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 Quando spunta una Leica logo old blu ... 
   

 …non bisogna perdersela! 

 

     Cos'è successo? Mi sono convertito ad uno dei marchi più costosi sul mercato, nonchè incompatibile con tutta l'attrezzatura che ho già? No, assolutamente… è che mi sono imbattuto in una splendida Leica d'epoca, che mi è pure stata prestata, e non ho resistito alla tentazione di provare il fascino di questa impeccabile ed elegantissima fotocamera!

 

Premessa

     Un amico che conosco da sempre (beh, "sempre"… sono almeno 45 anni: bastano?) ha da poco perso il papà, oramai centenario, e parlandomene mi ha raccontato di averne avuto in eredità anche la sua macchina fotografica, una Leica con svariati accessori. Normalmente con lui condivido la passione per la musica e non parliamo quasi mai di fotografia, ma quando ho sentito quel mitico nome ho "drizzato le orecchie" e gli ho chiesto maggiori dettagli, e da qui è iniziato tutto…

 

La curiosa storia di questa Leica

     Il mio amico è di Sanremo, e suo papà lavorava al Casinò. Molti anni prima un signore tedesco, avendo perso letteralmente tutto giocando sconsideratamente alla roulette, aveva urgente necessità di denaro contante per potersene almeno tornare a casa, ed aveva avuto l'idea di vendere l'attrezzatura fotografica che aveva con sé, unica cosa di valore che gli era rimasta a disposizione in un tempo in cui concetti come le carte di credito e l'home banking erano ancora di là da venire. I croupier, sapendo che il papà del mio amico aveva la passione per la fotografia, lo contattarono per sapere se fosse interessato. I due si incontrarono e conclusero l'affare: così la Leica passò di mano ed il suo nuovo proprietario la usò a lungo per le fotografie di famiglia, conservandola con cura fino a lasciarla al figlio.
 

 

Scopro i primi dettagli
 

     Parlandomene (via chat… eravamo ancora in un periodo di semi lockdown, lui era nella sua casa al mare ed io bloccato a Milano), il mio amico mi mandò una prima foto dell'intero corredo, da poco esposto a casa sua, eccolo:

 

WholeLeicaSet

Ecco il mio primo incontro con la Leica If del '55, troneggiante in mezzo ai suoi accessori:

  • unità flash a parabola ripiegabile e relativa staffa
  • set di filtri
  • esposimetro
  • supporto per cavalletto
  • cavo flessibile per scatto remoto
  • temporizzatore ad orologeria
  • borsa in cuoio (qui non inquadrata)

 

     Si vedeva un'elegantissima Leica di molti anni fa con un esotico mirino esterno, circondata di accessori: flash a parabola ripieghevole, esposimetro, filtri… Preso dalla curiosità, mi feci mandare varie foto di dettaglio e da quelle iniziai una veloce ricerca in rete, da cui saltò fuori che quella fotocamera era una Leica If, un raro modello speciale derivato dalla notissima Leica III, dedicato ad utilizzi scientifici (era spesso usata collegandola ai microscopi tramite adattatori). Da una ricerca partendo dal numero di matricola questo esemplare risultò prodotto nel 1955(*)

(*) sul sito camera-forum.com è riportato il 1955 come anno di fabbricazione di questo lotto di matricole, fra cui ricade la 761 526, quella della fotocamera in oggetto:    

SN start SN end Product year built annotation
760 001 762 000 Leica If 1955 camera

 

 

Nasce l'idea di provarla

    Visto il mio interesse e stupito per la quantità di informazioni che gli avevo trovato, il mio amico mi propose di tenerla in prestito per un po' per provarla (colgo l'occasione per tornare a ringraziarlo). Naturalmente accettai subito, ma in realtà più che usare la fotocamera (il che avrebbe significato studiarmi un manuale di più di settant'anni fa e tornare ad usare la pellicola…) in quel momento ero curiosissimo di provarne l'obiettivo, il mitico Leitz Elmar 50mm f/3.5 famoso per le sue qualità ottiche, collegandolo alla mia mirrorless digitale (sapendo che il sistema micro 4:3 permette di montare, tramite l'adattatore opportuno, quasi ogni tipo di obiettivo, ci avevo pensato appena vista la foto della macchina…). Dopo qualche ricerca in rete trovai il tipo di adattatore da usare: doveva avere l'attacco a vite L39 usato dalle Leica di quel periodo. In breve lo ordinai su Amazon, a soli 8€: cinese, naturalmente, ma quella cifra era accettabilissima per una prova così interessante.

    Dopo un bel po' mi arrivò a casa il pacchettino, che conteneva l'adattatore (subito provato: da un lato l'attacco maschio M4:3, funzionante, dall'altro una semplice filettatura a vite, non verificabile finché non avessi a disposizione l'obiettivo) ed una minuscola chiave a brugola, di cui sul momento non capii la funzione: non mi era ancora capitato un adattatore da "regolare". A questo punto mancava solo la Leica, nell'attesa che capitasse un'occasione per incontrare di persona il mio amico.

 

Ho finalmente fra le mani la mitica Leica If

    Quell'occasione è arrivata non molti giorni fa, per motivi legati alla musica: volevo far revisionare la mia chitarra acustica, che avevo comprato usata proprio dal mio amico… quarant'anni fa, forse. Lui è amico di un liutaio e doveva andare a trovarlo per risistemare un suo banjo, quindi ci siamo accordati per andarci insieme. All'appuntamento è arrivato con il banjo… e la Leica, nella sua borsa originale in cuoio, e me l'ha lasciata "per tutta l'estate"!

    Tornato a casa e dimenticata in brevissimo tempo la chitarra (il liutaio ha sentenziato che, essendo un modello economico, ha patito il passare degli anni e le si è deformato l'attacco del manico, ma non vale la spesa di restaurarla) mi sono invece precipitato sulla fotocamera...

 

Leica IF   lens extracted
La Leica If del 1955
(notare le tipiche zigrinature
incrociate incise su tutte le ghiere)
 

Le prime impressioni

    Non avevo mai preso in mano una Leica fino ad ora, sapevo solo che si tratta di una fotocamera esclusiva e costosissima. Ora so perché: rispetto agli altri apparecchi storici che ho in casa e che ho maneggiato (ed anche utilizzato), a favore di questo apparecchio c'è un abisso nella precisione della lavorazione meccanica, nell'aspetto generale e nell'eleganza. Si intuisce subito che faceva parte di una categoria superiore. Forse solo la Rolleiflex riesce a mantenersi quasi alla pari (l'avevo definita "Rolls-Royce della fotografia"... ma non avevo ancora visto questa!).

 

    Ad un primo esame noto che:

  • il particolarissimo mirino intercambiabile (che doveva essere rimpiazzato, in caso di cambio dell'obiettivo, con un modello differente, progettato in accoppiata alla nuova ottica) è di una trasparenza incredibile, ancor più stupefacente se si pensa che ha già 76 anni!

  • ci sono ben due staffe per l'inserimento di accessori: una è occupata dal mirino, l'altra (libera) aveva la funzione di ospitare il sistema opzionale di messa a fuoco. Eh sì, perché questa speciale fotocamera non aveva né esposimetro né telemetro! 

  • tutti i comandi (ghiere, bottoni e leve) sono piuttosto diversi da quelli che ho usato finora (per alcuni dovrò leggere il manuale per capirne le funzioni), e la posizione delle ghiere dei tempi e dei diaframmi è veramente "aliena" per me (in realtà è solo "antica": la Leica III aveva addirittura due ghiere dei tempi, una per quelli "rapidi" ed una per quelli "lenti"...)

  • tutte le ghiere hanno una curiosa zigrinatura incrociata per favorire la presa delle dita, perfettamente incisa nel metallo, che in seguito scoprirò essere un "marchio di fabbrica" Leica

  • il cuoio della borsa è morbidissimo (peccato che, dopo decenni di utilizzo, si stesse rompendo nella giunzione fra la parte frontale ed il resto della custodia, e ne sia stata tentata una grossolana riparazione con un pezzo di scotch bianco che "nun se po' vedè...")

  • e poi c'è l'obiettivo, il famoso Leitz Elmar 50mm f/3.5 (anzi, f = 5 cm  1 : 3.5, come è inciso sul frontale), intercambiabile e collassabile già nel 1930 (l'anno di uscita sul mercato di questo modello), di cui mi colpiscono varie cose: innanzitutto il peso notevole, inaspettato per un obiettivo così piccolo (ben 116g, sarà dato dal vetro ottico usato per le sue lenti? In confronto, il mio Lumix VarioG 14-42mm pesa 179g, ma sarà... almeno 4 volte più grande!), poi le dimensioni ridottissime rispetto ad ogni altro obiettivo che abbia visto finora (ed era destinato a fotocamere con lo stesso formato di pellicola 24x36mm), quindi lo "strano" dispositivo di blocco nella posizione di infinito (che fra non molto mi darà non pochi problemi...)

 

Chimera
La stramba "Chimera temporale" 

L'accoppiamento con la digitale: la nascita di una Chimera

     Ora che, oltre all'adattatore in attesa da tempo, è arrivato anche l'obiettivo, posso finalmente provare a montarlo: prima lo svito dalla Leica, poi lo avvito sull'adattatore, quindi monto il tutto sull'Olympus E-M5 Mk.II. Il risultato è una vera e propria "chimera temporale": fra il progetto del corpo macchina (2017) e quello dell'obiettivo (1930), ci sono quasi 90 anni! Eppure, almeno sulla carta, sono compatibili, anche se devo ammettere che l'aspetto complessivo (obiettivo piccolo, cilindrico e cromato montato su un corpo macchina nero, spigoloso e molto più grande) è piuttosto sgraziato...

 

1 - la prima prova: montaggio e verifica del funzionamento

     Ok, c'è tutto, si parte: montata l'ottica, guardo nel mirino, provo a mettere a fuoco... ed iniziano i problemi:

Leica IF   lens retracted
L'Elmar a riposo, collassato
all'interno del corpo della Leica
 
  • quando non è usato, l'obiettivo è progettato per rientrare nel corpo macchina (una configurazione "pancake" ante litteram) per ridurre gli ingombri della fotocamera. Con l'adattatore, invece, oltre metà corsa non riesco a farlo rientrare perché tocca qualcosa all'interno. Ovviamente non insisto, sia per non provocare danni sia perché questo non influisce sul funzionamento dal punto di vista "fotografico"

  • per utilizzarlo, se si mette a fuoco ad infinito va lasciato così com'è (bloccato dall'apposito tastino), se invece si deve mettere a fuoco più da vicino il blocco dev'essere rilasciato premendo quel tastino, e solo allora si potrà ruotare il barilotto per focheggiare come si fa con qualunque altro obiettivo. Beh, non si può: la flangia dell'adattatore è più larga dell'obiettivo ed è piatta e non c'è lo spazio per abbassare il bottoncino, quindi l'obettivo resta bloccato in posizione di infinito (nella Leica, ovviamente, questo non succede: la flangia è larga esattamente quanto quella dell'obiettivo, e sporge dal corpo macchina di quel tanto necessario perché lo spazio necessario per azionare il tasto ci sia...)

  • infine, anche provando a mettere a fuoco in quella posizione utilizzando l'ingrandimento digitale, mi accorgo che l'immagine non è nitida! Evidentemente c'è qualche misura errata nel dimensionamento dell'adattatore.

Lasciando tutto così com'è, purtroppo, l'Elmar è inutilizzabile, ma non mi va di arrendermi così presto!

 

2 - la modifica (a mano!) dell'adattatore L39–M4/3

adattamento
Il sistema di blocco della messa
a fuoco e, sotto, l'adattatore 
che ho modificato a mano per
permetterne il funzionamento 

    Prima di tutto trovo in rete il manuale e me lo studio. Quindi, avvitando l'obiettivo, constato che va sempre a fermarsi nello stesso punto, quindi faccio in modo che si ponga nella stessa posizione che trovo nella Leica, cioè con il simbolo di infinito nel punto superiore del barilotto: allento le brugole in modo che il pezzo filettato interno (di alluminio) sia libero di ruotare, ci avvito l'obiettivo e lo posiziono come sulla Leica. Quindi fisso la base con le brugole e traccio con un pennarello il punto di sommità, che dovrà coincidere con il trattino "" della serigrafia "L39–M4/3" incisa sulla sommità dell'adattatore.

     A questo modo anche la zona in cui la levetta di sblocco "tocca" risulta sempre nello stesso punto, ed è molto limitata (all'incirca un settore di forse 15°). Quindi rimonto l'obiettivo con la messa a fuoco sbloccata, ed individuo i limiti approssimativi della zona di contatto indesiderato (sotto i due dentini del blocco), che marco con un pennarello per poi limarne via circa 1 mm o poco più (è una procedura per tentativi, che richiede non poco tempo).

    Con un po' di fatica e qualche graffio di troppo sul corpo dell'adattatore (dovuti a colpi di lima scappati…) sono riuscito a creare lo spazio mancante perché il piccolo meccanismo di sblocco della messa a fuoco possa funzionare: ho coperto con un pennarello indelebile nero lo scasso color alluminio vivo, poi ho rimontato l'anello filettato interno in modo che il meccanismo di blocco si collochi nella posizione giusta, quindi ho fissato tutto con le tre brugole. A questo modo, ora l'obiettivo si sblocca perfettamente, proprio come sulla Leica, ed allo stesso modo la posizione di infinito è in alto come nel montaggio originale. Ed anche la parte dell'adattatore che ho ritoccato alla bell'e meglio, dopo la mascheratura con il pennarello nero quasi non si nota più (vedere la foto).

 

3 - l'inatteso risultato

    Sistemato uno dei due problemi, rimane il più grave: la mancata messa a fuoco ad infinito. Pensando che fosse dovuto ad una misura eccessiva, anche se di poco, della lunghezza dell'adattatore, ho tentato di diminuirla un po' con della carta abrasiva, ma poi mi sono fermato perché, da qualche prova improvvisata, non pareva esserci alcun beneficio. Invece, dopo aver sistemato il problema precedente, ho provato "seriamente" (nel senso che l'obiettivo a questo punto era montato correttamente e libero di ruotare) a mettere a fuoco all'infinito, controllando con il magnifier dell'Olympus, e… ci sono riuscito!

    Solo che l'obiettivo non è esattamente nella posizione di infinito, ma poco prima. Questo vale anche per l'oggetto più distante che vedo dalla finestra, il grattacielo della Regione (che da Google risulta a 1.870 m da qui). In pratica, non capisco se la "posizione di infinito" dell'Elmar (quella in cui si blocca la rotazione) serva per oggetti ancora più lontani (proverò con qualche montagna) o sia semplicemente un blocco, mentre nella pratica tutti gli oggetti vengono messi a fuoco prima di raggiungerla. Comunque sono contento, con un solo "lavoro di adattamento" ho risolto due problemi! Ora posso finalmente provare la qualità dell'obiettivo.

 

Test di qualità ed utilizzo

    Inizialmente volevo soltanto provare a fare un test della qualità ottica del Leitz Elmar per verificarne sperimentalmente la fama, ma poi, avendo a disposizione non una fotocamera d'epoca qualsiasi, ma addirittura una Leica tenuta splendidamente, mi è venuto in mente di provare ad usare anche quest'ultima, comprandomi una pellicola e scattando un rullino "come una volta".

 

1 - Resa ottica dell'obiettivo

    Voglio provare ad eseguire dei test comparati di qualità ottica, un po' come ho già fatto per i miei obiettivi, senza  approccio professionale (strumenti di misura ecc.) ma solamente in base ad un giudizio soggettivo. Il paragone che più mi interessa è fra l'Elmar ed il mio (unico...) obiettivo digitale M.Zuiko della serie PRO, di cui ho notato la notevole qualità da quando lo uso. In pratica sarà un confronto fra diverse generazioni, progetti, tecnologie... e persino nazioni produttrici:

Obiettivo Elmar
f = 5 cm  1 : 3.5
M.Zuiko Digital ED
12-45 mm f/4 PRO
Produttore E. Leitz
Wetzlar
Olympus
Corporation
Nazione Germania Giappone
Anno 1930 2017
Tipo ottica fissa zoom
Apertura max. f/3.5 f/4
Apertura min. f/22 f/22
Tecnologia analogica digitale
Messa a fuoco manuale autofocus
Motorizzato no
Dialogo con
fotocamera
no
Impermeabile no
Peso (g) 116 254

 

    Oltre e questi due, aggiungo al confronto un altro obiettivo "storico", il mio Zuiko OM 50 mm f/1.8 degli anni '70, il primo che abbia avuto (e che ogni tanto uso ancora, tramite un adattatore OM-M43). Pur essendo molto diverso dal Leitz, ha la sua stessa focale ed è fisso, per cui è possibile fare un paragone realmente "alla pari". Lo zoom digitale M.Zuiko, invece, si "ferma" a 45mm di focale massima, quindi le immagini che otterrò, pur essendo relativamente simili a quelle degli altri due, non saranno perfettamente comparabili.

 

Le condizioni del test

    Come nei test che ho già fatto qualche mese fa, farò uno scatto con ogni obiettivo allo stesso soggetto (le case di fronte a casa mia), possibilmente con gli stessi parametri di scatto, disabilitando lo stabilizzatore e mettendo la fotocamera su un piccolo treppiede. In particolare imposterò su tutti gli obiettivi il diaframma "intermedio" f/5.6, che dovrebbe fornire la massima nitidezza possibile.

    Poi da ogni immagine ricaverò un crop ("ritaglio") della zona centrale, che salverò senza alcuna forma di processing, ed esaminerò in dimensioni 1:1, cercando di confrontare separatamente colore, contrasto e definizione. Darò un punteggio da una a tre stelle (* - ** ***) per ogni singolo paragone, senza ulteriori spiegazioni: non mi sento in grado di fornire giudizi "professionali", per cui mi limiterò ad indicare una classifica. Infine, dal totale delle stelle che risulteranno per ogni obiettivo deriverò la mia personale "classifica finale".

Note:

  • cliccando su ognuno dei link della tabella 2 (dati dei tre scatti) si può scaricare il file jpeg originale, senza alcuna elaborazione
  • cliccando sulle miniature della tabella 3 (giudizio personale) si visualizzerà invece, per ognuno dei file, la sola zona centrale con
    fattore di ingrandimento 1:1, usata come riferimento per assegnare i punteggi.

 

 

1 - Condizioni di test
Sensibilità ISO 200
White Balance Auto
Otturatore elettronico
Scatto ritardato (12s)
Esposizione A - automatica
a priorità di
 diaframma
Posizionamento fotocamera su treppiede
Stabilizzatore immagine disabilitato
2 - Dati dei tre scatti
Immagine
 originale
(da 16 MPx)
Elmar M.Zuiko Zuiko OM
Obiettivo Elmar 
50 mm f/3.5
M.Zuiko ED
12-45 mm f/4 PRO
Zuiko OM System
50 mm f/1.8
Marca Leitz Olympus Olympus
Anno d'uscita 1930 2019 1970
Messa a fuoco Manuale Auto Manuale
Attacco Vite M39
Leica 
Baionetta
M4/3
Baionetta
Olympus OM 
Adattatore L39-M4/3
adapter
connessione
diretta
OM-M4/3
adapter
Lungh. focale
effettiva
50 mm 45 mm 50 mm
Lungh. focale
equivalente in
formato 35mm
100 mm 90 mm 100 mm
Tempo 1/2500 sec. 1/2500 sec. 1/3200 sec.
Diaframma f/5.6 f/5.6 f/5.6

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3 - Giudizio personale
   Area di
riferimento

 ritaglio 1:1
 della parte
  centrale
1) Leitz Elmar 50 crop100 2) M.Zuiko 12 45 crop100 3) Zuiko OM 50 crop100
Obiettivo Leitz Elmar
50 mm f/3.5
M.Zuiko digital ED
12-45 mm f/4 PRO
Zuiko OM SYSTEM
50 mm f/1.8
Colore ** *** *
Contrasto * *** **
Definizione ** *** *
Votazione
complessiva
5/9 9/9 4/9
Risultato
finale



 

 

Commento

     Beh, dopo tutto è andata come c'era da aspettarsi: mito della Leica a parte, 90 anni di tecnologia in più lasciano il segno: lo zoom digitale M.Zuiko, progettato al computer, oltre che avere un'apertura costante per tutto il range di focali dello zoom ed avere le aberrazioni compensate automaticamente, se usato in accoppiata con le fotocamere Olympus, ha anche una qualità d'immagine visibilmente superiore, sia nel contrasto che nella definizione.

     L'Elmar, comunque, sorprendentemente piccolo, riesce a battere (anche se di misura) lo Zuiko OM, di quarant'anni più giovane...

 

2 - Prova di effettivo utilizzo della fotocamera

T.B.D. (spero di provare nelle ferie di Agosto)

     Inizialmente non volevo fare prove con la fotocamera d'epoca (pigrizia?), ma ho cambiato idea dopo la lettura di questo interessante articolo. Non ho ancora pianificato nei dettagli cosa provare a fotografare, ma sarà interessante sia tornare alla pellicola, che usare comandi a cui non sono più abituato. Ma soprattutto voglio vedere cosa salterà fuori da una fotocamera senza esposimetro né un sistema per valutare la messa a fuoco... per la misura dell'esposizione posso farmi "aiutare" da una seconda fotocamera con parametri simili, dotata di esposimetro, ma per la messa a fuoco non avrò altro che la scala graduata delle distanze!


 

Galleria di immagini della fotocamera e dei suoi accessori

 

00-Whole set   01-Camera-Flash   02-Side view
La Leica If ed i suoi accessori   La Leica collegata al flash   Vista laterale
         
03-Side view - collapsed   04-Side view & filter   05-Top-S-N
L'obiettivo ritratto nel corpo macchina   La Leica con un filtro montato   La parte superiore
         
06-Leica Is w filter   07-Back   08-Bottom - open button
La Leica con un filtro montato   Il dorso   Bottone di apertura del fondello
         
09-Bottom - tripod mount 2   10-Bottom - open   11-Elmar lens
Il foro per il fissaggio al cavalletto   Il fondo aperto   L'obiettivo Leitz Elmar
f=5 cm - 1:3.5
         
12-Elmar lens detached   A1-Tripod head mounted   A2-Light meter
L'obiettivo estratto, con l''attacco a vite L39   L'attacco per cavalletto   L'esposimetro esterno IKOPHOT
         
A3-Filter parts   A4-Filters   A5-Flash open
Dettaglio di due filtri   I filtri a corredo   L'unità flash aperta
         

 

 

Il manuale della Leica

Qui a fianco il manuale di istruzioni della Leica III, che
fornisce la descrizione anche per la variante Leica If

 (in lingua inglese - cliccare sull'immagine per scaricare il documento)

      leica manual

 


IvanEditor

 

      (Ivan – 08/07/2021)


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