltanto ad uno dei tre colori fondamentali: Red, Green, Blue)(1). Il Foveon, invece, ha ogni pixel costituito da tre microcelle sovrapposte, anch'esse sensibili ognuna ad un solo colore (riproducendo così in digitale la struttura delle pellicole a colori, che avevano le emulsioni fotosensibili disposte proprio a strati sovrapposti). Questa diversa struttura, sulla carta, permette prestazioni di qualità (definizione e fedeltà dei colori) molto maggiore del Bayer.

(1) in realtà esiste anche un terzo tipo di sensore, l'X-Trans utilizzato soltanto nelle fotocamere Fujifilm Serie X, che però non è altro che un sensore Bayer "ottimizzato" disponendo i fotositi in modo pseudo-casuale per evitare l'indesiderato effetto moiré che può risultare fotografando soggetti ad elevata ripetitività spaziale (tipicamente, l'erba)

 

Rieccolo (ma ora non è più solo un concetto teorico!)

    Poi, per anni, non ne ho più sentito parlare, finché non ho visto citare il Foveon in un video di YouTube, in cui si confrontavano due fotocamere Sigma equipaggiate proprio con un sensore di questo tipo, e se ne parlava molto bene. Una breve ricerca in rete mi ha aggiornato sulle novità: nel frattempo la Foveon è stata acquisita da Sigma, un produttore giapponese di ottima qualità noto per i suoi obiettivi universali, che è così diventato l'unico a produrre e vendere fotocamere con questo sensore "diverso". Poi, proseguendo la mia ricerca, ho scoperto parecchie altre cosette molto interessanti:

  • il Foveon, almeno a vedere le foto che produce (ecco un esempio della sua definizione, impressionante!), è realmente straordinario quanto a dettagli e colori

  • molti appassionati perfezionisti attendono da anni, quasi come un Messia…(2), l'arrivo sul mercato di un sensore Foveon in formato full-frame (quelli in commercio sono a standard APS-C, con una superficie pari alla metà di quella del F.F.)(3)

  • la Sigma produce due linee principali di fotocamere con questo sensore: la costosa mirrorless SD quattro ad ottiche intercambiabili(4), e la serie di "compatte" DPx quattro (DP0, 1, 2, 3): sostanzialmente sempre la stessa macchina ma equipaggiata con 4 diverse ottiche fisse, che vanno dal formato supergrandangolare (equivalente a 21mm in formato 35) della DP0, al grandangolare della DP1 (28mm eq.), fino al normale della DP2 (45mm eq.) per concludere con un medio-tele da ritratto (75mm eq.). 

(2)  mi chiedo se fra questi non ci sia anche quel mio (oramai ex) collega, che non ho più rivisto… 

(3) questi appassionati… attendono ancora: la Sigma, che aveva già annunciato l'arrivo di una fotocamera dotata di un Foveon full-frame, ha fatto marcia indietro pochi mesi fa, a causa di gravi problemi di riproducibilità in serie del sensore, dichiarando di aver azzerato l'intero progetto ed essere ripartita da zero!

(4) "quattro" (in italiano anche nell'originale) sta ad indicare che tutte queste fotocamere sono equipaggiate con la versione più recente ed avanzata del Foveon, la X3 quattro, che differisce dalle precedenti in quanto lo strato superiore (blu) ha un numero di fotorecettori quattro volte superiore a quelli sottostanti. Questa nuova distribuzione, secondo Sigma, dovrebbe dare una maggior risoluzione, mentre il mantenere gli strati verde e rosso alla (relativamente) minore densità già disponibile in precedenza dovrebbe velocizzare l’elaborazione dell’immagine, e soprattutto migliorare le prestazioni del Foveon relativamente al rumore ad alti valori di sensibilità (high ISO), noto punto debole di questo sensore.

 

Ok, voglio una Sigma DP quattro... sì, ma quale?

    Così, visto anche il rilassamento estivo delle attività lavorative, inizio ad interessarmi seriamente alla "compatta" DPx quattro(5). Una fotocamera ben strana, però, decisamente "fuori dal coro" per vari motivi:

  • la curiosa scelta di vendere 4 macchine diverse anziché un unico corpo con ottiche intercambiabili (ma sono classificate come "compatte", anche se di tascabile hanno poco a causa dell'ottica, ingombrante e non retrattile né rimovibile)

  • l'eccellente qualità dell'immagine (equivalente a 39 MP!), che è stata paragonata a quella delle ormai rare fotocamere medio formato, che solitamente costano… a partire da cinque volte tanto! Anche i quattro modelli DP sono piuttosto cari, comunque (dai 750 ai 1.000 €, a seconda del modello e del venditore), anche se 2-3 volte meno della SD

  • la curiosa la forma del corpo macchina, con una presa "rovesciata" che è praticamente unica, dal design "essenziale" (tutto nero, con pochi tasti e l'aspetto squadrato, quasi spartano)

  • infine, ho anche notato ed apprezzato che le DP quattro hanno una modalità di funzionamento dedicata al B/N, un genere che non ho mai potuto praticare ai tempi della pellicola, ma che mi attira parecchio per le sue potenzialità espressive (ecco alcuni esempi eccellenti, scattati con la "sorella" DP2).

(5) la SD l'ho immediatamente esclusa, sia per il prezzo che per essere di fatto un doppione delle mie mirrorless, per di più incompatibile con loro 

 

    In generale, questi apparecchi sono considerati un po' obsoleti (sono usciti intorno al 2015), un po' scomodi (si impugnano bene solo con due mani), con un'interfaccia grafica non al passo con i tempi, un autofocus lento... ma con un fenomenale asso nella manica, costituito dal sensore Foveon che fornisce una stupefacente qualità d'immagine. In una recensione risalente al momento della sua uscita sul mercato, la DP1 quattro è stata definita così:
 

Potremmo definirla, in poche parole, un’eccellente fotocamera per fotografi paesaggisti che vogliono scattare foto di ottima qualità alla minima sensibilità, magari usando la fotocamera sul cavalletto, meditando sullo scatto, non avendo alcuna urgenza di scattare in sequenza e che, ovviamente, si facciano bastare l’unica focale disponibile.

     Ecco, dato che in questa definizione mi ci ritrovo parecchio, penso che saprò apprezzarla... la voglio!

 

Sigma DP1 quattro
Sigma DP1 quattro Sigma DP1 quattro   side Sigma DP1 quattro   backside
Vista frontale: design essenziale Viste laterali: spicca l'originalità della forma

  

 

comparazione panorami
Confronto fra le fotocomposizioni ottenute da 3 fotogrammi scattati con il 28mm (simulazione DP1) e con il 45mm (simulazione DP2) 

Test di simulazione

    Il problema, però, è un altro: ammesso che me ne compri una, sarà... una sola, appunto, quindi non voglio sbagliare ottica. O meglio, non voglio dovermi pentire di quella che avrò scelto, dato che è fissa.

    Inizio la scrematura scartando immediatamente la DP3 con l'equivalente 75mm, che non mi pare una focale adatta a valorizzare fotografie ultradefinite, né così ideale per i tipi di foto che faccio abitualmente io; la stessa sorte tocca alla DP0 (21mm eq.): anche se immagino che a volte un supergrandangolare possa dare risultati strabilianti, la focale è così estrema che, dovendone scegliere una sola, non sono sicuro possa essere sempre la più adatta.

    Restano quindi DP1 (28mm) e DP2 (45mm), e per sceglierne una con un criterio che non sia né emotivo né improvvisato organizzo allora i tre diversi tipi di prove descritti qui sotto:

 

Titolo test Descrizione Dettaglio Esito
Simulazione
fotografica
fotografie scattate con le 4 focali corrispondenti dato che tutte queste focali le posso vedere all'opera simulandone l'uso con le mie ottiche, faccio qualche scatto di prova per ognuna di queste: in esterni e in casa dal test non è risultato nulla di decisamente a favore di una data focale
Simulazione
di utilizzo
(handling)
solo pratica di handling e focalizzazione delle ottiche simulo l'uso delle due papabili DP1 e DP2 facendo prove di inquadratura con le mie due reflex analogiche OM equipaggiate con 28 e 50mm per vedere dove mi trovo ltano meglio forse l'utilizzo del 28mm è più stimolante e creativo
Simulazione di
fotocomposizione
(stitching)
stitching di fotogrammi adiacenti di
un panorama
fondo con Photomerge (l'utility di Photoshop per la fotocomposizione) 3 immagini parzialmente sovrapposte per creare una tipica "panoramica" nei due casi: 28 e 45mm entrambi risultano ok, anche quello con gli scatti della focale wide che temevo non fosse così adatta. Anzi, il risultato sembra addirittura migliore!

 

     Il risultato, che inizialmente vedeva prevalere la DP2 con il 45mm, si è spostato prima verso la parità, per poi girare in favore della DP1 quando ho constatato che anche con il 28mm le fotocomposizioni erano non solo possibili ma forse addirittura migliori: a questo punto ho scelto proprio la DP1, ed era soltanto più questione di dove ordinarla.

 

 

L'ultimo passo

    Eccolo: è l'acquisto vero e proprio, passo indispensabile ma che non trovo mai particolarmente interessante: il solito giro dei siti di vendita online per valutare, oltre che il prezzo, l'affidabilità del venditore e la disponibilità dell'apparecchio. Proprio quest'ultimo fattore ha escluso non pochi dei siti più grandi (niente da stupirsi: non è né una novità né è destinata alle masse). Alla fine ho scelto Photospecialist, un sito olandese che, ad uno dei prezzi più bassi in rete offre anche, oltre alla fotocamera, il mirino aggiuntivo LVF-01 che, da solo, costa più di 200€. Forse non lo avrei mai comprato, ma se è compreso, perché no?

   Per farla brevissima, l'ho ordinata e dovrebbe arrivare già domani, 25 Agosto. Speriamo bene... intanto me la studio!

 

 

Caratteristiche principali della Sigma DP1 quattro

 

sensore Foveon X3 quattro APS-C CMOS - (dimensioni 23,5×15,7mm, pari a 370 mm2)(6)
risoluzione 29,8 Mp (equivalente ad un sensore convenzionale Bayer da a 39 Mp)
ottica
  • obiettivo fisso Sigma 19mm f/2.8 (equivalente a 28mm in formato 35)
  • messa a fuoco: autofocus/manuale - range massimo limitabile
  • distanza minima di messa a fuoco: 20cm
display LCD da 3", 921K punti
mirino non presente - l'accessorio LVF-01 (compreso nel prezzo dell'offerta) converte l'LCD in mirino ottico
modalità di scatto P/A/S/M (programma, priorità di diaframmi, priorità di tempi, manuale) 
formato immagini  RAW (con compressione lossless a 14 bit) - DNG (12 bit) - JPEG
sensibilità 100 - 6400 ISO
supporto di memoria scheda SD, SDXC
costruzione corpo in lega di magnesio (peso circa 450g) 
particolarità livella elettronica a doppio asse, svariati modi colore, modalità speciale per il B/N
RAW postprocessing solo mediante il tool (gratuito) Sigma Photo Pro

 

(6) per un confronto puramente dimensionale, il sensore del sistema micro 4:3 (usato dalle mie Lumix
     ed Olympus) misura invece 17,3x13mm (pari a 225 mm2, solo il 60% del Foveon)

 

 

 Il sensore Foveon X3 quattro

quattro solution image new
La nuova architettura introdotta con il sensore Foveon X3 quattro (rapporto celle R,G,B = 1:1:4) rispetto a quella della generazione precedente

     La Sigma DP1 quattro ha il suo "asso nella manica" del sensore Foveon, la cui variante quattro indica un’evoluzione del precedente Foveon X3 ed è contraddistinta dal rapporto 1:1:4 nel numero di pixel per i canali rispettivamente del Rosso, Verde e Blu. Lo strato superiore cattura luminosità ed informazioni sul colore Blu, mentre gli ultimi due strati acquisiscono solo le informazioni sui colori Rosso e Verde. Questo schema migliora i problemi relativi alle basse luci e restituisce una fedeltà cromatica più alta del precedente sensore "non quattro". I suoi punti di forza sono:

  • resa dei colori: grazie all'allineamento dei fotositi per ogni pixel, che non rendono necessari i sistemi di interpolazione e gli altri accorgimenti necessari sui sistemi Bayer, il peso dei relativi errori di calcolo viene eliminato, e con essi gli artefatti indesiderati

  • risoluzione: anche se il sensore ha un numero di pixel pari a 29,8Mp, dati da 20Mp (strato blu + luminosità) + 2 x 4,9Mp (strati rosso e verde), è paragonabile ad un sensore Bayer da ben 39Mp (i precedenti Foveon erano invece da 15Mp, equivalenti a 30Mp Bayer)

 

Aggiornamento del 26/08/2021

     La DP1 è arrivata ieri alle 09:15, addirittura in anticipo rispetto alle previsioni di UPS, che dicevano "in consegna dalle 11:00 alle 15:30". Tutto ok.

 

La cerimonia di "unpacking"

     Ho visto che ultimamente è di moda festeggiare e addirittura recensire l'arrivo di un acquisto atteso (strumenti musicali, cellulari, macchine e obiettivi fotografici ecc.) con una rassegna di fotografie o un video commentato, chiamato unpacking (cioè "spacchettamento", ma evidentemente in inglese fa più figo…), quindi questa volta ci provo anch'io, ecco alcune foto del "lieto evento":

 


Unpacking the Sigma dp1 quattro – LCD view finder kit

1) first box 2) the kit 3) inner boxes
Si apre il primo scatolone...
Ecco il primo livello: il "kit dp1"
 Ecco il secondo: dp1 e LVF-01
         
4) main parts 5) batteries cables strap 6) dp1 wrapped
 I componenti principali La scatola con caricabatteria, cavi (AC e USB), batterie e tracolla Ecco finalmente emergere la dp1, ancora "cellofanata"
         
7) documents 8) LVF wrapped & bag 9) kit mounted
Il raccoglitore con i documenti: manuale e garanzie  Emerge anche il viewfinder LVF-01 con la sua borsetta in velluto Ed ecco l'ingombrante "kit" montato per la prima volta!

 

 

Primissime impressioni

    Le sparo "ad istinto", senza averci pensato su. Magari poi per qualcuna cambierò opinione, non so, Eccole:

  • packaging ed imballo sono molto accurati, si vede che è un prodotto non proprio "consumer"

  • il nome "ufficiale" (è stampato sulla scatola…) è dp1 scritto minuscolo, non DP1 come credevo finora

  • quello che ho comprato non è la fotocamera più, separatamente, l’accessorio che trasforma l’LCD in un mirino, ma proprio un “bundle” che li comprende entrambi: sta tutto in un'unica grossa scatola che, come in un gioco di scatole (appunto…) cinesi, ne contiene altre, poi altre ancora… con scritto "dp1 quattro – LCD view finder kit"

  • …alla faccia della "compatta"! Già la scatola pesa parecchio, e, una volta arrivato a sfasciare la dp1 e prenderla in mano, il peso si fa notare ancora meglio: infatti lo chassis è in metallo (lega di magnesio) e si sente! Inoltre, non è affatto “piccola”: in una recensione avevo letto “grande come un iPhone6” …manco per niente! Affiancandole il mio iPhone8 (che ha le stesse dimensioni del 6), il corpo della fotocamera è effettivamente molto simile (ma quasi 3 volte più spesso), ma poi “avanzano” ancora sia il corposo blocco dell’impugnatura sia soprattutto il barilotto dell’ottica, che non ha proprio nulla di “compatto”: è grande come un obiettivo per reflex! Decisamente, in una tasca non ci starà mai!

  • a veder saltare fuori dalle scatole ad ammucchiarsi sul letto tutte queste parti (macchina, caricabatterie, due batterie, cavi di alimentazione ed USB, accessorio viewfinder con borsetta, e parecchia carta, fra istruzioni e garanzie) inizio proprio a pensare che ci sarà da studiare!

 

Prima accensione

     Dopo aver caricato le batterie, in una pausa dal lavoro (in regime di smart working, mi basta girare la testa e... torno a casa), ne inserisco una ed accendo la dp1: come immaginavo, tutto un mondo di nuove icone va a popolare i bordi dell'LCD. Fortunatamente parecchie sono già familiari. In pochi minuti configuro data&ora ed inserisco il mio nome nei campi "Autore" e "Copyright" che finiranno nei dati Exif di tutte le fotografie scattate con questa macchina, poi finalmente mi giro verso la finestra, inquadro e scatto… qualche bip-bip (che eliminerò), poi noto che il LED indicante la scrittura su SD resta a lampeggiare veramente a lungo. Ma non mi stupisce poi granché: ogni foto in formato X3F (il RAW delle Sigma) è oltre i 50MB, mentre ogni JPEG è oltre i 10MB. Totale, circa 60MB da salvare per ogni foto scattata!

     Comunque, dal solo visore LCD non si nota nient'altro che… funziona: per vedere la tanto attesa superdefinizione delle foto scattate con il Foveon dovrò aspettare di scaricarle sul computer.

 

Il viewfinder

     In un altro momento libero provo a montare il viewfinder LVF-01, che comprando questo kit ho avuto quasi gratis: raramente ho visto un accessorio così brutto (montato, rende parecchio sgraziata la già "particolare" linea della dp1) ma così ben fatto! Una volta fissato al corpo macchina tramite l'attacco per il cavalletto, quasi tutto il solido blocco di plastica rigida di cui è formato si può rapidamente mettere e togliere facendolo scivolare su una rotaia. Resta solo il telaio che incornicia il display avvitato, che quasi non si vede (nero e sottile su nero spesso…).

visore dia
Un vecchio visore per diapositive, la cosa più vicina alla Sigma dp1 quattro con il viewfinder montato!

     Il materiale con cui è costruito è una plastica solidissima, ma quello che mi colpisce di più è l'oculare, che ruota per regolarne ll'ingrandimento in modo perfetto, scorrendo senza intoppi e con la giusta resistenza come quello di un binocolo di ottima marca, con le tacche di regolazione incise in modo ineccepibile ed il coperchio di chiusura assicurato con un laccetto!

dp1 vs OM-D
La mirrorless "tradizionale" Olympus E-M5 Mk.II (a destra) a confronto con la Sigma dp1 quattro (a sinistra): un vero alieno!

     Poi provo ad usarlo: sostanzialmente è un semplice sistema di proiezione che, attraverso una lente regolabile puntata sullo schermo LCD, lo trasforma in un mirino elettronico da usarsi in condizioni di forte luminosità ambientale. Solo che questo…. è un mirinone, mai visto uno così grande se non nelle medio formato! Prima di guardarci dentro, però, devo togliere il tappo dell'oculare: questo è così duro da estrarre che temo ci sia un altro metodo nascosto per levarlo, tanto che penso si possa rompere, tirando a quel modo! Invece è "solo" fermamente inserito a pressione e ad un certo punto si stacca, quindi posso finalmente provare il viewfinder: oculare in gomma e lente diottrica sono enormi, rispetto a quelle delle SLR o mirrorless, forse più del doppio!

     Il display è luminoso, anche se ne ho visti di più dettagliati(7), e le generosissime dimensioni fanno sì che, anche regolando bene l'ingrandimento della lente dell'oculare, non tutte le icone risultino perfettamente a fuoco (ma questo potrebbe anche essere dovuto al mio astigmatismo). Capisco comunque chi ha detto che le queste fotocamere sono fatte per chi non ha fretta: con il viewfinder montato, la dp1 è decisamente voluminosa ed ingombrante, o quantomeno ben diversa dal look di ogni altra fotocamera che io abbia mai preso in mano! Mi pare di avere in mano un visore per diapositive (un aggeggio oramai "fossile" di cui non esiste un equivalente digitale), solo molto più grande!

(7) l'uscita sul mercato della serie dp quattro risale al 2016, all'incirca, e probabilmente era equipaggiata con un display LCD più o meno allineato allo "stato dell'arte" di questi componenti in quel periodo. Negli ultimi anni, invece, la risoluzione di questi display ha fatto un balzo in avanti, rendendo "vecchi" tutti quelli precedenti: il viewfinder della mia Lumix GH1 del 2009, ad esempio, sembra un giocattolo rispetto a quello del'E-M5 Mk.II del 2015!

 

Le (prime) foto, finalmente!

     Dopo aver collegato la dp1 al mac con il cavo USB, copio i files di immagine (ben grandi, appunto: 50+ MB i RAW, 11+ MB i JPEG!), e lancio Sigma Photo Pro, il software fotografico dedicato al Foveon, nonché l'unico che gestisca il formato X3F, questo tipo di RAW. Un po' di clic per arrivare al primo file X3F, perché l'interfaccia non mi è ancora familiare, poi… il botto: si apre un file gigantesco e coloratissimo, con un dettaglio che… non avevo ancora sperimentato. Cominciamo bene! Però noto anche (come avevo già letto in rete) che operare su questi file enormi è lento: l'effetto di un clic si fa attendere per parecchi secondi, non c'ero più abituato dai primi modelli di PC, quasi 30 anni fa!

 

Risultato ...e confronti

 

     Ecco come si presenta la conversione di quel file in formato JPEG, eseguita dalla dp1 stessa, senza alcuna elaborazione da parte mia: è un file di 5424x3614 pixel (20MP), di 10,14 MB:
 

SDIM0001
Il file SDIM0001.JPG, la prima foto (notare lo 0001...) scattata dalla mia nuovissima Sigma dp1 quattro

 

     E qui sotto, invece, un ritaglio ("crop") della stessa immagine in scala 1:1. Il dettaglio è incredibile, se si pensa che deriva da una foto scattata con l'equivalente di un 28mm, e le "case di ringhiera" gialline al centro di questo ritaglio sono a circa 120m di distanza dalla mia finestra!

 

SDIM0001-crop 100%
Ingrandimento in scala 1:1 del precedente file SDIM0001.JPG: da notare la fedeltà sia nei dettagli che nei colori!

 

 

 Confronti

...inevitabili, avendone la possibilità! Lo specchietto qui sotto riporta i dati riassuntivi delle tre fotografie che metto a confronto(8), scattate tutte dallo stesso punto ed allo stesso soggetto (anche se non nello stesso istante...). Di quella della dp1 (foto 1) ho già parlato qui sopra, le altre le ho scattate con la mia miglior fotocamera ed il miglior obiettivo. L'ultima, in particolare, sfrutta una particolare modalità delle fotocamere OM-D, lo "scatto ad alta risoluzione", che ricava un'immagine da 40 MP elaborata a partire da una serie di 4 immagini lievissimamente differenti, ottenute con impercettibili spostamenti del sensore realizzati sfruttando i micromotori del sistema di stabilizzazione immagine interno al corpo macchina.

(8) in tutti i 3 casi non è stato applicato alcun tipo di postprocessing alle immagini

 

foto file L H MB fotocamera obiettivo focale eq. modo scatto MPx
1 SDIM0001.JPG  5.474     3.616     10,14    Sigma dp1 quattro Sigma 19mm f/2.8 28mm standard a mano libera 20
2 IVAN0045.JPG  4.608     3.456     9,10    Olympus E-M5 Mk.II M.Zuiko 12-45mm f/4 PRO 28mm standard a mano libera 16
3 IVAN0046.JPG  7.296     5.472     17,46    Olympus E-M5 Mk.II M.Zuiko 12-45mm f/4 PRO 28mm hi-res su treppiede 40

 

Foto 2 - scatto a mano libera con la E-M5 Mk.II
 

IVAN0045
Foto 2 - normale scatto a mano libera con la E-M5 Mk.II, con lo zoom impostato
sulla stessa focale equivalente delll'obiettivo della dp1 quattro

 

     Qui sotto il ritaglio della stessa Foto 2 in scala 1:1.

 

IVAN0045-crop 100%
Ingrandimento in scala 1:1 della precedente foto 2

 

 

Foto 3 - scatto "hi res" su treppiede con la E-M5 Mk.II
 

IVAN0046
Foto 3 - lo speciale scatto "ad alta risoluzione" della E-M5 Mk.II, nelle stesse condizioni della precedente Foto 2
ma con la macchina su treppiede (condizione indispensabile usando la E-M5 Mk.II)

 

     Qui sotto il ritaglio della stessa Foto 3 in scala 1:1.

 

IVAN0046-crop 100%
Ingrandimento in scala 1:1 della precedente foto 3

 

 

Gran finale: sfida a tre!

    Intanto, ecco i tre risultati a confronto diretto, poi verrà il mio giudizio...
 

final comparison
Confronto diretto fra gli ingrandimenti in scala 1:1 delle 3 foto precedenti
(le diverse dimensioni sono dovute alle diverse risoluzioni di partenza, rispettivamente 20, 16 e 40 MPx

 

 

Il mio giudizio personale

    Anche se le tre foto non sono radicalmente diverse (e non sono state scattate nello stesso momento della giornata), qualche idea me la sono fatta:

  • il Foveon è ...diverso: definitissimo e con colori particolarmente vividi (ma la scomoda dp1 quattro nasce praticamente solo per questo!)

  • lo scatto standard dell'Olympus, anche se visibilmente un po' inferiore, tutto sommato si difende bene per essere "solo" a 16 MPx (in più la macchina è estremamente versatile e completa)

  • lo scatto hi-res (prestazione proprietaria di Olympus: è "costruito" con interpolazioni sui dati di una sequenza di scatti) è sì dettagliato, ma non inciso come il Sigma, dove l'output del Foveon è invece "nativo". Inoltre i suoi colori sono un po' slavati (e in più richiede necessariamente il treppiede)

Risultato finale: per le foto panoramiche "col botto" dovrei usare la dp1 quattro, per tutto il resto l'Olympus: riuscirò a portarmele sempre dietro entrambe?

 


IvanEditor

 

      (Ivan – 24/08/2021 - aggiornato il 26/08/2021)


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